casamonica gramigna

“I SOLDI? LI HO CHIESTI A DOMENICO SPADA E LUI MI HA AIUTATO”, “IL DEBITO? NON RICORDO”, “SE NE HO PARLATO AL TELEFONO? IN QUEL PERIODO RACCONTAVO A TUTTI BUGIE” - LE RISPOSTE DEI TESTIMONI AL PROCESSO AI CASAMONICA DIMOSTRANO IL POTERE INTIMIDATORIO DEL CLAN - C'È CHI RITRATTA PERSINO LE INTERCETTAZIONI E IL PM SBOTTA IN AULA: “LEI MI VUOLE DIRE CHE HA TIRATO IN BALLO I CASAMONICA PER CALUNNIARLI...”

ALESSIA MARANI per il Messaggero

 

casamonica gramigna

«I soldi? Li ho chiesti a Domenico Spada e lui mi ha aiutato». «Il debito? Non ricordo». «Se ne ho parlato al telefono con mio padre e la mia fidanzata? In quel periodo raccontavo a tutti bugie».

 

Le risposte dei testimoni al processo in corso al clan Casamonica e affini smantellato nell'operazione Gramigna del 2018 dei carabinieri di Frascati con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia (37 le ordinanze di custodia cautelare spiccate), è pieno di «non ricordo», «non so», «sono confuso». E per l'accusa è la riprova del potere intimidatorio che il clan («sono tanti, sono pieni di fratelli e cugini che si muovono», diceva un calabrese legato alla ndrangheta intercettato dai militari), continua ad avere nonostante tutto, anche se molti dei suoi esponenti di spicco sono dietro le sbarre.

casamonica

 

La presidente del III Collegio della X Sezione del tribunale di Roma Antonella Capri più di una volta nel corso delle udienze è costretta a intervenire per rinfrescare la memoria ai teste sulle regole processuali e sul comportamento di responsabilità civile da tenere.

 

A Marco Alabiso, titolare di un'attività al Tuscolano, cresciuto nei pressi di Porta Furba, il fortino dei Casamonica, ascoltato il 22 settembre, a un certo punto, deve dire: «Ma lei lo sa che il reato di falsa testimonianza va punito?». Il quarantenne in alcuni passaggi tradisce il terrore. «Senta, dopo che li abbiamo arrestati tutti questi signori, lei è stato avvicinato da qualcuno?», gli chiede il pm Giovanni Musarò. «No». E ancora: «Le è stato suggerito di dare una versione dei fatti?».

 

villa dei casamonica

Risposta: «No, assolutamente». Poi gli ricorda l'incontro con un emissario dei Casamonica, avvenuto subito dopo che Alabiso era stato sentito in caserma. In quella occasione, dalle intercettazioni, viene fuori che al teste era stato detto che bastava dire di avere restituito la somma per fare cadere le accuse. «Questo suo atteggiamento di oggi - gli contesta Musarò in aula - è stato abbondantemente preannunciato... Lei mi vuole dire che ha tirato in ballo i Casamonica per calunniarli...».

 

Alla fine il pm chiederà al giudice di acquisire e mettere agli atti del processo i verbali a sommarie informazioni resi davanti a lui, così come previsto dall'art. 500 quarto comma del cpp quando si ravvede «la sussistenza di elementi concreti per ritenere che il testimone sia stato sottoposto a violenza, minaccia, offerta o promessa di danaro o di altra utilità affinché non deponga ovvero deponga il falso».

villa casamonica 3

 

Non è l'unico a tentennare e a ritrattare di fronte all'incalzare delle domande del pubblico ministero. Un altro testimone, Simone Formica, lo dice chiaramente - anzi sembra volerlo sottolineare sapendo di essere sentito dagli imputati, quando Musarò gli contesta le intercettazioni proprio con Alabiso, in cui si lamentava delle vessazioni subite dal clan - che «senza quelle telefonate io non lo denunciavo (a Domenico Spada, ndr)». Facendolo passare quasi per un benefattore: «Alla fine lui mi ha aiutato».

 

casamonica spinelli

Poco importa che Formica, stando alle indagini, a fronte di un prestito di 800 euro dal pugile, alias Vulcano, ai primi del Duemila, raccontava di avere dovuto pagare 50-60mila euro di interessi. Per il teste «è colpa mia, sono io che ho sbagliato ad andare da lui». E se a verbale aveva detto tutto il contrario, lui: «Mi sarò sbagliato».

 

Il pm cerca di capire perché evitasse di andare a parlare con Vulcano nella sua palestra e avesse paura di rimanere solo con lui, dal momento che temeva gli imbruttisse: «Per imbruttire che intende?». Formica: «Quando io mi allargavo troppo, ma mai con cattiveria». Musarò ribatte: «Imbruttire con gentilezza mi pare difficile».

villa casamonica 1

 

 Tra i testimoni ascoltati in questi giorni compaiono anche il maestro di musica e il capo della banda musicale che intonò le musiche del Padrino al funerale show di Vittorio Casamonica. Anche con loro Musarò deve insistere prima che comincino a tratteggiare l'insolito scenario in cui si trovarono (i petali lanciati dall'elicottero, i brani non usuali per delle esequie...) e che descrissero in prima battuta. «Ma era tutto normale o un problema ve lo siete posto?», domanda.

villa casamonica 9casamonicacasamonicacasamonicacasamonicail sistema casamonicavilla casamonica 6

