bruno frattasi mario cinque

DAMMI IL CINQUE! – IL GOVERNO POTREBBE SOSTITUIRE BRUNO FRATTASI ALLA DIREZIONE DELL’AGENZIA PER LA CYBERSICUREZZA NAZIONALE CON IL GENERALE DEI CARABINIERI MARIO CINQUE. COME MAI TANTA FRETTA SE IL MANDATO DI FRATTASI SCADE NEL 2027? PER L’AGENZIA È UN MOMENTO COMPLICATO, TRA HACKER, SPIONI E DOSSIERINI, E CINQUE, MOLTO APPREZZATO DA MANTOVANO, È UN PROFILO CREDIBILE – PER NON PRESENTARE L’OPERAZIONE COME UN SILURAMENTO, FRATTASI, CHE L’ANNO SCORSO POSÒ CON LA MAGLIETTA DI FRATELLI D’ITALIA ALLA CONVENTION DEL PARTITO A PESCARA, POTREBBE ADDIRITTURA DIVENTARE UNA “RISERVA” PER IL VIMINALE, SE PIANTEDOSI, COME DAGO-DIXIT, FOSSE CANDIDATO ALL REGIONALI IN CAMPANIA...

Estratto dell’articolo di Stefano Iannaccone per “Domani”

 

mario cinque

Il generale dei carabinieri Mario Cinque potrebbe approdare al vertice dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn) al posto dell’attuale direttore, il prefetto Bruno Frattasi. Secondo quanto è in grado di rivelare Domani, nel governo è in corso un’accelerazione per arrivare all’avvicendamento nelle prossime settimane, assegnando a Cinque il ruolo in un momento complicato per la sicurezza cibernetica.

 

Gli attacchi hacker sono all’ordine del giorno e il caso dei presunti “spioni” a Milano, legati alla società di Enrico Pazzali, hanno messo l’Acn molto sotto i riflettori.

 

[…] Il mandato di Frattasi, iniziato a marzo 2023, scadrà nella primavera del 2027. I ragionamenti che circolano negli uffici dall’Acn raccontano di una presunta operazione di «destabilizzazione».

 

BRUNO FRATTASI CON LA MAGLIETTA DI FRATELLI D ITALIA ALLA CONVENTION DI PESCARA - APRILE 2024

Il motivo? Alla Difesa, ma anche al Viminale, ci sarebbe da tempo un interesse a controllare un’agenzia che sta diventando sempre più cruciale per la sicurezza nazionale. In un clima di crescente sospetto si teme la mano di una regia più o meno occulta per gettare discredito sull’attuale direttore.

 

Sarebbe comunque il secondo cambio in pochi anni di vita della struttura. La prima scelta, fatta dal governo Draghi con Roberto Baldoni, era stata contestata per un curriculum troppo accademico rispetto alle mansioni. Il governo Meloni ha perciò optato per un prefetto come Frattasi.

 

[…]

 

Nei ragionamenti che circolano nel Consiglio dei ministri sta maturando una valutazione: affidare la struttura a Cinque, capo di stato maggiore dell’Arma dal 2021 (in precedenza è stato sottocapo). Si tratta di un profilo forte, una candidatura credibile, tanto che era in corsa – con la forte sponsorizzazione del sottosegretario Alfredo Mantovano – per l’incarico di comandante generale dei carabinieri per sostituire Teo Luzi, destinato all’addio al suo ruolo per questioni anagrafiche.

 

mario cinque

Dopo un lungo travaglio interno, il governo ha scelto Salvatore Luongo. Era il profilo indicato, fin dal primo momento, dal ministro della Difesa, Guido Crosetto. Archiviata quella partita se ne sta aprendo un’altra. Questa volta non per necessità […] ma per una scelta politica. E Cinque sembra il punto di caduta ideale alla direzione dell’Acn. La stima di Mantovano nei suoi confronti è storia nota.

 

[…]

Il problema è quello di non presentare l’operazione come un siluramento di Frattasi. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio vanta ancora un buon rapporto con lui e, in privato, avrebbe mostrato più volte apprezzamenti per il suo lavoro. Secondo alcune voci potrebbe rappresentare una “riserva” in caso di cambiamenti nella compagine governativa.

