omicidio fiorenza rancilio

“HO PAURA DI MIO FIGLIO, IMPAZZISCE E SPACCA TUTTO” – DELL’OMICIDIO DI FIORENZA RANCILIO, L’EREDITIERA STORDITA E ASSASSINATA A MILANO, E’ STATO ACCUSATO IL FIGLIO GUIDO, ORA IN STATO DI FERMO E PIANTONATO IN OSPEDALE. IL 35ENNE E' IN CURA DA ANNI PER UNA FORMA DI SCHIZOFRENIA. LO HANNO TROVATO IN UN’ALTRA STANZA IMMOBILE E INTONTITO DALLE BENZODIAZEPINE –LA MALEDIZIONE DELLA FAMIGLIA DI COSTRUTTORI RANCILIO: IL FRATELLO DELLA VITTIMA, AUGUSTO, ERA STATO RAPITO DALLA ’NDRANGHETA NEL 1978 E FU UCCISO DAI SUOI CARCERIERI IN ASPROMONTE DOPO AVER CERCATO DI FUGGIRE. IL PADRE GERVASO...

Cesare Giuzzi per il Corriere della Sera - Estratti

FIORENZA RANCILIO 11

 

Il corpo su un tappeto nel grande salotto, avvolto in un piumone bianco e in alcuni asciugamani. Una grande ferita, profonda, violentissima all’altezza della fronte. Un colpo, o forse più d’uno, sferrato con un oggetto pesante, preso dalla casa. Forse un attrezzo da palestra. Fiorenza Rancilio, 73 anni, probabilmente è stata stordita con qualche sostanza prima di essere uccisa.

 

Nessuno ha sentito urlare. Nessuno fino a quando alle nove e mezza di mattina i dipendenti non l’hanno vista scendere in ufficio, s’era allarmato. Anche se lei negli ultimi tempi aveva confidato di avere paura del figlio Guido, delle sue crisi psichiatriche, di quando «impazziva e spaccava tutto».

 

Il 35enne Guido Augusto Gervaso Gastone Pozzolini Gobbi Rancilio è ora accusato di omicidio volontario aggravato e piantonato dai carabinieri al Policlinico. Era in cura da anni per una forma di schizofrenia. Ricoveri ripetuti, terapie psichiatriche che a volte sembravano funzionare, ma poi arrivava l’ennesima ricaduta. Lo hanno trovato in un’altra stanza, seduto. Immobile e silenzioso. Intontito dalle benzodiazepine.

 

OMICIDIO FIORENZA RANCILIO 33

Quelle seminate un po’ ovunque tra l’ottavo e il nono piano al civico 6 di via Crocefisso, tra corso Italia e le Colonne di San Lorenzo. Il quartier generale dei Rancilio, casato fondato dal padre Gervaso, costruttore negli anni del boom economico, e oggi colosso immobiliare in mezza Europa. Famiglia ricchissima e maledetta: il fratello della vittima, Augusto Rancilio, architetto di 26 anni era stato rapito dalla ’ndrangheta a Cesano Boscone nell’hinterland di Milano nel 1978 e mai tornato a casa.

 

OMICIDIO FIORENZA RANCILIO 34

Ucciso dai suoi carcerieri in Aspromonte dopo aver cercato di fuggire. Il padre Gervaso per anni ha fatto appelli ai suoi rapitori pur di riavere almeno il corpo. Dopo quell’esperienza terribile, i Rancilio avevano creato una fondazione benefica nel nome di Augusto. Proprio la sorella Fiorenza ne era la presidente.

 

(...)

 

DAI PALAZZONI IN PERIFERIA AL SEQUESTRO DI AUGUSTO

Cesare Giuzzi per il Corriere della Sera - Estratti

AUGUSTO RANCILIO 2

 

Lo chiamavano «il francesino», perché Augusto Rancilio giovane e promettente architetto passava la vita tra la casa di famiglia in via Crocefisso e la Francia. S’era messo a lavorare con papà Gervaso, anche lui diviso tra Milano e Parigi, che con le sue imprese ha costruito un pezzo della città del boom.

 

(...)

 

Era il 2 ottobre del 1978 e mentre la città e il Paese lottavano contro l’emergenza terrorismo, la ‘ndrangheta rapiva i figli dei ricchi. In 12 anni, dal ’72 all’84, furono 161 i sequestri in Lombardia. Quello di Augusto Rancilio, fratello di Fiorenza presidente della fondazione che porta il suo nome, è stato uno dei più drammatici. Perché non è mai tornato a casa. Ucciso dai suoi carcerieri dopo essere stato portato in Aspromonte «fra Castellace ed Oppido Mamertina» perché aveva tentato di fuggire. Il corpo abbandonato e poi sepolto.

FIORENZA RANCILIO COL PADRE GERVASO

 

(…) Chi organizzò il sequestro del «francesino» viveva proprio nelle case costruite dai Rancilio. Tanto che il padre Gervaso disse a lungo che mai si sarebbe aspettato «dei torti da quella gente, alla quale aveva fatto del bene».

 

Visse fino all’ultimo dei suoi giorni nella speranza di riabbracciare almeno un cadavere. Morì senza avere un corpo da piangere, non una tomba su cui lasciare fiori. La tragedia di Augusto ha profondamente segnato la famiglia Rancilio. (...) Un impero immobiliare e una ricchezza mai ostentate, come da buona tradizione milanese. Poi i problemi di Guido, i ricoveri in psichiatria, le cure infinite. Una «maledizione», racconta un amico di famiglia. Non patologie nascoste ma affrontate dalla famiglia, diventate però un turbine senza fine.

AUGUSTO RANCILIO RAPIMENTO 2

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...