Ultimi Dagoreport

trump zelensky vance lucio caracciolo john elkann

DAGOREPORT – LUCIO E TANTE OMBRE: CRESCONO I MALUMORI DI ELKANN PER LE SPARATE TRUMPUTINIANE DI LUCIO CARACCIOLO - A “OTTO E MEZZO” HA ADDIRITTURA SOSTENUTO CHE I PAESI BALTICI “VORREBBERO INVADERE LA RUSSIA”- LA GOCCIA CHE HA FATTO TRABOCCARE IL VASO È STATA L’INTERVISTA RILASCIATA A “LIBERO” DAL DIRETTORE DI “LIMES” (RIVISTA MANTENUTA IN VITA DAL GRUPPO GEDI) - L'IGNOBILE TRAPPOLONE A ZELENSKY? PER CARACCIOLO, IL LEADER UCRAINO "SI E' SUICIDATO: NON HA RICONOSCIUTO IL RUOLO DI TRUMP" - E' ARRIVATO AL PUNTO DI DEFINIRLO UN OPPORTUNISTA INCHIAVARDATO ALLA POLTRONA CHE "FORSE SPERAVA DOPO IL LITIGIO DI AUMENTARE IL CONSENSO INTERNO..." - VIDEO

ursula von der leyen giorgia meloni macron starmer armi difesa unione europea

DAGOREPORT – SI FA PRESTO A DIRE “RIARMIAMO L’EUROPA”, COME FA LA VON DER LEYEN. LA REALTÀ È UN PO’ PIÙ COMPLICATA: PER RECUPERARE IL RITARDO CON USA E RUSSIA SUGLI ARMAMENTI, CI VORRANNO DECENNI. E POI CHI SI INTESTA LA RIMESSA IN MOTO DELLA MACCHINA BELLICA EUROPEA? – IL TEMA È SOPRATTUTTO POLITICO E RIGUARDA LA CENTRALITÀ DI REGNO UNITO E FRANCIA: LONDRA NON È NEMMENO NELL’UE E L’ATTIVISMO DI MACRON FA INCAZZARE LA MELONI. A PROPOSITO: LA DUCETTA È ORMAI L’UNICA RIMASTA A GUARDIA DEL BIDONE SOVRANISTA TRUMPIANO IN EUROPA (SI È SMARCATA PERFINO MARINE LE PEN). IL GOVERNO ITALIANO, CON UN PUTINIANO COME VICEPREMIER, È L’ANELLO DEBOLE DELL’UE…

nicola calipari giuliana sgrena nicolo pollari

DAGOREPORT – PIENONE DI AUTO BLU STASERA ALL’AUDITORIUM DI ROMA: DA MELONI E MANTOVANO A GIULI E BERNINI, TUTTI IN FILA PER ASSISTERE ALLA PRIMA DE “IL NIBBIO”, IL FILM ISPIRATO ALLA MORTE IN IRAQ DELL’AGENTE DEL SISMI, NICOLA CALIPARI, UCCISO NEL 2005 MENTRE STAVA RIPORTANDO IN ITALIA LA GIORNALISTA DEL “MANIFESTO”, GIULIANA SGRENA - A VENT’ANNI DALLA TRAGEDIA, RENDE OMAGGIO A CALIPARI ANCHE SERGIO MATTARELLA: “LE SPIEGAZIONI DELLA SUA MORTE PERMANGONO TUTTORA NON ESAURIENTI” - ESSÌ, LA VERITÀ NON È MAI VENUTA FUORI. SE IL SOLDATO AMERICANO HA SPARATO PER ERRORE, È ALTRETTANTO VERO CHE NESSUNO L’AVEVA AVVERTITO DEL PASSAGGIO DELLA TOYOTA - QUINDI, LA DOMANDA: COME MAI LA NOTTE DEL 4 MARZO 2005 LA TOYOTA SU CUI VIAGGIAVANO CALIPARI E SGRENA NON ERA STATA SEGNALATA DALL’INTELLIGENCE ITALIANA AGLI ALLEATI AMERICANI? LA RAGIONE PIÙ PROBABILE È QUESTA….

donald trump giorgia meloni vertice europeo

DAGOREPORT - ADDIO ALLA LOVE-STORY CON TRUMP, MELONI DOVRÀ ACCONTENTARSI DI UN POSTO DI SECONDA FILA DIETRO A MACRON E STARMER - COME NELLA FOTO UFFICIALE DEL SUMMIT DI LONDRA: SBATTUTA IN UNA POSIZIONE "PERIFERICA" (MA GIÀ ALL’INSEDIAMENTO DI TRUMP ROSICO' PER ESSERE STATA RELEGATA IN FONDO ALLA SALA, ACCANTO AL BOSS ARGENTINO JAVIER MILEI) -E QUANDO, PRIMA DEL SUMMIT DI LONDRA, LA DUCETTA HA TELEFONATO A KING DONALD PER UN INCONTRO ALLA CASA BIANCA (AL PARI DI MACRON E STARMER) E' STATA RIMBALZATA CON UN "SE VEDEMO": IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA, CHE HA IN MENTE DI MOLLARE NATO E ONU, SE NE FOTTE DI ASCOLTARE PIPPE SUL "TENERE UNITA LA NATO" E "MANTENERE IL DIALOGO USA-UE” - SE PER L’UCRAINA SI FA DURISSIMA DOPO LO STOP AI RIFORNIMENTI DI ARMI, ANCHE PUTIN HA I SUOI GUAI: I GIOVANI RUSSI SONO SEMPRE PIÙ RESTII A FARSI AMMAZZARE PER IL DONBASS...