 

C’è chi lo vede al Viminale nel caso in cui – come riportato da Dagospia – l’attuale ministro dell’Interno Matteo Piantedosi dovesse diventare il nome del centrodestra per le regionali in Campania. […]

 

salvatore luongo

Certo, Frattasi ha compiuto delle mosse che lo hanno messo al centro dell’attenzione: le opposizioni hanno criticato la sua presenza sul palco della conferenza programmatica di Fratelli d’Italia, a Pescara, con una maglietta da sostenitore di Giorgia Meloni.

 

Uno scivolone che ha minato un cursus honorum super partes: da capo ufficio di gabinetto di Luciana Lamorgese, al ministero dell’Interno, ha smontato i decreti Salvini sull’immigrazione. Poi la sbandata a destra, che potrebbe non bastare visto il rischio di perdere il posto all’Acn a favore del generale Cinque.

SALVATORE LUONGOsalvatore luongobruno frattasi foto di bacco

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL TORTURATOR ALMASRI È LA PROVA CHE LA LIBIA USA I MIGRANTI A MO' DI PISTOLA PUNTATA SULL'ITALIA - CHE POI PALAZZO CHIGI NON SAPPIA GESTIRE LE SITUAZIONI DI CRISI E' LAMPANTE: SAREBBE BASTATO METTERE IL SEGRETO DI STATO, INVECE CHE MANDARE PIANTEDOSI A CIANCIARE DI " ALMASRI, PERICOLO PER LA SICUREZZA", E NESSUNO SI SAREBBE FATTO MALE - L'ATTO GIUDIZIARIO DELLA PROCURA DI ROMA NON C'ENTRA NIENTE CON IL CASO SANTANCHÈ - LO STRETTO RAPPORTO DI LI GOTTI CON I MAGISTRATI - LE VOCI DI VOTO ANTICIPATO PER CAPITALIZZARE ''GIORGIA MARTIRE DELLA MAGISTRATURA''. CHE NON È SUL TAVOLO: SOLO MATTARELLA DECIDE QUANDO SCIOGLIERE LE CAMERE (E SERVIREBBE CHE O LEGA O FORZA ITALIA STACCASSERO LA SPINA AL GOVERNO...)

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO - IL PRIMO NODO DA SCIOGLIERE SARÀ LA RATIFICA, UNICA MANCANTE DEI 27 PAESI, ALLA RIFORMA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (MES), A GARANZIA DI UNA CRISI BANCARIA SISTEMICA. LA DUCETTA AVEVA GIA' PROMESSO DI RATIFICARLO DOPO LA FIRMA DEL PATTO DI STABILITÀ. MA ORA NON POTRÀ INVENTARSI SUPERCAZZOLE DAVANTI A MACRON, SCHOLZ, TUSK, SANCHEZ, LEADER CHE NON NASCONDONO DIFFIDENZA E OSTILITÀ NEI CONFRONTI DELL'UNDERDOG CHE SI È MESSA IN TESTA DI ESSERE IL CAVALLO DI TROIA DELLA TECNODESTRA AMERICANA IN EUROPA - MA IL ROSPO PIÙ GROSSO DA INGOIARE ARRIVERÀ DALL’ESTABLISHMENT DI BRUXELLES CHE LE FARÀ PRESENTE: CARA GIORGIA, QUANDO VAI A BACIARE LA PANTOFOLA DI TRUMP NON RAPPRESENTI LE ISTANZE EUROPEE. ANZI, PER DIRLA TUTTA, NON RAPPRESENTI NEMMENO L’ITALIA, MEMBRO DELLA UE QUINDI SOGGETTA ALLE REGOLE COMUNITARIE (CHE HANNO TENUTO A GALLA IL PIL ITALIANO CON I 209 MILIARDI DI PNRR), MA RAPPRESENTI UNICAMENTE TE STESSA…

