DUELLO ALL’ULTIMO CENTIMETRO TRA MELANIA RIZZOLI E FILIPPO FACCI SULLE DIMENSIONI DEL PENE - LA DOTTORESSA RIZZOLI: ‘I RAGAZZI SONO TERRORIZZATI DALL’AVERCELO PICCOLO. ECCO LE CAUSE E LE CONSEGUENZE DI QUESTA FOLLIA’ - FACCI: ‘CHE NE SA LA RIZZOLI DI QUEL PERIODO ADOLESCENZIALE IN CUI NOI TUTTI ABBIAMO TEMUTO DI AVERLO PICCOLO? È COSÌ DA QUANDO ESISTE L’UMANITÀ. E CONFESSO: UNA VOLTA ANCHE IO…’
1. GIOVANOTTI OSSESSIONATI: CE L' HANNO PICCOLO
Melania Rizzoli per Libero Quotidiano
Di giorno leoni, di notte fifoni.
Questo il ritratto tracciato dei giovani maschi italiani durante un convegno scientifico tenutosi a Milano la settimana scorsa, nel quale sono stati resi noti i dati raccolti nella campagna #Controllati 2017, presentati dagli specialisti della Società Italiana di Urologia, che appunto l' anno scorso hanno visitato e controllato la giovane generazione maschile cresciuta dopo l' addio alla visita di leva, la quale, salutato il pediatra, risulta latitante e in fuga da qualunque studio medico, e la cui educazione sessuale è diventata terra di nessuno.
Tra tabù e padri assenti, i teenager italiani tra i 14 e i 19 anni esaminati, appaiono fuori spavaldi e dentro insicuri, e soprattutto in preda ai dubbi davanti allo specchio, dove si ritrovano da soli di fronte ai problemi più intimi. La maggioranza di loro, infatti, risulta ossessionata dalle "dimensioni" dei loro genitali, paralizzata dalla paura di sentirsi inadeguati, di avere misure inferiori alla norma, una "sindrome" che cresce negli spogliatoi del dopo partita, in un continuo confronto con gli amici, fino a sviluppare un vero e proprio disagio psicologico, creando un cortocircuito che influenzerà la loro futura vita sessuale.
Molto spesso è difficile riconoscere la paura quando degenera in fobia, provocando ansia ingiustificata, irrazionale e incontrollata, e ne esistono forme diverse, più o meno gravi, che possono manifestarsi con crisi di panico, sudore e crisi respiratorie prima o durante un rapporto sessuale.
PROBLEMI INTIMI
Le spie di questo fenomeno sono diverse, e l' indagine accende i fari sulla sospensione del servizio di leva obbligatorio, poiché l' ultimo scaglione, classe 1985, ha giurato nel 2005, e ha tolto quindi un "checkpoint" importante, un punto di contatto che poteva permettere di stanare i tanti problemi intimi al maschile che oggi restano sommersi; gli urologi chiamano in causa il paragone con l' universo femminile, nel quale le mamme prendono per mano le figlie dopo il menarca e le iniziano al rito periodico delle visite dal ginecologo, cosa che invece non succede mai con i ragazzi, i quali non vengono controllati a volte fino ad oltre 40anni, non fanno mai visite andrologiche, e tutto quello che c' è da sapere sul sesso lo imparano da soli, e sempre più frequentemente e precocemente sui siti porno.
Da decenni ormai la figura del padre è cambiata, è carente, è sempre più debole o assente, e di conseguenza è scomparsa la consuetudine di una volta di parlare di argomenti intimi con i figli maschi, rendendo il rapporto padre-figlio un buco nero, al quale si aggiunge la totale mancanza di educazione sessuale nelle scuole.
Il 17% degli adolescenti e dei ventenni, per esempio, soffre di dismorfopenofobia, ovvero accusano la paura di avere dimensioni e misure del pene ridotte rispetto ai modelli imperanti osservati sul web, sviluppando una sindrome ossessiva che non confidano e condividono con nessuno, che cresce dentro di loro, si deposita come una certezza e che si ripercuote nei rapporti con le ragazze, verso le quali diventano addirittura aggressivi, nel tentativo di celare il loro disagio intimo, e compensarlo con atteggiamenti caratteriali forti e dominanti.
GLI SPECIALISTI
Il cruccio degli specialisti infatti, è di non riuscire ad intercettarli, di non visitare cioè nei loro studi ragazzi oltre una certa età, e il messaggio che la prevenzione va fatta indipendentemente dagli anni di vita che si hanno alle spalle non riesce a passare, perché non si è fatto ancora abbastanza.
