piero amara

IL DEFINITIVO EPILOGO DI PIERO AMARA, UNO CHE HA PORTATO A SPASSO I PM DI MEZZA ITALIA: IERI IL GUP DI POTENZA, COME GIÀ AVVENUTO A MILANO PER UNA PRESUNTA CALUNNIA, LO HA RINVIATO A GIUDIZIO IN UN PROCEDIMENTO CHE RUOTA INTORNO A VICENDE LEGATE ALL’ILVA DI TARANTO, IN COMPAGNIA DELL’EX PROCURATORE DI TRANI E DI TARANTO CARLO MARIA CAPRISTO, DELL’EX COMMISSARIO STRAORDINARIO PER L’ILVA ENRICO LAGHI E DELL’EX PM TRANESE ANTONIO SAVASTA (GIÀ CONDANNATO IN ALTRO PROCEDIMENTO) - “LA VERITÀ”: “ANCHE GLI INQUIRENTI DI MILANO SI SONO DOVUTI ARRENDERE ALL’EVIDENZA DELLA FALLACIA DI UN SIMILE TESTIMONE, CHE PER MESI AVEVA INGOLOSITO LE TOGHE CON LE PANZANE SULLA LOGGIA UNGHERIA E SUL ‘PATTO DELLA RINASCENTE’…”

Estratto dell’articolo di Giacomo Amadori per “La Verità”

 

PIERO AMARA

L’epoca in cui il faccendiere Piero Amara imperversava nelle Procure raccontando ai pm la «favola di Pinocchio» e questi abboccavano come il burattino di legno con il Gatto e la Volpe sembra essere arrivata al definitivo tramonto. Ieri il Gup di Potenza, come aveva già fatto il collega di Milano per una presunta calunnia, lo ha rinviato a giudizio

 

in un procedimento che ruota intorno a vicende legate all’Ilva di Taranto, in compagnia dell’ex procuratore di Trani (dal 2008 al 2016) e di Taranto (sino al 2020) Carlo Maria Capristo, dell’ex commissario straordinario per l’Ilva Enrico Laghi e dell’ex pm tranese Antonio Savasta (già condannato in altro procedimento).

carlo maria capristo

 

Ma anche gli inquirenti di Milano si sono dovuti arrendere all’evidenza della fallacia di un simile testimone, che per mesi aveva ingolosito le toghe con le panzane sulla Loggia Ungheria e sul cosiddetto Patto della Rinascente (un’invenzione per incastrare i vertici dell’Eni), e hanno chiesto il suo rinvio a giudizio per calunnia proprio per quel fantomatico accordo mai realizzato con il numero 2 della compagnia petrolifera Claudio Granata.

 

 

Un doppio colpo alla credibilità di Amara che si aggiunge ai già molti altri arrivati in questi mesi, così tanti da far assomigliare questo «impumone» professionista (mitologico incrocio tra un imputato e un testimone) in una sorta di pentolaccia dei tribunali.

 

antonio savasta

Ma procediamo con ordine. Ieri Amara, considerato «soggetto attivo nella corruzione in atti giudiziari», è stato mandato a processo per tale reato insieme con Capristo, Laghi, con l’ex funzionario di polizia Filippo Paradiso e con l’avvocato Giacomo Ragno. Il legale siracusano si sarebbe prodigato per garantire a Capristo nomine da parte del Csm che non pare tuttavia siano arrivate. Amara è stato rinviato a giudizio anche per falso ideologico e rivelazione di segreto.

 

È stata, invece, dichiarata la prescrizione per la contestazione di calunnia: l’imputato, in alcuni esposti presentati alla Procura di Trani nel 2015, aveva accusato Emma Marcegaglia, Paola Severino e altri di un inesistente traffico illecito internazionale di rifiuti. Alla sbarra, come detto, è finito pure Laghi: cinquantaquattrenne commercialista e revisore dei conti, è stato commissario straordinario dell’Ilva e di Alitalia, mentre nel 2020 ha condotto per i Benetton la trattativa per la cessione di Autostrade..

 

piero amara 8

I fatti contestati a Laghi fanno riferimento all’incarico tarantino, svolto tra il 2015 e il 2018, quando avrebbe nominato e conferito incarichi a consulenti vicini all’allora procuratore Capristo, come l’avvocato Ragno e Nicola Nicoletti, per ottenere un trattamento giudiziario di favore negli innumerevoli procedimenti per incidenti mortali e per inquinamento ambientale contro l’Ilva che intasavano il tribunale pugliese.

 

vincenzo armanna

Amara ha tentato inutilmente di patteggiare la pena (strada intrapresa con successo, invece, da Nicoletti) e di inserire anche queste accuse nel calderone degli oltre quaranta reati che era già riuscito a chiudere con un accordo favorevole con l’accusa, ma i diversi giudici lucani che si sono occupati dell’inchiesta hanno sempre respinto queste istanze giudicando non congrua la pena proposta.

 

A dicembre del 2022 aveva rigettato la terza richiesta il giudice Annachiara Di Paolo, adeguandosi all’indirizzo inaugurato dalla collega Teresa Reggio che aveva precisato che «per Amara il crimine rappresenta un valido ed alternativo sistema di vita» […] Come detto, per l’avvocato siciliano arrivano brutte notizie anche da Milano e proprio dai pubblici ministeri che per anni lo hanno coltivato come fonte attendibile da utilizzare perfino nel processo più importante del decennio: quello denominato Eni-Nigeria od Opl 245.

 

CLAUDIO DESCALZI OSPITE DI ATREJU

L’aggiunto Laura Pedio e i pm Stefano Civardi e Monia Di Marco il 3 marzo 2023, quindici mesi dopo l’avviso di chiusura delle indagini, hanno finalmente depositato la richiesta di rinvio a giudizio nel cosiddetto procedimento «complotto» contestando ad Amara e ai suoi due sodali Giuseppe Calafiore e Vincenzo Armanna il delitto di calunnia ai danni dell’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi e di Granata per il già citato Patto della Rinascente, vale a dire il fantomatico accordo che nel 2016, a detta dei tre compagni di merende, avrebbero stretto Descalzi e Granata con Armanna per fargli ritrattare le accuse contro Eni, offrendogli denaro e la riassunzione presso il Cane a sei zampe.

 

PIERO AMARA

Il 6 marzo scorso, sempre Pedio, Civardi e Di Marco hanno, quindi, disposto l’archiviazione del procedimento iscritto contro Eni per illecito amministrativo che scaturiva dall’iscrizione di Descalzi e Granata per il reato di induzione a rendere dichiarazioni mendaci all’autorità giudiziaria, sempre conseguenza delle false accuse di Amara, Calafiore e Armanna.

 

È interessante notare che tale provvedimento sia stato trasmesso al Procuratore generale di Milano Francesca Nanni che pare proprio aver commissariato la Pedio in tutto ciò che riguarda i procedimenti a carico di Eni. Amara non convince, però, neppure la Procura Generale di Perugia il cui procuratore Sergio Sottani ha impugnato per Cassazione il provvedimento con il quale il Tribunale di sorveglianza ha concesso al legale siciliano la misura alternativa dell’affidamento in prova ai servizi sociali. […]

Claudio Granata

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…