LA NUOVA GUERRA FREDDA - DOPO VENT'ANNI DI TEST, FERRERO SFIDA ALGIDA, MOTTA E AGLI ALTRI BIG PRODUCENDO GELATI - L'ACCORDO TRIENNALE CON UNILEVER IN CUI SONO NATI I "KINDER ICE CREAM" E’ SCADUTO A GENNAIO 2021 - IL BUSINESS DEI GELATI VALE DUE MILIARDI DI EURO L’ANNO - DOPO IL SUCCESSO DEI NUTELLA BIUSCUITS, CHE SOLO IN ITALIA HANNO VENDUTO OLTRE UN MILIARDO DI BISCOTTI NEL PRIMO ANNO, L’INDUSTRIA TREMA...
Corinna De Cesare per il "Corriere della Sera"
Per Paolo Conte è «al limon», poi c' è quello di Gianna Nannini (al veleno). Pupo, gusto classico. Il gelato, in Italia, ha una lunga tradizione musicale. Ma anche politica, se pensiamo al carretto a Palazzo Chigi. Industriale, senza dubbio: non è un caso se un marchio come il cornetto, prima di essere commercializzato a livello mondiale dalla multinazionale Unilever, fu brevettato da un gelataio di via Granturco a Napoli.
Ora è il turno di Ferrero: il gruppo di Alba famoso in tutto il mondo per la Nutella, ieri ha annunciato ufficialmente lo sbarco sul mercato italiano del suo gelato confezionato. In pieno stile Ferrero, ossia dopo vent' anni di test e progettazione.
È dall' inizio degli anni duemila infatti che Ferrero pensava di trasformare alcuni dei suoi marchi iconici in gelati confezionati. Fu lo stesso fondatore Michele Ferrero, papà della Nutella, a iniziare i primi test nel lontano 2001 con il Ferrero Rocher Ice.
Tre anni fa, l' accordo triennale con Unilever con cui sono nati i Kinder Ice Cream, che a detta degli esperti valorizzavano però più il canale distributivo che il prodotto in sé. Ora, con il contratto Unilever scaduto a gennaio 2021, Ferrero riparte in autonomia debuttando a livello europeo su due segmenti: gli stecchi e i ghiaccioli.
Prodotti nello stabilimento di Valencia da poco acquisito e ripartendo proprio da quella pralina su cui si racconta che il fondatore del gruppo (presieduto ora dal figlio Giovanni) fece impazzire tutta la linea di produzione di Alba, alla ricerca della perfezione della sfera di wafer e dell' artigianalità.
Saranno proprio i Ferrero Rocher Classic, Ferrero Rocher Dark e Raffaello i gelati che arriveranno in tutta Italia entro maggio attraverso i supermercati della grande distribuzione, insieme ai ghiaccioli Estathè nei due gusti, limone e pesca.
«Una particolarità del mercato italiano - precisa Alessandro d' Este - presidente e amministratore delegato di Ferrero commerciale Italia - perché mentre i gelati Ferrero arriveranno nei principali Paesi europei e quindi Francia, Germania, Spagna e Austria, Estathè Ice invece ci sarà solo qui».
La sfida principale però sarà ovviamente sul gelato. Che Ferrero si giocherà con gli altri player di mercato, da Unilever (con Algida) fino a Motta e Sammontana debuttando su un business che, pur alle prese con l' emergenza Covid, vale comunque due miliardi di euro. La distribuzione sarà affidata alla grande distribuzione per poi ampliare l' offerta, nei prossimi anni, a 20-25 prodotti, incluse le vaschette.
«Oggi entriamo in questo mercato con pochi prodotti - conferma d' Este - ma amplieremo presto la gamma con una strategia di crescita importante e di lungo termine. Risveglieremo questo settore, ma più che andando contro i concorrenti, andremo verso i
consumatori. Senza alcuna ambizione di leadership. Anche se - precisa - neanche con i Nutella biscuits ce l' avevamo». Un miliardo di biscotti venduti in Italia ad appena un anno dal lancio e quote di mercato totalmente stravolte.