“E’ STATO FALSIFICATO IL TESTAMENTO DI TEODOSIO LOSITO” - UNA NUOVA PERIZIA, DISPOSTA DAL TRIBUNALE, HA STABILITO CHE IL DOCUMENTO È FARLOCCO. SI COMPLICA LA POSIZIONE NEL PROCESSO DEL PRODUTTORE ALBERTO TARALLO, IL FONDATORE DELLA "ARES" FINITO SUL BANCO DEGLI IMPUTATI CON L'ACCUSA DI AVERE FALSIFICATO IL TESTAMENTO DEL COMPAGNO TEODOSIO LOSITO MORTO SUICIDA NEL 2019 – PER L'ACCUSA, TARALLO AVREBBE IMITATO LA CALLIGRAFIA DEL COMPAGNO, SCRIVENDO E FIRMANDO UN TESTAMENTO CHE LO NOMINAVA EREDE UNIVERSALE DI UN PATRIMONIO MILIONARIO. LA GUARDIA DI FINANZA AVEVA SOTTOLINEATO CHE IL PRODUTTORE AVREBBE COSTRUITO “UN UNICO DISEGNO CRIMINOSO” PER ESCLUDERE DALL'EREDITÀ LA FAMIGLIA DEL COMPAGNO - IL SEQUESTRO, POI ANNULLATO DAL RIESAME, DI 5 MILIONI DI EURO A TARALLO...
Michela Allegri per "il Messaggero" - Estratti
ALBERTO TARALLO TEODOSIO LOSITO
Prende una nuova direzione il processo a carico del produttore Alberto Tarallo, il fondatore della "Ares" finito sul banco degli imputati con l'accusa di avere falsificato il testamento del compagno Teodosio Losito, morto suicida nel 2019, per intascare l'eredità milionaria: una nuova perizia, disposta dal Tribunale, ha stabilito che il documento è falso. Non sarebbe stato scritto e firmato da Losito. Una conclusione alla quale era arrivato anche il perito nominato dal pm Carlo Villani, titolare del fascicolo che, sulla base di quell'atto, aveva chiesto e ottenuto il sequestro, poi annullato, di 5 milioni di euro.
Nel decreto si sottolineava che «l'indagato, approfittando della morte del compagno, ha messo in atto un disegno criminoso volto all'acquisizione dei beni di Losito al fine di escludere dall'asse ereditario la famiglia del defunto, procurando a sé un ingiusto profitto patrimoniale ed arrecando danni ai legittimi eredi». Un provvedimento poi annullato dal Riesame.
Secondo la grafologa incaricata dal giudice, la non autenticità del documento risulterebbe «in primo luogo dai confronti con le firme autenticate avute in esame». In sostanza, l'atto sembrerebbe essere stato ricopiato e non scritto in modo libero. Una conclusione molto diversa da quella sostenuta dalla difesa del produttore, che aveva ottenuto il dissequestro del patrimonio. Da qui la decisione di chiedere il nuovo accertamento in aula.
Per l'accusa, Tarallo avrebbe imitato la calligrafia del compagno, scrivendo e firmando un testamento che lo nominava erede universale di un patrimonio milionario: immobili a Roma e a Milano, una casa a New York e anche la maxi-tenuta di Zagarolo, la "Zagarhollywood" dove la coppia aveva cresciuto, con la loro "Ares film", una scuderia di divi del piccolo schermo, da Gabriel Garko a Eva Grimaldi.
Il documento era spuntato dopo il suicidio dello sceneggiatore tv, avvenuto l'8 gennaio 2019, nella villa di Zagarolo. Il testamento incriminato è del 24 ottobre 2017. In un'informativa la Guardia di finanza aveva sottolineato che il produttore avrebbe costruito «un unico disegno criminoso» per escludere dall'eredità la famiglia del compagno. Una contestazione che il produttore ha sempre respinto, sostenendo che, viste le difficoltà nel riconoscimento legale delle coppie di fatto, lui e Losito decisero di redigere testamento, ognuno a favore dell'altro. A fare scattare l'inchiesta, nel 2021, le dichiarazioni fatte da due concorrenti del "Grande fratello vip": Rosalinda Cannavò e Massimiliano Morra, che avevano sollevato pesanti dubbi sulla morte dello sceneggiatore.
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alberto tarallo gabriel garko adua del vesco alberto tarallo