elena aubry

È STATO RINVIATO A GIUDIZIO MARCO CANOCCHIA, IL NECROFILO CHE AVEVA RUBATO DAL CIMITERO DEL VERANO L'URNA CON LE CENERI DI ELENA AUBRY, 26ENNE MORTA A ROMA IN SEGUITO A UN INCIDENTE STRADALE - I LEGALI DELLA FAMIGLIA DELLA DEFUNTA: "LA PRIMA UDIENZA È STATA FISSATA ALL'11 MARZO 2025, NON È ACCETTABILE" - L'UOMO, CHE AL MOMENTO SI TROVEREBBE IN ALBANIA, AVEVA IN CASA 375 CIMELI RUBATI DAI CAMPISANTI, TRA FOTOGRAFIE, URNE E DIARI CON I DATI DELLE DECEDUTE…

elena aubry

Estratto dell'articolo di Valeria Di Corrado per “il Messaggero”

 

È stato rinviato a giudizio, ieri, il necrofilo che aveva rubato dal cimitero del Verano l'urna con le ceneri di Elena Aubry, la studentessa universitaria morta il 6 maggio 2018 all'età di 26 anni, dopo essere stata fatta sbalzare dalla sua Honda Hornet dagli avvallamenti creati dalle radici degli alberi su via Ostiense.

 

LE CENERI DI ELENA AUBRY TRAFUGATE

Marco Canocchia, ex elettricista di Portonaccio, sarà processato per violazione di sepolcro, vilipendio, sottrazione e occultamento di cadavere. «La prima udienza è stata fissata all'11 marzo 2025, non è accettabile - spiega l'avvocato Piergiorgio Manca, legale della mamma di Elena - Così come è assurdo che si debba aspettare il 9 luglio 2024 per l'inizio del processo per l'omicidio stradale nei confronti di 6 funzionari comunali e il legale rappresentante della ditta di manutenzione.

 

Il furto dei resti mortali della bella centaura di Monteverde risale al 5 maggio del 2020. Il 52enne, al momento pare si trovi in Albania, […]

 

circa un mese dopo, è stata ritrovata dai carabinieri l'urna funeraria: il necrofilo aveva in casa anche 375 cimeli, per lo più fotografie in ceramica di altrettante ragazze morte. […]

 

elena aubry e la madre

«Non è folle, ma ciò che ha fatto non ha senso: mi ha provocato un dolore incolmabile e il danno non è quantificabile - commenta Graziella Viviano, la mamma di Elena - È stata una fortuna, in questo concatenarsi di disgrazie, che sia riuscita a trovare l'urna di mia figlia, perché quell'uomo le aveva tolto l'etichetta con il nome. Io l'ho riconosciuta lo stesso perché me l'ero fatta fabbricare appositamente da un artigiano, verde come il colore degli occhi di Elena. Sono convinta che lei mi abbia aiutato a ritrovarla. E ora è al sicuro, a casa, sul mobile del salotto. Mi fa compagnia quando guardo la tv, mi dà un senso di pace e tranquillità».

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