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NEL TIGULLIO DANNO IL DASPO ALL'ESTATE CAFONA - BASTA BIVACCHI: A PORTOFINO, SANTA MARGHERITA E RAPALLO MULTE E DIVIETI PER I TURISTI MALEDUCATI - I SINDACI: "NON SIAMO SCERIFFI, CE LO CHIEDONO I RESIDENTI" – STEREO SPENTI NEI BAR E REGOLE SEVERE PER L’ABBIGLIAMENTO: A PORTOFINO VIETATO GIRARE PER IL BORGO A TORSO NUDO O SCALZI

Michela Bompani per la Repubblica

portofino

 

Danno il Daspo all' estate, i sindaci di Portofino, Santa Margherita e Rapallo, nel cuore del Tigullio, in Liguria.

 

«Non siamo sceriffi, ce lo chiedono i residenti», si affrettano a precisare, i primi cittadini. Intanto silenzio: la musica deve finire a mezzanotte e mezza. Poi è vietato sdraiarsi o sedersi nei giardini, nelle piazze, nelle strade. Addirittura, è vietato sedersi sulle soglie. Vietato occupare con trolley e valigie le panchine. Per chi non rispetta le prescrizioni e, anzi, le reitera, scatta il Daspo urbano. Lo sanciscono tre ordinanze gemelle, firmate dai sindaci - tutti e tre forzisti - di Portofino, Santa Margherita e Rapallo, per «garantire il decoro e la sicurezza urbana, frenare l' accattonaggio, i bivacchi improvvisati e la presenza da di persone alterate dell' alcol», spiegano.

 

Matteo Viacava, sindaco di Portofino, chiarisce: «Il nostro Comune è tranquillo, finisce la strada nella piazzetta. Ci siamo volentieri uniformati alle altre due amministrazioni e abbiamo aderito a varare un' ordinanza simile, così ci portiamo avanti - assicura - abbiamo aggiunto alcune specifiche, vietando di girare per il borgo a torso nudo o scalzi: finora era permesso».

 

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Il sindaco di Rapallo, Carlo Bagnasco sottolinea che la stretta del comprensorio del Tigullio è stata condivisa con chi, probabilmente, alla fine, la subirà più di tutti: «La sera prima di firmare la delibera sono andato personalmente, con il parroco, don Stefano Curotto, a parlare con i clochard del paese - dice Bagnasco, figlio del parlamentare Roberto Bagnasco, Fi - sono cinque, li conosciamo, e li abbiamo avvertiti che avremmo introdotto queste nuove misure.

Volevamo evitare di sequestrare tutte le loro masserizie».

 

Santa Margherita e Rapallo lamentano un' elasticità demografica che d' estate triplica la popolazione, «serviva uno strumento più stringente per garantire sicurezza e poi decoro», scandiscono i sindaci. Ma così, non hanno calcolato, rischiano di blindare l' estate. E prendersela con i turisti.

 

Multe da 100 a 300 euro, che raddoppiano se non vengono estinte e che diventano Daspo urbano se si reiterano i comportamenti vietati: oltre a tutti i tipi di accattonaggio, "è vietato bivaccare con vettovagliamenti di qualsiasi genere o con qualsiasi altro tipo di oggetto, valigia, trolley o masserizie, occupare panchine, scale, portici, edifici pubblici o soglie degli stessi, ivi compresi gli ambiti della stazione ferroviaria e portuale e suolo limitrofo a qualunque spazio o area pubblica", si legge nelle delibere.

 

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«Abbiamo soltanto risposto alle tante richieste dei cittadini, c' erano persone che urinavano fuori dal teatro, alla sera, quando usciva il pubblico - dice Donadoni e sterza - ma il problema sono i ragazzini più che i clochard». E dunque i tre comuni del Tigullio hanno deciso di spegnere la musica a mezzanotte e mezza. Anzi, Viacava precisa: «A Portofino il divieto di emissioni sonore scattava a mezzanotte, ma mi sono adeguato agli altri due Comuni». E a Rapallo: «Noi ammettiamo rumore fino all' una: ma i ragazzini fracassoni, con le casse a tutto volume, vanno fermati, ce lo chiedono gli abitanti». Paolo Donadoni, sindaco di Santa Margherita, cerca di smorzare quello che a molti appare come un trittico di ordinanze caccia-turisti: «Abbiamo introdotto misure che non esistevano, ma solo per dare alla polizia municipale uno strumento adatto, da utilizzare solo in caso di necessità, é ovvio che useremo ragionevolezza applicativa. Non siamo comuni bacchettoni, vogliamo garantire sicurezza e qualità dell' accoglienza».

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