L'UNICA COSA SICURA NEL CASO DEI “PAESI SICURI” È CHE LA DUCETTA HA FATTO UN BEL CASINO – GLI STATI UE HANNO LISTE DIVERSE TRA LORO MA TUTTI DEVONO RISPETTARE LA DIRETTIVA COMUNITARIA. TRADOTTO: IL DECRETO LEGGE APPPROVATO IN TUTTA FRETTA DAL CONSIGLIO DEI MINISTRI DOPO LA FIGURACCIA SUI CENTRI IN ALBANIA POTREBBE ESSERE INUTILE. LE NORME DEL DIRITTO EUROPEO PREVALGONO SU QUELLE NAZIONALI – IL NODO DEL RICONOSCIMENTO "PARZIALE" E IL NUOVO PATTO DI MIGRAZIONE CHE ENTRERA’ IN VIGORE SOLO NEL 2026 – DOMANDE E RISPOSTE – IL DAGOREPORT
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Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per “la Stampa”
La Francia ha sentito l'esigenza di inserire nella propria lista, tra gli altri, l'Armenia e la Mongolia. Il Belgio ha aggiunto l'India, mentre la Grecia il Nepal e i Paesi Bassi gli Stati Uniti. Ma cosa si intende esattamente per "Paese di origine sicuro"? Con quali criteri vengono definiti? Quali sono i margini di manovra dei governi nazionali rispetto al quadro giuridico europeo?
La decisione del Tribunale di Roma, relativa all'esame delle richieste di asilo dei migranti trasferiti in Albania, ha riacceso il dibattito attorno al concetto di Paese di origine sicuro. Che non comporta automaticamente il rigetto della domanda d'asilo e nemmeno il rimpatrio immediato per i suoi cittadini. Tanto che molti Stati membri dell'Ue non si sono mai dotati di una tale lista.
«L'Italia ha definito una lista di Paesi di origine sicuri: i migranti che provengono da queste zone potranno essere immediatamente espulsi»
FALSO
IL DECRETO LEGGE SUI PAESI SICURI - VIGNETTA BY ELLEKAPPA
La definizione della lista dei Paesi di origine sicuri serve per stabilire le nazionalità dei cittadini che possono essere sottoposti a una procedura accelerata per l'esame delle loro domande d'asilo. Ma il respingimento della loro domanda non può essere automatico, nemmeno se provengono da Paesi sicuri.
La questione è emersa nel quadro dell'accordo con Tirana perché il protocollo prevede che l'Italia trasferisca nei centri in Albania solo i migranti adulti, uomini, non vulnerabili, che siano appunto provenienti da Paesi considerati sicuri, in modo da effettuare lì la procedura accelerata.
«I migranti provenienti dagli Stati che non figurano nell'elenco dei Paesi sicuri non possono essere rimpatriati»
centro migranti DI GJADER IN ALBANIA
FALSO
Non esiste una lista di Paesi di origine "non sicuri". E l'esame delle domande d'asilo va sempre fatto individualmente, caso per caso. Anche chi viene da un Paese considerato sicuro può ottenere la protezione internazionale, mentre la possibilità di rimpatriare un migrante "irregolare" dipende dagli accordi bilaterali con il Paese di origine.
«La Commissione europea considera il modello Albania contrario al diritto Ue»
FALSO
La Commissione ritiene che il protocollo Italia-Albania non violi le norme Ue, altrimenti avrebbe aperto una procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia. La Commissione chiede però che la legislazione italiana sulla lista dei Paesi di origine sicuri (fondamentale per selezionare i migranti che possono essere portati nei centri in Albania) sia in linea con le direttive Ue e con le sentenze della Corte di Giustizia dell'Unione europea.
vignetta sui migranti in albania
«I giudici del Tribunale di Roma si sono permessi di modificare l'elenco dei Paesi di origine sicuri»
FALSO
I giudici non sono affatto entrati nel merito della questione. Hanno soltanto stabilito che – alla luce della sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione europea del 4 ottobre scorso – un Paese non può essere considerato "parzialmente" sicuro: deve esserlo per tutti i suoi cittadini e sull'intero territorio.
[…]
«Spetta ai singoli Stati decidere quali Paesi sono considerati sicuri, non all'Unione europea»
PARZIALMENTE VERO
La lista dei Paesi di origine sicuri viene definita dai singoli Stati membri, ma sulla base di princìpi comuni e in linea con la direttiva europea 2013/32. La Corte di Giustizia Ue ha stabilito che, alla luce di questa direttiva, non si possono dichiarare Paesi sicuri soltanto in modo parziale. O lo sono per intero, oppure non possono essere considerati tali.
MEME GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI
«L'Unione europea ha riconosciuto la necessità di consentire agli Stati di definire i Paesi sicuri anche solo in modo parziale»
PARZIALMENTE VERO
Nel nuovo Patto migrazione e asilo, adottato nella scorsa primavera, c'è un regolamento (2024/1348) che effettivamente prevede la possibilità di designare un Paese sicuro soltanto parzialmente. Ma tale regolamento si applicherà soltanto a partire dal giugno 2026. Fino a quel momento, resterà in vigore la direttiva 2013/32 e la giurisprudenza dovrà basarsi sulla sentenza della Corte di Giustizia Ue del 4 ottobre. Con ogni probabilità, quindi, i giudici italiani continueranno ad applicare questi princìpi nel valutare eventuali ricorsi perché le norme del diritto europeo prevalgono su quelle nazionali.
«Tutti gli Stati Ue considerano l'Egitto, il Bangladesh e la Tunisia come Paesi sicuri» FALSO
Alcuni li hanno inseriti nelle loro liste (come Grecia e Cipro), ma moltissimi altri Stati membri, invece, non li hanno inclusi. Questo non impedisce loro di respingere le richieste d'asilo dei migranti che provengono da quei Paesi, se considerate infondate in seguito all'esame individuale.
migranti in albania - vignetta by vukic
«Non esiste una lista europea di Paesi considerati sicuri da tutti»
VERO
La Commissione europea guidata da Jean-Claude Juncker aveva fatto una proposta in tal senso nel 2015. Ma i negoziati tra i governi e l'Europarlamento si erano arenati in seguito ai disaccordi emersi sulla scelta dei Paesi da inserirvi. Per questo, nel 2020, la Commissione ha ritirato la sua proposta e si è deciso di mantenere soltanto le liste nazionali.
«Tutti gli Stati Ue hanno l'obbligo di stilare una lista dei Paesi di origine sicuri»
FALSO
i primi migranti arrivati nel centro di prima accoglienza di Shengjin
Avere una lista di Paesi considerati sicuri non è un obbligo, ma una facoltà che consente di accelerare le procedure per l'esame delle richieste d'asilo. All'interno dell'Ue, le liste sono diverse da Stato a Stato e alcuni Paesi, come la Spagna e il Portogallo, nemmeno ce l'hanno.
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