MA VATTELA A PIJA' NDER KURZ! CHI E', CHI NON E', CHI HA CREDUTO DI ESSERE SEBASTIAN KURZ, IL PIU' GIOVANE CAPO DI GOVERNO AL MONDO COSTRETTO ALLA DIMISSIONI DOPO LO SCANDALO CORRUZIONE - IL PRINCIPE DI PORCELLANA VENUTO DAL NULLA AVEVA CONQUISTATO E TRASFORMATO IL PARTITO POPOLARE AUSTRIACO - A VIENNA SE LO RICORDANO ANCORA QUANDO, CANDIDATO AL CONSIGLIO COMUNALE, GIRAVA CON LA SUA "GEIL-O-MOBIL", L'AUTO FIGA E DISTRIBUIVA PROFILATTICI NERI...
Paolo Valentino per il "Corriere della Sera"
Il grande Karl Kraus definì l’Austria all’inizio del Novecento, «il luogo di sperimentazione della fine del mondo». Ventidue anni e un secolo dopo, i fatti viennesi continuano a dargli ragione.
Le dimissioni di Sebastian Kurz, travolto da uno scandalo dove hubris e determinazione criminale a truccare il gioco della democrazia si sorreggono vicenda, aprono molto più di una crisi politica, svelando la realtà di un sistema dove il «nuovo stile» promesso dal cancelliere era solo una sceneggiata.
sebastian kurz e benjamin netanyahu
Era il più giovane capo di governo del mondo, Sebastian Kurz. Era il principe dal volto di porcellana venuto dal nulla, che aveva conquistato e trasfigurato una forza veneranda come la ÖVP, il partito popolare, facendone il docile strumento di un’ascesa tanto improbabile quanto irresistibile. Maestro nell’arte della seduzione retorica, flessibile e vago quanto basta per non legarsi a posizioni definitive, Kurz aveva offerto a un Paese sazio, ricco e sonnolento, il brivido del cambiamento e di una nuova frontiera politica.
«Io sono una persona molto normale», mi disse quando lo intervistai nel 2020, poco dopo aver dato vita all’inedita alleanza tra popolari e verdi, che faceva dell’Austria il laboratorio politico dell’Europa. «Abbiamo messo insieme il meglio dei due mondi, che permetterà a entrambi di mantenere le più importanti promesse: noi ridurremo le tasse e continueremo la battaglia contro l’immigrazione illegale, i Verdi potranno intensificare la lotta ai cambiamenti climatici e rendere più trasparente l’Amministrazione». Una promessa, quest’ultima, che suona beffarda alla luce di quanto emerge in queste ore.
Ha sempre avuto fretta Sebastian Kurz. A Vienna se lo ricordano ancora quando, nel 2009, si candidò al consiglio comunale e girava a bordo di una «Geil-o-Mobil», l’auto figa, non soltanto nel senso di cool. E in verità, il futuro cancelliere si accompagnava a diverse signore succintamente vestite, distribuendo profilattici neri, il colore del partito che lui poi avrebbe mutato in turchese.
È un passato del quale non ha più parlato volentieri, da quando è iniziata la sua marcia di Radetzky verso la vetta: sottosegretario all’Integrazione a 24 anni, deputato a 26, ministro degli Esteri a 27, subito a suo agio sulla scena del mondo. I suoi viaggi a New York per l’Assemblea dell’Onu si raccontano: incontri di alto livello, interventi sulla minaccia dell’islam radicale, colloqui privati con Henry Kissinger.
I modi garbati, la figura elegante, il volto fanciullesco reso luminoso dai lunghi capelli tirati indietro all’Umberta. Nel 2016, il suo primo, vero momento di gloria: bacchetta addirittura Angela Merkel, che ha accolto in Germania oltre 1 milione di rifugiati siriani, ed è decisivo nel chiudere la rotta balcanica.
Ma la vera partita è interna. Disciplina, determinazione, Wille zur Macht, volontà di potere, sono le qualità che Kurz sfodera mettendo in atto un piano segreto, curato in ogni dettaglio: Operation Ballhaus Platz, dal nome della piazza dov’è la cancelleria viennese. Oggi sappiamo che quel piano aveva una parte criminale, fatta di corruzione, sondaggi truccati, falsa pubblicità. A maggio 2017 Kurz fa un’Opa ostile sulla ÖVP, mettendo fuori i vecchi cacicchi. In tre mesi seduce gli austriaci con un copione di estrema destra: no all’immigrazione, chiusura delle frontiere, espulsioni facili che i profughi che sgarrano.
SEBASTIAN KURZ SULLA FICO-MOBILE
Nel settembre 2017, diventa per la prima volta cancelliere, alleandosi con una delle più imbarazzanti forze sovraniste d’Europa, la FPÖ di Heinz-Christian Strache. Se ne libererà con l’Ibiza-gate, una storia tra il boccaccesco e il ridicolo, tra figlie di finti oligarchi e promesse di favori. Quando nel 2019 Kurz trionfa alle nuove elezioni con oltre il 37% e sceglie i Verdi, sembra invincibile. Ma è solo un’illusione. La favola breve è finita. L’Austria ha di nuovo sperimentato la fine del mondo.
SEBASTIAN KURZSebastian KurzSEBASTIAN KURZSEBASTIAN KURZ SULLA FICO-MOBILESEBASTIAN KURZ SULLA FICO-MOBILE