donald trump elon musk

DAGOREPORT – SIC TRANSIT GLORIA MUSK: A TRUMP SONO BASTATI MENO DI DIECI GIORNI DA PRESIDENTE PER SCAZZARE CON IL MILIARDARIO KETAMINICO – LA VENDITA DI TIKTOK A MICROSOFT È UN CAZZOTTO IN UN OCCHIO PER MR. TESLA (BILL GATES È UN SUO ACERRIMO NEMICO). POI C’È LA DIVERSITÀ DI VEDUTE SUL REGNO UNITO: MUSK VUOLE ABBATTERE IL GOVERNO DI STARMER, CHE VUOLE REGOLAMENTARE “X”. E TRUMPONE CHE FA? DICE CHE IL LABURISTA STA FACENDO UN “GOOD JOB” – L’INSOFFERENZA DEL VECCHIO MONDO “MAGA”, L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E I DAZI ALL’EUROPA: IL TYCOON ASPETTA PERCHÉ VUOLE DISCUTERE CON LONDRA…

stefano boeri cino zucchi beppe sala

DAGOREPORT! LA "POLITECNICO CONNECTION" MILANESE, CHE HA PORTATO AI DOMICILIARI STEFANO BOERI E CINO ZUCCHI ERA STATA RACCONTATA SUL “FATTO” DA EMILIO BATTISTI NELL’AGOSTO DEL 2022 – L’ARCHITETTO SQUADERNAVA LA RETE DI RELAZIONI PROFESSIONALI TRA I VINCITORI DEL CONCORSO E I COMMISSARI BOERI E ZUCCHI LA “RIGENERAZIONE URBANA” A COLPI DI GRATTACIELI, SULLA QUALE IL SINDACO SALA TRABALLA, NASCE SEMPRE NELLA SCUOLA DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO, DOVE IMPAZZA DA DECENNI UNA LOTTA INTESTINA TRA DOCENTI, QUASI TUTTI DI SINISTRA - L’INUTILITÀ DEI CONCORSI, OBBLIGATORI, PERÒ, PER LEGGE, QUANDO SAREBBE PIÙ ONESTO CHE...

nicola gratteri giorgia meloni magistrati magistratura toghe

DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E ORA CHE IL CENTROSINISTRA È FRAMMENTATO, INCONCLUDENTE E LITIGIOSO, CHI SI PRENDE LA BRIGA DI FARE OPPOSIZIONE AL GOVERNO NEO-TRUMPIANO DI MELONI? MA È OVVIO: LA MAGISTRATURA! - LA CLAMOROSA PROTESTA DELLE TOGHE CONTRO NORDIO ALL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO, LE INDAGINI SU SANTANCHE' E LA RUSSA, I DOCUMENTI DEI SERVIZI SEGRETI SU GAETANO CAPUTI, PASSATI “ACCIDENTALMENTE” DALLA PROCURA DI ROMA AL “DOMANI”: TUTTI “INDIZI” CHE LA GUERRA È COMINCIATA – VIDEO: GRATTERI CONTRO NORDIO A “OTTO E MEZZO”

giorgia meloni ignazio la russa daniela santanche

QUESTA VOLTA LA “PITONESSA” L’HA FATTA FUORI DAL VASO: IL “CHISSENEFREGA” LANCIATO A GIORNALI UNIFICATI POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO DELLE SUE DIMISSIONI - LA MINISTRA DEL TURISMO, CON ARROGANZA MAI VISTA, DICHIARA URBI ET ORBI CHE SE NE FOTTE DEL PARTITO E DELLA MELONI (“L’IMPATTO SUL MIO LAVORO LO VALUTO IO”). INFINE LANCIA UN AVVERTIMENTO ALL’AMICO-GARANTE LA RUSSA (“NON MI ABBANDONERÀ MAI”) – ALT! LA "SANTADECHÈ" SMENTISCE TUTTO: "SE GIORGIA MELONI MI CHIEDESSE DI DIMETTERMI NON AVREI DUBBI. NON HO MAI DETTO 'CHISSENEFREGA". QUINDI NON UNO, MA QUATTRO GIORNALISTI HANNO CAPITO MALE E HANNO FATTO "RICOSTRUZIONI FANTASIOSE"?