IL CANCRO DEVASTA LA VITA NON PUO' TOGLIERE ANCHE IL LAVORO – IN ITALIA UN MALATO SU SEI LASCIA IL POSTO DOPO LA DIAGNOSI. ORA SONO STATE DEPOSITATE QUATTRO PROPOSTE DI LEGGE PER MIGLIORARE LA TUTELA DEI LAVORATORI: NON SOLO SI PREVEDE L’ESTENSIONE A 24 MESI DEL PERIODO DI CONGEDO CON CONSERVAZIONE DEL POSTO, MA SI VUOLE PREVEDERE UNA RETRIBUZIONE PER TUTTO IL PERIODO, ESCLUDENDO DAL COMPUTO I GIORNI DI RICOVERO OSPEDALIERO O IN DAY HOSPITAL – PREVISTI INDENNIZZI ADEGUATI ANCHE PER I LAVORATORI AUTONOMI CHE AL MOMENTO SONO SENZA TUTELE…
Estratto dell’articolo di Maria Sorbi per “il Giornale”
Dopo una diagnosi di tumore mantenere il proprio posto di lavoro può essere difficile. Tra i sintomi legati alla malattia e gli effetti collaterali delle cure, tra le assenze per gli appuntamenti dal medico, i controlli e le terapie, i pazienti oncologici possono fare una gran fatica a lavorare come se nulla fosse.
Non è un caso se, stando a quanto rilevato da una recente indagine dell’Università di Torino, ben un paziente su 6 alla fine decide di abbandonare il proprio posto di lavoro. Per i lavoratori autonomi, inoltre, le garanzie e i diritti sono ancora meno tutelate rispetto ai dipendenti pubblici.
Per questo è fondamentale rivedere subito le regole relative ai congedi e agli indennizzi a beneficio dei pazienti oncologici, sulle quali sono state depositate quattro diverse proposte di legge. La Ropi (rete oncologica pazienti Italia) le analizzate tutte, facendo emergere per ognuna di esse luci e ombre.
Si è arrivati così a individuare alcune proposte chiave per migliorare le regole a tutela dei lavoratori con tumore che Stefania Gori, presidente Ropi, con il segretario nazionale Stefano Giordani, ha presentato in audizione alla XI Commissione (Lavoro pubblico e privato) alla Camera dei Deputati.
«Abbiamo analizzato con attenzione le proposte di legge, che prevedono, tutte, l’estensione a 24 mesi del periodo di congedo con conservazione del posto di lavoro, con tempi di applicazione per i pazienti oncologici immediata dalla entrata in vigore della legge, ma che si differenziano in alcuni punti, quali la retribuzione di questo periodo di congedo e il numero di ore/anno per permessi retribuiti (e motivazioni)» spiega Gori. A questo si aggiunge il lavoro che ROPI ha svolto e che continua a portare avanti sul diritto all’oblio oncologico per coloro che sono guariti ed intendono tornare ad una vita normale.
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Per questo la Rete oncologica concorda sicuramente con la proposta di allungare il congedo da 6 a 24 mesi, ma prevedendo una retribuzione per tutto il periodo, ed escludendo dal computo i giorni di ricovero ospedaliero o in day hospital, così come i giorni di terapia ambulatoriale.
«Inoltre, ravvisiamo la necessità di prevedere indennizzi adeguati anche per i lavoratori autonomi, al momento senza alcuna tutela, e rivalutare il numero di ore per permessi retribuiti, che comprendano anche situazioni specifiche come la riabilitazione fisica o psicologica» sottolinea Gori.
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