I MISTERI DELLA CASA DEGLI ORRORI - DELITTO DEL COLLATINO, ERANO 7 LE PERSONE CHE HANNO PARTECIPATO AL FESTINO - È CACCIA ALLA BIONDA SUL TRENO CON LA VITTIMA - IL PADRE DI MARCO PRATO ATTACCA I MEDIA: “GIUDIZI SOMMARI. HANNO FATTO A BRANDELLI LA VITA DI TRE FAMIGLIE COLPITE”
Lorenzo D’Albergo per “la Repubblica - Roma"
Prima dell’omicidio, al festino tutto alcol, cocaina e crystal meth (cristalli che possono causare stati allucinogeni e scatti d’ira) iniziato mercoledì della scorsa settimana hanno partecipato altre quattro persone.
Uno dopo l’altro hanno messo piede lì dove poche ore dopo si sarebbero scatenati i più bassi istinti umani. Il primo è Giacomo, amico milanese di Marco Prato che avrebbe messo a disposizione il suo bancomat per acquistare gli stupefacenti.
Poi c’è quell’Alex che Foffo ha raccontato di aver incontrato solo qualche giorno prima sulla Tiburtina. Il vero volto nuovo, però, è quello di Riccardo: è uno dei camerieri del ristorante della famiglia Foffo e ieri è stato sentito dai militari dell’Arma. Infine, lo spacciatore albanese che si è messo in tasca 1.800 euro in cambio di cocaina. Questi sono i nomi fatti da Foffo e Prato.
Il padre dell’ultimo, il professor Ledo, si è affidato al suo blog per far finalmente far esplodere un dolore molto personale a quanto pare. “Sono sempre io, nonostante tutto”, è l’esordio. Ringraziamenti, citazioni dal Vangelo e poi frasi con cui ammette la propria sconfitta: “In questi lunghi anni a tanti ho cercato di trasmettere speranza, coraggio, fiducia, di costruire bellezza, di preservare i valori fondamentali della vita, di credere nel buon futuro.
Qualche volta ci sono riuscito, altre no, come dimostra questa tragedia”.
La stampa è nemica: “I giornali hanno fatto a brandelli la vita di tre famiglie colpite, si sono letti giudizi sommari, verità parziali o di comodo, usate espressioni dei tempi più bui della vita civile”.
Il riferimento al figlio è solo in un passaggio estrapolato da un messaggio di solidarietà. Poi Ledo torna a parlare di se stesso, come se fosse lui uno dei protagonisti della storiaccia: “Posso farcela, lo devo alla mia famiglia tutta, ai miei parenti, ai miei tanti amici.
Con l’aiuto del Signore ci accingiamo ad attraversare questa tempesta” I carabinieri continuano a indagare: è possibile che nell’abitazione al decimo piano possano essere entrate anche altre persone. La porta dell’appartamento è ancora sigillata e i militari del reparto investigazioni scientifiche non sono ancora rientrati al suo interno. Non si può ancora escludere che altri abbiano messo piede in casa.
Forse anche dopo la morte di Luca Varani. Continua poi l’analisi dei numeri di cellulare che hanno agganciato la cella in cui si trova il palazzone tra Prenestina e Tiburtina.
LUCA VARANI E IL PADRE DI MANUEL FOFFO A PORTA A PORTA
Altri elementi utili per i profili dei due assassini potrebbero arrivare dai testimoni che anche nelle prossime ore saranno ascoltati dai militari della compagnia di piazza Dante. Ieri è stato il turno del fratello di Foffo, Roberto, e di alcuni amici di Prato, usciti a testa bassa dalla caserma. Oggi, invece, dovrebbero essere ascoltati Alex del Tiburtino e l’ultima ragazza frequentata da Foffo, Arianna.
La speranza degli investigatori è di fare il bis e riuscire a rintracciare anche la 25enne vista venerdì mattina con Luca Varani sul treno della Roma-Viterbo diretto verso la stazione Ostiense.
Alcuni conoscenti della vittima hanno girato la segnalazione ai carabinieri, che stanno cercando in tutti i modi di mettersi in contatto con lei: «Era bionda e lei e Luca non hanno mai smesso di chiacchierare».
Il 23enne, ucciso a colpi di martello e a coltellate venerdì mattina e ritrovato cadavere dai militari dell’Arma soltanto sabato sera, potrebbe averle confessato dove stesse andando e perché.
marco prato 4marco prato 3MARCO PRATOmarco prato con flavia vento e nadia bengala