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DIPLOMAZIA DEL RAZZO/2 – L’ATTACCO IRANIANO A ISRAELE ERA OBBLIGATO PER QUESTIONI DI IMMAGINE: NON RISPONDERE ALL’UCCISIONE DI MOHAMMED REZA ZAHEDI AVREBBE FATTO PASSARE KHAMENEI PER CACASOTTO. IL RAID SERVE ANCHE COME MESSAGGIO PER GLI ALLEATI “PROXY”, COME HOUTHI E HEZBOLLAH – PUR SE VOLUTAMENTE “SPOMPO”, IL RAID HA MOSTRATO L’INFERIORITÀ TECNOLOGICA DEL REGIME, NONOSTANTE GLI AIUTI RUSSI, E HA RIPORTATO IN PRIMO PIANO IL TEMA DELLA POLITICA NUCLEARE DELLA REPUBBLICA ISLAMICA…

 

ATTACCO DELL IRAN A ISRAELE - SPIANATA DELLE MOSCHEE A GERUSALEMME

 

 

 

 

 

 

 

1. LE SCELTE E LE CONTROMOSSE: LA TATTICA DEGLI AYATOLLAH IN CASO DI UN SECONDO ROUND

Estratto dell’articolo di Guido Olimpio per il “Corriere della Sera”

 

ALI KHAMENEI IN PREGHIERA PER LA FINE DEL RAMADAN

Una rappresaglia «telefonata» che non toglie sostanza al messaggio simbolico e forte: l’Iran ha superato la linea rossa attaccando in modo diretto Israele. Un’azione calcolata da parte dei pasdaran per stabilire un’equazione con lo Stato ebraico. Se ci colpiscono — ha affermato il loro comandante — li colpiremo. Sperando di riuscire a superare le difese nemiche e contando su nuove armi in continuo sviluppo. 

 

L’intelligence ha fatto il suo mestiere dando l’allarme per tempo. È vero che i mullah non si sono nascosti: la rappresaglia era annunciata ed hanno passato comunicazioni — 72 ore prima dello strike — attraverso canali riservati. Inoltre, non potevano mascherare i preparativi visto il dispiegamento di mezzi.

 

attacco dell iran a israele cielo di gerusalemme

Lo spionaggio è servito a valutare la portata della minaccia, i sensori dei satelliti americani hanno quasi certamente «visto» la fase iniziale, specie il lancio dei cruise. In «ascolto», sull’altra barricata, i russi attraverso le «stazioni» in Siria, curiosi di scoprire dettagli operativi sui rivali.

 

Gli iraniani hanno «sparato» una falange di missili/droni, a centinaia per ingaggiare le difese dello Stato ebraico. Anche questo era ampiamente previsto ma non da sottovalutare perché risponde ad una proiezione continua da parte di Teheran. La Divisione aerospaziale dei pasdaran ha riprodotto in grande quanto fatto dalle milizie alleate dallo Yemen all’Iraq, testando gli armamenti, le rotte di attacco, le contromosse.

 

Userà quanto avvenuto in queste ore nel prossimo round, ricorrendo a tattiche e quantità di vettori per soverchiare le «batterie». Specie se dovessero utilizzare i nuovi ordigni balistici affiancati da raid estesi dell’Hezbollah che vanta scorte profonde. La Repubblica islamica — che dispone di circa 3 mila missili — sta dicendo: abbiamo un lungo braccio, lo stenderemo ancora.

 

ISMAIL HANIYEH, LEADER DI HAMAS, CON L AYATOLLAH KHAMENEI

Non manca, all’opposto, una corrente di pensiero che considera la mossa iraniana un flop, un’incursione «spettacolare» dai risultati modesti. Alcuni commentatori parlano di «coreografia», di un’operazione ampia ma comunque racchiusa entro certi limiti per evitare la guerra totale.

