notre dame

MA ESATTAMENTE COM'È FATTO QUESTO "POPOLO DEL WEB"? – DOPO L’INCENDIO DI NOTRE DAME CI È STATA PROPINATA LA SOLITA RACCOLTA DI COMMENTI DEFICIENTI SU OSCURE PROFEZIE E COMPLOTTI VARI, NASCOSTI DIETRO L’AUTOREVOLISSIMA PERIFRASI “IL WEB DICE” – EPPURE MAI COME QUESTA VOLTA HANNO PREVALSO LA SOLIDARIETÀ E I BUONI SENTIMENTI (ALCUNI SINCERI ALTRI MENO): DAL TWEET DELLA FENICE ALLA PREGHIERA SENZA TELEFONI AI PIEDI DELLA CATTEDRALE

IL CROLLO DELLA GUGLIA DI NOTRE DAME
PARIGI PREGA PER NOTRE DAME

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nicolò Zuliani per www.termometropolitico.it

 

notre dame in fiamme

L'incendio di Notre Dame è stato un disastro che ha colpito pressoché tutto il mondo. Milioni di persone hanno twittato le loro emozioni, subito riprese dalla stampa secondo il protocollo "il web". Nessuno sa davvero chi sia o dove abiti il web, ma torna utile quando si tratta di promulgare la narrazione "che tempi, signora, che tempi".

 

Consiste nello scandagliare i fondali dei social network, pescare i commenti più idioti, farneticanti o estremisti, cucirli insieme e servire a tavola un ritratto desolante della popolazione mondiale, nascondendosi dietro l'autorevolissima parola "il web dice".

IL POST DI ROBERTO SAVIANO SU NOTRE DAME

 

È una manovra diffusa quanto infame

Tutti abbiamo visto e sentito interviste - o letto blog fatti apposta - che raccolgono opinioni di deficienti, di solito intitolate "il peggio di". Ecco allora che Notre dame per il popolo è un attentato terroristico, una metafora dell'occidente, bruciamo tt le kiese, oscure profezie, i francesi se l'ammeritano perkè Ciarli Ebdo, haha guardate Trump vuole mandare i canadair di Di Mai00000!1!!!!!!11 e altre vette di umorismo da terza elementare. Quando leggiamo questi abissi di mestizia ci sentiamo molto intelligenti e vogliamo farlo sapere a tutti, così ci affrettiamo a cliccare e condividere, indignati e orgogliosi: Queste sono le conseguenze dí BerluscSALVEENEE, bisogna ripartire dalla scuola, ci vuole píù Europa.

Perché?

 

Dolcezza ed empatia rovinano gli editoriali indignati

IL TWEET DEL TEATRO LA FENICE SU NOTRE DAME

Dopo che "il web" ha espresso la solita opinione cucita ad hoc, i VIP del giornalismo accorrono a strapparsi i capelli tuonando corsivi indignati. Che schifo, che mondo, che orrore, laggente è diventata razzista, sessista, omofoba, xenofoba e via col solito carrozzone.

 

Peccato che "il web" sia una costruzione narrativa faziosa, parziale e ignobile costruita per fomentare altro odio, al solo scopo di aumentare le interazioni social. L'incendio di Notre Dame ha commosso e unito come raramente s'è visto. Governanti da tutto il mondo, supportati da milioni di persone indipendentemente dal colore politico, si sono stretti attorno alla Dama di Parigi. Persino i gilet gialli si sono fermati; è stato uno spettacolo di umanità e speranza enorme.

 

notre dame in fiamme

La scelta migliore

La terza legge di Newton funziona nel mondo fisico e in quello sociale: a ogni azione corrisponde una reazione uguale o contraria. Possiamo scegliere di diventare scimmie che si tirano la merda addosso, in modo che altre scimmie facciano lo stesso in un crescendo di livore, aggressività e infantilismo che di solito termina con dazi, incidenti diplomatici e guerre fredde-quasi-nucleari.

notre dame 66

 

Oppure possiamo scegliere di vedere il lato bello, raro e prezioso dell'incendio a Notre Dame. Il tweet del Teatro della Fenice. Uomini e donne di tutte le età in ginocchio che guardano una cattedrale del 1260 bruciare e cantano "Je vous salue Marie" senza cellulare in mano non stanno "cercando di spegnere l'incendio con le preghiere". Stanno facendosi coraggio l'un l'altro, pur non conoscendosi. Dipende come la si vede, ma anche come la si vuole raccontare.  Come Jep Gambardella, scegliere la grande bellezza invece dei selfie della cinquantenne sgallettata.

incendio a notre dame 30incendio a notre dame 39incendio a notre dame 4incendio a notre dame 55incendio a notre dame 89notre dame in fiammeincendio a notre dame 71incendio a notre dame 66incendio a notre dame 9

Ultimi Dagoreport

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)