
LA DIFFICILE CONVIVENZA TRA FRANCESCO E IL PAPA EMERITO BENEDETTO XVI: CON PADRE GEORG, BRACCIO DESTRO DI RATZINGER, FU SCONTRO TOTALE, FINO ALLA REVOCA DELL’INCARICO E AL SUO ALLONTANAMENTO DAL VATICANO. MOTIVO DEL CONTRASTO TRA I DUE, IL LIBRO DI MEMORIE IN CUI LO STRETTO COLLABORATORE DI BENEDETTO XVI SOTTOLINEÒ LE DIFFERENZE TRA I DUE PAPI: PER ESEMPIO, LA QUASI TOTALE ABOLIZIONE DELLA MESSA IN LATINO INTRODOTTA DA RATZINGER…
Orazio La Rocca per “la Repubblica” - Estratti
papa francesco con benedetto xvi
«È il nostro nonno saggio che vive in Vaticano. È il fratello a cui mi rivolgo per consigli e incoraggiamenti, e per pregare insieme. Gli sono grato. Preghiamo perché Dio ce lo conservi a lungo».
Era solito parlare così papa Francesco, in pubblico e in privato, del papa emerito Benedetto XVI, durante i dieci anni vissuti insieme in Vaticano.
Un’intesa storica, unica, ancora più sorprendente perché nata tra un argentino e un tedesco diversi nel carattere, nella formazione culturale, e dai tratti pastorali sostanzialmente contrapposti. Che tuttavia non sfoceranno mai in posizioni apertamente conflittuali. Con un’unica eccezione, legata al difficile rapporto che si crea fin da subito tra Francesco e il fedele segretario di Ratzinger, il vescovo Georg Gänswein, allora prefetto della Casa Pontificia. Un dissidio che sfocia nella revoca dell’incarico di Gänswein e poi — alla morte di Benedetto XVI — al suo allontanamento dal Vaticano (viene nominato nunzio apostolico in Lituania).
Motivo del contrasto definitivo tra i due, il libro di memorie in cui lo stretto collaboratore di Benedetto XVI sottolinea le differenze e i contrasti tra i due papi: per esempio, la quasi totale abolizione della messa in latino introdotta da Ratzinger, «una decisione che recherà molto dolore a Benedetto XVI», scrive Gänswein. Non meno conflittuali sono tematiche come il celibato sacerdotale, l’apertura della comunione a divorziati risposati, i gesti di misericordia e accoglienza nei confronti degli omosessuali.
Innegabile, in ogni caso, che i dieci anni del papa emerito abbiano in qualche modo condizionato l’operatività politico-pastorale di Bergoglio, anche se apparentemente sembra che tutto sia filato liscio e senza eccessivi intoppi. Anzi, tra i due spira subito aria di feeling. Appena Francesco viene eletto papa, il 13 marzo 2013, dal Conclave Bergoglio telefona a Benedetto XVI. È il loro primo contatto. A stretto giro, il nuovo papa dalla Loggia della benedizione della basilica di San Pietro invita i fedeli a «recitare una preghiera per il nostro papa emerito Benedetto XVI, che la Madonna lo benedica e il Signore lo custodisca ».
Il 15 marzo, nella prima udienza papale ai cardinali Bergoglio torna a rivolgere un pensiero «grato» a Benedetto XVI, per aver «arricchito la Chiesa con il suo magistero di fede, umiltà e mitezza». Il loro primo incontro si svolge sabato 23 marzo, con la visita di Bergoglio a Castel Gandolfo: pregano insieme nella cappella, l’uno accanto all’altro, «perché siamo fratelli», dice Francesco.
I due papi si incontrano o si sentono nelle solenni ricorrenze, a Natale, a Pasqua, in occasione di compleanni e onomastici. Ma anche durante i concistori e le canonizzazioni, in primis quelle di Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II. Persino nel corso dei suoi viaggi Francesco saluta sempre pubblicamente «il nostro papa emerito Benedetto che in questo momento ci sta seguendo dalla tv». Lo fa, per esempio, nelle Giornate mondiali della gioventù — a Rio de Janeiro nel 2013, in Corea del Sud nel 2014, in Polonia nel 2016 — tra gli applausi di milioni di giovani.
Padre Georg Ganswein bacia la bara di ratzinger
PAPA BENEDETTO XVI PAPA FRANCESCO
papa francesco e benedetto 5
benedetto xvi padre georg gaenswein
i nuovi cardinali incontrano ratzinger
Il successore - I miei ricordi di Benedetto XVI – Papa Francesco e Javier Martinez-Brocal
papa francesco ai funerali di ratzinger
benedetto xvi ratzinger e georg gaenswein 3
benedetto xvi ratzinger e georg gaenswein 1
papa francesco e benedetto 2
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