“DOPO LA TRANSIZIONE SONO STATA SULL’ORLO DEL SUICIDIO” - KARLA SOFÍA GASCÓN, PRIMA TRANS A ESSERE CANDIDATA ALL’OSCAR, RACCONTA L’ANGOSCIA CHE HA DOVUTO AFFRONTARE MENTRE FREQUENTAVA UNA DONNA CHE LAVORAVA IN POLITICA: “QUANDO LA MIA PARTNER SI È RESA CONTO CHE VOLEVO AFFRONTARE UN PERCORSO DI TRANSIZIONE, MI DISSE: "TUTTO QUESTO ROVINERÀ IL MIO LAVORO POLITICO". QUESTA COSA MI HA UCCISO. L’ODIO DELLA GENTE? CAPISCO LE PERSONE CHE DECIDONO DI UCCIDERSI. È INSOPPORTABILE. CREDO CHE NESSUN ALTRO SAREBBE IN GRADO DI AFFRONTARE L’ODIO CHE HO RICEVUTO E CHE CONTINUO A RICEVERE, MA LO PRENDO COME LA BENZINA CHE MI PERMETTE DI ANDARE AVANTI…” - VIDEO
Estratto dell’articolo di Thomas Mier per www.rollingstone.it
karla sofia gascon prima e dopo la transizione
Karla Sofía Gascón […] Negli ultimi mesi ha girato il mondo per promuovere lo strabiliante dramma musicale Emilia Pérez (uscito nelle sale italiane il 9 gennaio, ndt), in cui interpreta il personaggio principale. Dopo la prima del film al Festival di Cannes a maggio, Gascón è diventata la prima persona trans a vincere il premio come miglior attrice, insieme alle sue compagne Selena Gomez, Zoe Saldaña e Adriana Paz. Il film, diretto da Jacques Audiard (Il profeta, Un sapore di ruggine e ossa), si è aggiudicato anche il Premio della giuria.
karla sofia gascon prima della transizione
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«Sono stata in giro per il mondo [così tanto] che credo che i funzionari dell’immigrazione sospettino che io possa trafficare droga», dice ridendo. «Mi guardano con una faccia strana».
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Gascón, 52 anni, è nata in Spagna e cresciuta vicino a Madrid. L’attrazione per la recitazione l’ha colta durante l’adolescenza, ma è riuscita a ottenere solo piccole parti in spot pubblicitari. Su consiglio di un regista, si è trasferita in Messico, dove si è fatta strada nel settore con ruoli fissi in alcune delle telenovelas più famose del Paese, tra cui Corazón salvaje del 2009.
La sua più grande occasione è arrivata quando ha interpretato Peter, il fidanzato assetato di denaro, nel film del 2013 Nosotros los Nobles (in Italia è stato prodotto un remake dal titolo Belli di papà, ndt). Per tutto quel tempo, è stata alle prese con la sua vera identità. Alla fine, nel 2016, ha deciso di allontanarsi per un po’ dagli occhi del pubblico e di tornare in Spagna per la transizione.
Ha annunciato la sua transizione nella sua autobiografia del 2018, Karsia – Una historia extraordinaria, e si è preparata per la reazione della gente, mentre gradualmente ha rimesso in moto la sua carriera in Messico. […]
selena gomez zoe saldana karla sofia gascon
Gascón ammette di sentire una grande responsabilità nel rappresentare la comunità trans. Solo che in questi giorni non spara controbattute online. «Non posso essere in prima linea a rispondere ai commenti di odio», dice. «Ho imparato che il mio lavoro deve parlare da solo».
Con Emilia Pérez, parla moltissimo. Gascón dice di aver riversato «tutta la mia anima» nel film. […] «Lavorare con Zoe e Selena è stato un vero piacere», aggiunge. «Come in ogni famiglia, c’erano giorni in cui non ci sopportavamo e altri in cui ci amavamo».
pascal vicedominini karla sofia gascon
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«Interpreto un personaggio che non sono io. Se qualcuno mi chiedesse di interpretare un assassino che vuole porre fine al mondo, e io dicessi: “Oddio, come farò a farlo?”, che attrice sarei?».
[…] «Il mio viaggio è stato oscuro e complicato».
Gascón, che è sposata con una figlia di 14 anni, racconta l’angoscia che ha dovuto affrontare mentre frequentava una donna che lavorava in politica quando viveva in Messico. Quella partner all’epoca sapeva dei suoi piani per avere un intervento di transizione, ma «quando si rese conto che era vero, mi ha detto: “Tutto questo rovinerà il mio lavoro politico”. Questa cosa mi ha ucciso», spiega. «Sono rimasta sola… è stata un’esperienza così buia che mi ha portato sull’orlo del suicidio».
Anche se non ha mai nominato pubblicamente la sua partner messicana, Gascón racconta la loro relazione nei dettagli nella sua autobiografia, descrivendo quanto sia arrivata vicino a togliersi la vita dopo aver affrontato quel rifiuto. «Da un lato avevo la mia moglie spagnola che mi insultava per la mia decisione di cambiare sesso, e dall’altra la mia fidanzata messicana scomparsa senza volere sapere nulla su di me per lo stesso motivo», scrive Gascón nel libro. «Credevo che amassero me, non un pezzo di carne».
«Sono una persona molto forte e ho sempre saputo che sarei andata avanti», dice oggi Gascón, ma «capisco le persone che vengono intimidite e decidono di uccidersi. È insopportabile. Credo che nessun altro sarebbe in grado di affrontare l’odio che ho ricevuto e che continuo a ricevere… ma lo prendo come la benzina che mi permette di andare avanti».
Non sono solo i critici anti-trans ad esprimere le loro opinioni. Gascón dice di essere stata nel mirino di chiunque, semplicemente per aver voluto vivere la sua esperienza a modo suo. «Probabilmente faccio cose che nemmeno la mia comunità vorrebbe», dice. «Qualcuno mi ha chiesto: “Se volevi essere una donna così tanto, perché non ti trucchi?”. Ma cosa c’entra il trucco con l’essere una donna?».
[…] «I rapimenti, le persone cattive, i trafficanti di droga esistono ovunque. Perché ci concentriamo così tanto sul Messico?», riflette. «Probabilmente perché è vicino agli Stati Uniti, che è dove la gente paga di più per la droga».
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