DIMMI COSA MANGI E TI DIRO' CHI SEI - CHI PREFERISCE I DOLCI CERCA AFFETTO E SOSTEGNO, CHI AMA IL SALATO HA UNA PERSONALITA' RIFLESSIVA E COMPLESSA E UN'INQUIETUDINE INTERIORE - MANGIARE LENTAMENTE E' SINTOMO DI CALMA, LA VORACITA' E' TIPICA DEI "PREDATORI" - E SE ORDINATE PIU' PORTATE DI QUELLE CHE RIUSCITE A FINIRE...
Melania Rizzoli per Libero Quotidiano
Le scelte alimentari che facciamo ogni giorno riflettono alcuni tratti della nostra personalità ed osservare una persona a tavola mentre mangia ci permette di capire molte cose su di essa, poiché è dimostrato che esiste una correlazione tra il modo in cui si consuma un pasto, il proprio carattere e finanche la propria sessualità.
La quantità di cibo che mangiamo per esempio è in grado di rilevare molti lati celati ed oscuri della vita affettiva e sentimentale di una persona, poiché coloro tendenti a mangiare pochissimo o con disturbi di anoressia manifestano il rifiuto del cibo come fossero in sciopero mentale e sessuale, una sorta di vendetta intesa nei confronti della famiglia o dei genitori, in realtà rivolta verso se stessi.
Diversamente chi tende all'obesità ed accusa sempre la necessità di alimentarsi rivela la carenza di emozioni forti, che tendono ad appagare nutrendosi a dismisura anche in assenza di vera fame.
Il cibo notoriamente è una necessità ma anche un piacere, in quanto influenza il nostro umore, regala un senso di sollievo, di sazietà, di allegria e disponibilità verso gli altri, predispone alla convivialità ed alla condivisione, e quello che mangiamo rivela anche qualcosa su quello che proviamo nell'anima poiché nei momenti tristi l'interesse di nutrirsi decade fino quasi ad azzerarsi.
La relazione tra il cibo e la psiche è molto più che un aneddoto, e chi soffre di emozioni represse è succube delle voglie improvvise, di una fame emotiva senza avere appetito, con un bisogno impellente di assaporare un alimento in quei minuti gratificante, che compensa un disagio più o meno nascosto spesso confuso con noia e insoddisfazione.
LO STATO EMOTIVO Chi preferisce gli alimenti dolci è alla ricerca di affetto e sostegno, di recuperare quelle gratificazioni che mancano nella loro vita in quel momento, per cui, nell'esigenza di colmare qualche mancanza, è aperto ad una vita familiare ed amorosa, dimostrando un calo umorale quando rinuncia ai carboidrati durante il giorno.
Solitamente si osserva come le persone tendano a ricercare cibi più zuccherini e grassi quando sono di cattivo umore, come compensazione, allo scopo di modulare gli stati emotivi, per tentare di colmare sensazioni di vuoto o placare il dolore interiore, per cui la cioccolata diventa una sorta di conforto, tranne in chi è affetto da anoressia, patologia che accentua gli aspetti negativi del cibo da cui si tenta di rifuggire, creando così un circolo vizioso che imprigiona il paziente in un meccanismo di insoddisfazione autodistruttivo.
Chi invece opta per i cibi ricchi di sale e saporiti rispecchia il più delle volte una personalità riflessiva e complessa, una inquietudine interiore, con tendenza ad essere aggressivo od irruente, come chi preferisce gli alimenti piccanti, o sceglie di coprire i sapori naturali con spezie, peperoncini o altri ingredienti per celare o soprassedere ad una situazione di disagio ricercando le emozioni del palato.
Il cibo ha una funzione nutritiva ma la scelta delle pietanze ha anche un significato simbolico, in quanto rivela l'espressione di sé, di chi si è e di come ci si propone, oltre a riflettere il proprio posizionamento sociale, perché le nostre scelte alimentari raccontano chi siamo, comunicano l'identità personale, culturale, affettiva e sessuale, esprimono uno stile di vita.
Chi mangia lentamente, assaporando i cibi con calma rivela di essere una persona attenta, non frettolosa nemmeno nell'intimità, e generoso nel regalare piacere. Chi invece chiede informazioni su vari piatti e ingredienti di un menù, rivela di essere una persona che non sceglie con superficialità, affidabile ma molto esigente, mentre chi sceglie un piatto qualunque senza molta attenzione, che mangia con voracità è quello che viene definito un "predatore" e questa fretta potrebbe averla anche nell'intimità.
Coloro che invece scelgono cibi di qualità da consumare con parsimonia sono persone ordinate, precise ma molto pignole, perfette per le relazioni durature, ma non come amanti virili e focosi.
I CURIOSI Infine chi ordina più portate di quelle che riesce poi a mangiare o finire dimostra di essere curioso ma poco costante e le sue storie sono in genere intense ma brevi. Negli ultimi anni l'attenzione scientifica si è concentrata sul "microbiota intestinale" puntando a comprendere come l'alimentazione e la sua interazione con il sistema immunitario e nervoso centrale possano andare ad influire sul comportamento personale e sociale, essendo ormai accertata la stretta interconnessione tra cibo e mente e la loro reciproca interdipendenza.
Uno dei primi sintomi fisici e mentali della depressione per esempio, è proprio la perdita di appetito, a cui si somma la mancanza di piacere nel mangiare. Sul cibo scarichiamo tutte le paranoie, le frustrazioni, le dipendenze e le manie di controllo, sottovalutando che la felicità o la tristezza non nascono solo dai condizionamenti psicologici, sociali e affettivi che ci circondano, ma soprattutto da cosa e da come mangiamo, poiché chi ha un cattivo rapporto con il cibo, lo ha anche con le persone che frequenta, dal momento che una cattiva alimentazione influisce sulla salute fisica, psicologica e mentale.