Non solo. Gli psichiatri hanno lanciato l' allarme sul fenomeno delle cosiddette baby-gang al quale assistiamo quasi tutti i giorni in diverse città e non solo a Napoli, e gli esperti sostengono che non si tratti affatto dell' effetto "Gomorra", come archiviato da alcuni in modo semplicistico, ma lo stesso rifletterebbe la rabbia repressa e le insicurezze sessuali che molti giovani uomini manifestano nei confronti delle coetanee più mature e sicure, pensando che l' unica via di contatto con loro sia dominarle appunto sessualmente e dimostrare così la loro potenza maschile.
FARMACI ONLINE
La preoccupazione per un supposto difetto fisico genitale, infatti, comporta un disagio evidente che limita l' interazione sociale e/o lavorativa, e non è un caso che, se si guardano le vendite illegali di farmaci online, ai primi posti ci sono quelli contro la disfunzione erettile, le "pillole dell' amore" acquistate in massa dai giovani, ed assunte regolarmente senza alcuna cognizione medica o scientifica, con conseguenze importanti sulla loro salute, soprattutto se ingoiate con altre droghe chimiche.
Al convegno milanese è stato tracciato l' identikit dei pochi ragazzi arrivati negli studi degli specialisti, che recita: «Età media 16-17 anni, una profonda e lacerante insicurezza di se stessi, tanto web, ma di quello "cattivo" che li spinge al confronto con situazioni irreali. Sono ragazzi che hanno come punto di riferimento le performance sessuali di attori porno super dotati, nei confronti dei quali sviluppano atteggiamenti imitativi e inevitabilmente frustranti.
Molti di loro soffrono di eiaculazione precoce, e la maggioranza è convinta di avere parti intime sottodimensionate, non ne parlano mai con i padri e vengono da una cultura del branco». Un quadro sconcertante che mette in evidenza il vuoto educativo da riempire, soprattutto da parte di quei padri che, essendo stati ragazzi come i loro figli, forse potrebbero rassicurarli almeno sull' argomento sesso, che sarà tra i più importanti e determinanti della loro futura vita di uomini.
2. UOMINI PICCOLI E DONNE EXTRALARGE – FACCI REPLICA A MELANIA RIZZOLI
Filippo Facci per Libero Quotidiano
Sto per scrivere di peni piccoli, ma non è la caratura della campagna elettorale ad ispirarmi: il punto è che non possiamo lasciare a Melania Rizzoli (una donna) l' esclusiva su un argomento che, pure, ha dimostrato di saper maneggiare con tutta l' esperienza che una vita da medico le permette. Sono certo che al suo articolo di ieri («Giovanotti ossessionati: ce l' hanno piccolo») altrettanti colleghi di Libero potrebbero replicare con più competenza di me, ma al solito, di fronte ai temi civili, preferiscono dedicarsi alla politica, nel loro piccolo: e sia, mi sacrifico io, al rischio di sentirmi professionalmente sottodimensionare.
È anche una questione di orgoglio maschile. Che ne sa la Rizzoli? Cioè: ne saprà moltissimo (al pari di altre firme femminili: non voglio fare discriminazioni) e però che ne sa, la Rizzoli, di quel periodo tardo-adolescenziale in cui noi tutti (ma tutti, dico tutti, proprio tutti) abbiamo temuto di averlo piccolo, a parte pochi proboscidati?
Le sbirciate disinvolte, i confronti da spogliatoio, la demenziale convinzione che più grosso ce l' hai e più maschio sei: non è un' ossessione di questa generazione, non c' entra internet, è una costante degli homines sapientes da quando inventarono l' abaco. «Fuori spavaldi, dentro insicuri» lo siamo stati tutti: ma che ne sa una donna, che semplicemente aveva altri problemi e dilemmi?
LA LEVA
La Rizzoli parla di una generazione «cresciuta dopo l' addio alla visita di leva, la quale, salutato il pediatra, risulta latitante e in fuga da qualsiasi medico»: come se non fosse sempre stato così, visto che durante la visita di leva ti davano al massimo due pugnetti sul petto («sei sano») e il massimo approfondimento era chiederti «ti droghi?» (io risposi di sì).
