“DIABOLIK ERA LA CERNIERA FRA GLI ALBANESI DI ZOGU E GLI IRRIDUCIBILI DELLA CURVA NORD” – LA RICOSTRUZIONE DEGLI INVESTIGATORI NEL CORSO DEL PROCESSO A CARICO DELL'ARGENTINO RAUL ESTEBAN CALDERON, ACCUSATO DELL'OMICIDIO DIABOLIK AGGRAVATO DAL METODO MAFIOSO - IL “COINVOLGIMENTO” DI LEANDRO BENNATO E DI GIUSEPPE MOLISSO E "L'OK DI M” ("M SAREBBE MICHELE SENESE…”)
Estratti da ilmessaggero.it
Una «cerniera» fra gli albanesi capeggiati da Arben Zogu e gli Irriducibili della Curva nord. Questo era il ruolo di Fabrizio Piscitelli, prima che fosse ucciso il sette agosto 2019 al Parco degli Acquedotti.
A mettere in fila i tasselli di uno dei delitti "eccellenti" della Capitale, è stato il colonnello Dario Ferrara, a capo del Nucleo investigativo di via In Selci.
Ferrara è stato ascoltato ieri nel corso del processo a carico dell'argentino Raul Esteban Calderon, accusato di omicidio volontario aggravato dal metodo mafioso e detenzione abusiva di armi.
In aula ha ripercorso l'informativa redatta insieme alla Squadra Mobile. In quelle pagine, depositate nelle scorse settimane e arricchite anche da numerose chat decriptate, si cristallizzano ruoli e posizioni, equilibri prima saldi e poi saltati.
«Il gruppo degli albanesi con al vertice Zogu faceva parte di un'organizzazione dedita al narcotraffico - ha spiegato Ferrara rispondendo alle domande dei pm Rita Ceraso e Mario Palazzi - insediata nella zona nord della Capitale e Acilia che poteva contare anche su appoggi all'estero.
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il boss michele senese, detto o pazzo
Una conversazione dove «si evince il coinvolgimento - ha concluso Ferrara - di Leandro Bennato e di Giuseppe Molisso che avrebbero spinto il "Fornaro" Alessandro Capriotti "a farlo", il riferimento è all'appuntamento che ha portato Piscitelli alla morte». In un'altra chat fra Alessandro Corvesi e Fabrizio Mineo i due sostengono che «c'è l'ok di M». M, ha ipotizzato l'investigatore in aula, «è Michele Senese».