 

C’è sicuramente una componente propagandistica, in questo caso però l’assalto è stato robusto ed ha costretto il nemico — anzi i nemici — ad una mobilitazione.  […]

 

 

2. ARMI E MISSILI INADEGUATI MA L’IRAN FA PAURA CON LA MINACCIA ATOMICA

Estratto dell’articolo di Raffaele Genah per "il Messaggero"

 

Ali Khamenei Ismail Haniyeh e due leader di hamas

[…] Non sfugge neanche a Teheran che gli attacchi dal cielo […] non hanno praticamente raggiunto il territorio israeliano, intercettati nel 99% dei casi dallo scudo protettivo messo insieme da Usa, Gran Bretagna, Francia a cui si è aggiunta anche la Giordania. Quello che era considerato un temibile arsenale di guerra si è rivelato inadeguato alla sfida con le tecnologie avanzate dei paesi occidentali.

 

PROTESTE CONTRO ISRAELE E USA IN IRAN

Dei 170 droni non ne è arrivato neanche uno in territorio israeliano, lo stesso vale per i 130 missili da crociera abbattuti fuori dai confini dello stato ebraico mentre dei 120 missili balistici solo pochissimi hanno superato la barriera cadendo nell'area della base aerea di Nevatim procurando danni limitatissimi.

 

Armi vecchie o di scarsa efficacia costruite interamente in Iran come decise nel 1989 l'ayatollah Khomeini in risposta alle sanzioni internazionali. Un'operazione militare che ha offerto una grande occasione ad Israele per uscire dall'isolamento internazionale a cui le guerra di Gaza e la grave crisi umanitaria l'avevano spinto.

gabinetto di guerra israele

 

Ma l'attacco ha involontariamente riportato in primo piano un tema che da sempre l'Iran vuole tenere lontano dai riflettori: la politica nucleare avviata da anni dalla Repubblica islamica e che si avvicina pericolosamente al traguardo dell'arricchimento dell'uranio.

 

Sono in molti oggi ad interrogarsi sui rischi delle armi nucleari nelle mani degli Ayatollah. E questo, se non ora certamente in futuro, sarà valutato con grande attenzione dagli strateghi militari israeliani che da anni studiano come fermare la costruzione delle centrali.

 

L'azione di sabato sembra rispondere più alle esigenze d'immagine, sia all'interno del paese sia verso gli alleati, i cosiddetti "proxy", costringe la Repubblica islamica a lasciare il ruolo comodo e ambiguo di grande burattinaio e riconferma i confini della geopolitica dell'area.

 

ali khamenei

Da un lato, sostenuta da Russia e Cina, l'Alleanza filo-sciita le cui mosse vengono decise dalla teocrazia di Teheran che ha sapientemente fatto entrare in scena gli attori a sostegno dei terroristi di Hamas, sia sul confine nord, dove operano gli Hezbollah, sia da sud con le incursioni sempre più frequenti degli Houthi contro le navi mercantili. E ci sono poi altri due fronti mantenuti vivi per impegnare le forze armate israeliane.

 

Quello con le milizie irachene diventate di fatto la filiale locale delle Guardie della Rivoluzione. E il versante siriano dove i pasdaran iraniani […] spingono gli Hezbollah a minacciare e attaccare Israele dalle alture del Golan.

 

ATTACCO IRANIANO A ISRAELE

Nel campo opposto, gli  Usa […] non si sono sottratti all'impegno di proteggere militarmente l'alleato storico, affiancati da Regno Unito e Francia e dai paesi arabi moderati a cominciare da Egitto e Giordania e che possono sicuramente contare sui paesi del Golfo che hanno sottoscritto nel 2020 gli accordi di Abramo e soprattutto sull'Arabia Saudita, custode dei luoghi santi di Medina e La Mecca.  […]

iron dome in funzione droni iraniani abbattuti da israele 3droni iraniani abbattuti da israele 2iraniani festeggiano l attacco a israele

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