Poi cita il ritornello dei «padri assenti» (che peraltro, osservo, si alterna a quello dei padri troppo presenti e troppo amici) ai quali i giovani virgulti non mostrano più il pene (disdetta) e poi descrive, appunto, l' ossessione delle dimensioni, il timore di essere inadeguati, inferiori alla norma, il confronto segreto con gli amici, il possibile disagio psicologico che può scivolare verso la fobia e la straclassica ansia da prestazione, altra invenzione come minimo di Adamo. Ma è sempre stato così.
Cita pure, la Rizzoli, la differenza con tante ragazze che spesso vengono sospinte dal ginecologo direttamente dalla madre, mentre i ragazzi probabilmente conosceranno l' andrologo solo dopo i cinquanta e cioè con la prostata già scarburata: vero, ma è sempre stato così, si rassegnino gli andrologi che hanno promosso l' ennesimo convegno sui giovani complessati da cui la Rizzoli ha attinto.
RASSICURAZIONI VANE
Insomma, ora possiamo anche chiamarla "dismorfopenofobia" (già il pronunciarlo fa afflosciare) ma qui non si reinventa nulla, tantomeno le insufficienti rassicurazioni da settimanale femminile che da sempre circolano sull' argomento: genere «ma no, è normale», anche se ce l' ha lungo due centimetri, o ancora «è stato bellissimo lo stesso» detto da lei prima che scoppi a piangere.
Domanda: è internet che fa la differenza? Meglio: il perenne confronto con certe terze gambe di youporn.it sta peggiorando le cose? Può essere, ma non ci credo: noi avevamo i giornaletti (anche quelli li abbiamo guardati tutti) e ai tempi miei c' era già John Holmes coi suoi "30 centimetri di dimensione artistica", roba da ritirarsi dalla carriera.
Se il messaggio dev' essere "ragazzi, andate dall' andrologo" mi sta anche bene, perché in effetti non ci vanno, ma cercare relazioni tra l' odierno timore del pene piccolo e la virulenza di Gomorra non pare necessario, e anche sul massiccio ricorso ai vari viagra da parte dei giovani, come dire, i medici si rassegnino: il Viagra è il farmaco più rivoluzionario della Storia e serve ufficialmente alle disfunzioni erettili di chiunque le abbia, che siano fisiologiche da anziani o psicologiche da giovanissimi. E sarà sempre così anche questo, personalmente non vedo nessun «quadro sconcertante».
I COMPLESSI
Ma a Melania Rizzoli, infine, vorrei dire qualcosa a cui le donne in genere non pensano mai. Da una generazione all' altra, il problema delle dimensioni - è vero - se lo pongono soprattutto gli uomini coi loro complessi e i loro discorsi da palestra. Ma anche le donne possono avere un ruolo nell' accrescere i complessi maschili: la cattiveria non ha sesso. Il punto vero e sottaciuto, però, è che gli uomini negli anni tendono a rassicurarsi e tendono ad accettarsi per quello che sono: ma a molte donne succede il contrario, e perchè?
Risposta: perché quello delle dimensioni (vaginali) diventa un problema femminile. In generale - non serve essere andrologo per saperlo - la giusta dimensione è una questione di proporzioni reciproche: a ogni uomo potrà esser capitato, voglio dire, di sentirsi superdotato con una tizia e poi appena sufficiente con un' altra. Spesso sono sensazioni, ma tante volte non è che l' uomo ce l' ha piccolo, è lei che ha la fossa delle Marianne.
È anche naturale. Una pigmea probabilmente non ce l' ha come una lettone di uno e novanta, anche la lunghezza vaginale è variabilissima: sicché, se sovradimensionata, cioè anormale, finisce che l' anormale sembra lui. Per questo negli Stati Uniti va di moda la ginnastica vaginale: a parte il problema del parto, c' è il problema di non sembrare troppo usate, anche perché la vita sessuale delle donne si allunga: almeno quella.
Ecco, a proposito: posto che i rimedi "enlarge your penis" sono tutte truffe, i complessati lascino perdere anche le favole sulla chirurgia allunga-pene di cui ogni tanto si fantastica: siamo ancora al medioevo, sono supplizi quasi sperimentali e dolorosissimi, pieni di complicanze: se va bene lo allungano di un centimetro e mezzo dopo sei mesi di stop, e possono anche aumentare la circonferenza, ma di poco.
Confesso: anch' io, anni fa, pensai di rivolgermi a un chirurgo per modificare le mie inadeguate dimensioni. Volevo farmelo ridurre.
Sentire una donna urlare dal dolore non è mai piacevole.