NON FATEGLI GIRARE I BERGOGLIONI - DOPO IL PUGNO A CHI OFFENDE LA MAMMA, IL PAPA SDOGANA ANCHE LA SCULACCIATA EDUCATIVA: “BISOGNA CORREGGERE MA SENZA AVVILIRE. CHI DEVE PUNIRE LO FA IL GIUSTO, E VA AVANTI”

Marco Ansaldo per “la Repubblica”

 

E dopo il pugno di Bergoglio, arrivò la sculacciata del Papa. C’è bisogno di padri magnanini e pazienti, ha detto ieri Francesco nell’udienza generale del mercoledì nell’Aula Paolo VI. Di genitori dolci e vicini, ma anche fermi quando è necessario. Perché il padre di famiglia deve essere «presente» con i figli, e saper «attendere e perdonare». Però, pure «correggere senza avvilire».

 

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Poi Jorge Bergoglio, come sempre quando vuole sottolineare il suo pensiero, ha lasciato da parte i fogli del discorso preparato, e si è rivolto all’uditorio a braccio. «Una volta — ha spiegato con il sorriso, mimando il gesto di un padre che dà una sculacciata — ho sentito in una riunione di matrimonio un papà dire: “A volte devo picchiare un po’ i figli, ma mai in faccia per non avvilirli”». E subito, serio, ha commentato: «Che bello, ha senso della dignità». Quindi ha concluso, precisando: «Deve punire, lo fa il giusto, e va avanti».

 

Il Papa latinoamericano torna a insistere sul concetto di educazione e rispetto, ma non si vergogna di indicare una strada che può andare anche per le spicce. Poche settimane fa, sul volo di andata del suo viaggio apostolico nello Sri Lanka, aveva sorpreso con un esempio affermando, a proposito della strage di Parigi contro i vignettisti della rivista Charlie Hebdo, che chi «offende mia madre si aspetti un pugno». E il «pugno di Bergoglio» aveva attraversato l’intera settimana del viaggio, con un’ulteriore precisazione di Francesco («le relazioni fra uomini si devono basare sulla prudenza ») fatta sul volo di ritorno dalle Filippine a Roma.

VIGNETTA VAURO - BERGOGLIO PAPAGNOVIGNETTA VAURO - BERGOGLIO PAPAGNO

 

Da sempre il problema dell’educazione fornita ai figli nelle famiglie è un tema centrale, un argomento forte in grado di suscitare posizioni diverse. E il Papa argentino non si sottrae a questo confronto, mettendosi fra i sostenitori di coloro che puniscono i figli, picchiandoli se necessario, benché senza umiliarli. Lo fa, proseguendo un ciclo di catechesi sulla famiglia, in vista del Sinodo dei vescovi in programma il prossimo ottobre.

 

Davanti a più di 7.000 persone nell’aula grande del Vaticano, il Pontefice ha voluto completare la riflessione sulla figura del padre, proposta già nella scorsa udienza sul pericolo dei «padri assenti». Questione capace, per il Papa, di creare «orfani in famiglia», perché la mancanza della figura paterna produce lacune e ferite che possono essere anche molto gravi.

BERGOGLIO CORNA BERGOGLIO CORNA

 

«Ogni famiglia ha bisogno del padre», ha detto Francesco, citando poi il discorso di un genitore al figlio contenuto nel libro biblico dei Proverbi. «Un padre sa bene quanto costa trasmettere questa eredità: quanta vicinanza, quanta dolcezza e quanta fermezza. Però, quale consolazione e quale ricompensa si riceve, quando i figli rendono onore a questa eredità! È una gioia che riscatta ogni fatica, che supera ogni incomprensione e guarisce ogni ferita. La prima necessità, dunque, è proprio questa: che il padre sia presente nella famiglia.

 

Che sia vicino alla moglie, per condividere tutto, gioie e dolori, fatiche e speranze. E che sia vicino ai figli nella loro crescita: quando giocano e quando si impegnano, quando sono spensierati e quando sono angosciati, quando si esprimono e quando sono taciturni, quando osano e quando hanno paura, quando fanno un passo sbagliato e quando ritrovano la strada. Padre presente, sempre. Dire presente — ha quindi aggiunto a braccio tra gli applausi — non è come dire controllatore, perché i padri troppo controllatori annullano i figli».

PAPA BERGOGLIO CON IL ROSARIO COME ORECCHINO PAPA BERGOGLIO CON IL ROSARIO COME ORECCHINO

 

Bergoglio ha così concluso: «Tutti conoscono quella straordinaria parabola chiamata del figlio prodigo, o meglio del padre misericordioso, che si trova nel Vangelo di Luca. Quanta dignità e quanta tenerezza nell’attesa di quel padre che sta sulla porta di casa aspettando che il figlio ritorni. I padri devono essere pazienti, tante volte non c’è altra cosa da fare che aspettare: pregare e aspettare, con dolcezza, magnanimità e misericordia. Un buon padre sa attendere e sa perdonare, dal profondo del cuore. Certo, sa anche correggere con fermezza: non è un padre debole, arrendevole, sentimentale. Il padre che sa correggere senza avvilire è lo stesso che sa proteggere senza risparmiarsi».

PAPA BERGOGLIO CON IL ROSARIO COME ORECCHINO PAPA BERGOGLIO CON IL ROSARIO COME ORECCHINO

 

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