stefano ricucci

 IL DIARIO DAL CARCERE DI STEFANO RICUCCI, TORNATO LIBERO DOPO 10 MESI A REGINA COELI: “ERO CON RAFFAELE PIZZA, ALFREDO ROMEO E RAFFAELE MARRA. HO PASSATO IL TEMPO A STUDIARE LE CARTE GIUDIZIARIE. HO PREPARATO LE MIE MEMORIE DIFENSIVE E INCONTRATO CONTINUAMENTE I MIEI AVVOCATI. IN QUESTA MIA VICENDA C'È QUALCOSA CHE NON QUADRA...”

Paolo Berizzi per “la Repubblica”

 

RICUCCIRICUCCI

Nel torrido luglio di Roma, spunta Stefano Ricucci. «E sì, sono uscito. Dieci mesi e mezzo: 20 luglio-31 maggio». Come spesso accade nella cabala carceraria, proprio come dieci anni fa l' ex "furbetto del quartierino" (il copyright è suo) si è lasciato alle spalle il portone di Regina Coeli la mattina del 31 maggio. Niente fotografi né cronisti. «Beh, si sa com' è, no? Quando entri ce sta er cinema, invece quando esci... Ma molto meglio così eh, per carità».

 

Dimagrito, riflessivo, in partenza per qualche giorno di vacanza in Sardegna con la madre ottantenne e il figlio Edoardo che ha 24 anni e per stare vicino al padre durante quest' anno di detenzione ha dovuto rinviare la laurea in economia. Ricucci accetta di conversare con "Repubblica".

RICUCCIRICUCCI

 

A una condizione: che non si entri nel merito della vicenda giudiziaria e processuale che un anno fa lo ha riportato dietro le sbarre per fatture false («i miei avvocati non vogliono, stanno studiando gli atti e ripercorrendo tutta la vicenda, al momento opportuno comunicheranno ciò che dovranno: aspettiamo che i giudici fissino la prima udienza»).

 

Come ha vissuto questo periodo in carcere?

«È un carcere. Ma sono sempre stato trattato bene. Stavo nel primo reparto della quinta sezione (dove solitamente sono reclusi i "criminali economici": manager, imprenditori, finanzieri, faccendieri). La direttrice del carcere, Silvana Sergi, è un' ottima persona, molto capace. La ringrazio».

RICUCCIRICUCCI

 

Chi erano i suoi compagni di cella o di reparto?

«I primi mesi c' era Raffaele Pizza (il faccendiere al centro dell' inchiesta Labirinto della Procura di Roma su appalti in enti e ministeri, fratello dell' ex sottosegretario Giuseppe Pizza - indagato nella stessa indagine - e protagonista dell' intercettazione in cui si vanta di aver fatto assumere il fratello del ministro Alfano alle Poste). Poi sono arrivati Alfredo Romeo (caso Consip, ora ai domiciliari con braccialetto elettronico) e Raffaele Marra (l' ex braccio destro della sindaca Virginia Raggi)».

ARRESTO DI STEFANO RICUCCIARRESTO DI STEFANO RICUCCI

 

Tutti lì?

«Sì. È un reparto fatto di quattro celle. I detenuti erano questi. Gente che, effettivamente, è stata molto sui giornali. Che è abituata, o ha dovuto abituarsi, a sentire parlare di sé. Guardavano i telegiornali per seguire gli sviluppi delle vicende giudiziarie in corso. Si giocava anche a carte, ma più che altro, anche loro, come me, passavano molte ore a studiarsi gli atti».

 

Uno si immagina un ambiente, diciamo, protetto. O no?

«Sicuramente la tipologia di detenuti è diversa. In carcere li chiamano "detenuti mediatici".

Forse è per questo che c' è maggiore attenzione».

 

Lei in questi anni è stato molto mediatico, i suoi affari sono andati di pari passo coi guai giudiziari.

RICUCCI E IL FIGLIO EDOARDORICUCCI E IL FIGLIO EDOARDO

«Non ho mai cercato i riflettori e l' attenzione dei media. È l' ultima cosa che mi interessa. L' ultima intervista che ho fatto risale a dieci anni fa (sempre con "Repubblica", giugno 2007, dopo i primi 13 mesi di carcere, ndr). Da tempo ho anche cambiato stile di vita ».

 

Addirittura. Sicuro?

