"IL MALATO È LA PRIMA VITTIMA DELLA 'MEDICINA DIFENSIVA', PIÙ IL MEDICO È SERENO, PIÙ LA COLLETTIVITÀ È GARANTITA" - DOMANI AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA SI RIUNIRÀ LA COMMISSIONE SULLA COLPA PROFESSIONALE MEDICA PER LAVORARE A UNA RIFORMA CHE RIDUCA LA QUANTITÀ DI CAUSE GIUDIZIARIE (SPESSO INFONDATE) CONTRO I MEDICI: "SOLO IL 2 PER CENTO DELLE CAUSE CONTRO I MEDICI FINISCE CON UNA CONDANNA. UN MEDICO PREOCCUPATO, CHE ORDINA UN GRAN NUMERO DI ESAMI, CREA DUE TIPI DI PROBLEMI, OVVERO…"
Estratto dell'articolo di Mauro Evangelisti per “il Messaggero”
«Il nostro impegno e la nostra responsabilità: trovare un punto d'equilibrio fondamentale tra la garanzia completa al paziente, che deve accostarsi alla sanità sapendo di essere tutelato anche dal punto di vista giudiziario, e la serenità del medico che non deve temere ogni volta di finire sotto inchiesta senza un fondato motivo. Ricordiamolo: la collettività ha interesse a un medico sereno perché offre un servizio migliore». A parlare è Adelchi d'Ippolito, presidente della Commissione sulla colpa professionale medica.
Formata da giuristi e specialisti, si riunirà per la prima volta domani, al Ministero della Giustizia. Avrà un anno di tempo per formulare una proposta di riforma che riduca l'enorme quantità di cause giudiziarie, spesso infondate, per presunti errori medici. del medico che non deve temere ogni volta di finire sotto inchiesta senza un fondato motivo. […]
SCENARI
In una intervista al Messaggero il ministro della Salute, Orazio Schillaci, aveva spiegato due settimane fa: dobbiamo limitare il fenomeno delle denunce temerarie contro i medici, altrimenti non fermeremo la piaga della "medicina difensiva", che porta spesso a esami e analisi inutili prescritti solo per tutelarsi da eventuali querele. Anche il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, aveva spiegato: «Vogliamo tutelare il paziente e il medico, riducendo le attuali criticità. Il malato è la prima vittima della "medicina difensiva", diventata una zavorra per l'operatore sanitario, che ha il diritto di lavorare in tranquillità, e per il malato, che ha il diritto di non essere sottoposto a esami inutili e costosi».
Adelchi d'Ippolito, […] parte da una percentuale: «Solo il 2 per cento delle cause contro i medici finisce con una condanna». […] «Più il medico è sereno, più la collettività è garantita. Al contrario, un medico preoccupato, che ordina un gran numero di esami, crea due tipi di problemi. Uno finanziario: finisce con l'incidere sulle casse dello Stato con la prescrizione di prestazioni inutili, spesso invasive e costose. Secondo problema: si sottrae a chi ne ha veramente bisogno la possibilità di ottenere in tempi rapidi quegli stessi esami».
Si parla di querele temerarie. «Sarà oggetto di riflessione della commissione. Dobbiamo evitare che si presentino denunce contro i medici perché tanto non si ha nulla da perdere. S'ingolfano i tribunali e si rende più timorosa la classe medica che vede sempre dietro di sé svolazzare la toga del pubblico ministero. Questo non va bene».
[…] «Qui non stiamo parlando di impunità per i medici, lo ripeto. Ma da una parte dobbiamo consentire ai tribunali di decidere in tempi rapidi l'archiviazione quando ve ne ricorrano, dall'altra dobbiamo scoraggiare chi si fa promotore di denunce-querele temerarie».