«Basta lussi e vita mondana, basta fidanzate da copertina o in cerca di visibilità. Con quella roba lì ho chiuso. Sto nel mio. Con le uniche due persone che mi sono rimaste e che contano nella mia vita: mia madre e mio figlio. Loro mi sono sempre stati vicini. Tutto il resto viene, va, e passa. E ti lascia poco o niente».

 

Come trascorreva le giornate in cella?

stefano ricucci francesca lanastefano ricucci francesca lana

«Studiando le carte giudiziarie. Ho letto come un matto, ho preparato le mie memorie difensive e incontrato continuamente gli avvocati. In questa storia c' è qualcosa che non quadra ma non ne voglio parlare... non adesso».

 

«Che fate, m' arrestate pe' due carte?», disse un anno fa ai finanzieri che la stavano portando a Regina Coeli. Il solito Ricucci.

«Su questo non mi faccia dire niente. Ora parto per il mare. Porto mia madre in Sardegna. Starò un po' là e un po' a Roma».

 

ricucci chi 6ricucci chi 6

Ha ripreso a lavorare?

«Una settimana dopo che sono uscito, stavo già in ufficio. Ma ormai la mia attività è soprattutto a Londra. Ho smesso da anni di "interessarmi" all' Italia. Come ho già detto in passato l' Italia è ferma: c'è una cosa che sta funzionando in Italia? Non se ne esce».

 

Chi veniva a trovarla in cella?

«Mia madre e Edoardo. E sono venuti anche dei parlamentari».

 

Chi?

«Roberto Giachetti e Miguel Gotor. Hanno fatto il giro del reparto, si sono fermati a chiacchierare. In carcere sei mentalmente obbligato a impegnare il tempo, se viene qualcuno aiuta».

 

ricucci chi 5ricucci chi 5

Lei si è sempre interessato alla politica, anche negli anni della scalata Rcs e della vicenda Bnl. Ha conosciuto e frequentato politici di destra e di sinistra. Qualcuno doveva anche essere funzionale ai suoi affari. Poi quando l'hanno arrestata hanno preso tutti le distanze: Ricucci chi?

«È vero, la politica mi ha sempre appassionato. Sono uno che vuole capire le cose, quello che succede. Dalla politica alla fine dipende il tuo quotidiano: i servizi, il lavoro, l'economia, la società. La politica decide tutto: dal funzionamento della sanità a quello del sistema giudiziario, se e come accogliere i migranti, come proteggere il Paese dal rischio terrorismo. Perché i terroristi non ci hanno ancora attaccato? Forse perché abbiamo il Papa? Comunque in politica vedo solo un gran casino, peggio di prima».

 

 Stefano Ricucci Stefano Ricucci

Qualcuno sorriderà, sentendola.

«Perché? Sono un cittadino: penso, osservo, mi faccio una mia idea. Credo nel mio lavoro e credo sempre nella giustizia: se sbaglio pago, ma se non ho sbagliato è giusto che venga riconosciuto».

natasha tozzi con stefano ricucci natasha tozzi con stefano ricucci

 

Ha seguito le vicende che hanno riguardato le banche, da Etruria alle venete?

«Stendiamo un velo pietoso. Sono la dimostrazione di come funziona il sistema Italia, semmai ce ne fosse bisogno».

 

Che cosa farà adesso?

«Guardi, penso notte e giorno alla mia ultima vicenda giudiziaria: mi preparo al processo e intanto riprendo in mano la mia vita, i miei affetti».

 

Ha detto che, a parte sua madre e suo figlio, nessuno le è stato vicino. Perché?

«Perché è così. Quando finisci in carcere la gente che prima ti stava addosso, si allontana. Prima ti cercano, poi ti evitano: diventi appestato. Poi esci e magari ritornano. Così va il mondo».

famiglia allargata ricucci fico tozzifamiglia allargata ricucci fico tozziRICUCCI FLORICUCCI FLOSTEFANO RICUCCI TEO MAMMUCCARISTEFANO RICUCCI TEO MAMMUCCARISTEFANO RICUCCI CON GRANDE GNOCCA CRISTINA DEL BASSO STEFANO RICUCCI CON GRANDE GNOCCA CRISTINA DEL BASSO debora salvalaggi e stefano ricuccidebora salvalaggi e stefano ricucci

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…