“È VERO CHE MI VUOI AMMAZZARE?” – SAREBBERO STATE QUESTE PAROLE, RIVOLTE DA ANDREA BERETTA AD ANTONIO BELLOCCO, CHE HANNO INNESCATO LA LITE FINITA CON L’UCCISIONE DI UNO DEI RAMPOLLI DELLA ‘NDRANGHETA A MILANO – BERETTA, CAPO ULTRÀ DELL’INTER, SOSTIENE DI AVER REAGITO DOPO CHE L’AMICO-RIVALE HA TIRATO FUORI UNA PISTOLA PER AMMAZZARLO – DOPO CHE È STATO ESPLOSO IL COLPO CHE LO HA FERITO, LUI HA AFFERRATO UN COLTELLO A SERRAMANICO E L’HA AMMAZZATO – AL MOMENTO DELL’ARRESTO BERETTA AVEVA CON SÉ UN DOCUMENTO FALSO: IL SOSPETTO È CHE…
Estratto dell'articolo di Cesare Giuzzi per il "Corriere della Sera"
antonio bellocco e andrea beretta
Quando è stato fermato dai carabinieri, subito dopo aver ucciso l’amico-rivale e rampollo di ’ndrangheta Antonio Bellocco, addosso aveva una carta d’identità falsa con la quale si muoveva a Milano. Andrea Beretta, il capo della Curva Nord interista, si spostava in città nonostante il divieto di soggiorno legato alla sorveglianza speciale.
[…] Il sospetto degli inquirenti è che le sue «incursioni milanesi» fossero legate a qualcosa di più di una semplice notte in discoteca, perché se fosse stato scoperto sarebbe potuto scattare l’arresto. Di certo nulla di legato al mondo del calcio, visto che il capo ultrà aveva un Daspo decennale.
Ieri, a tre giorni dal delitto di Cernusco sul Naviglio, Beretta è stato interrogato dal gip Lorenza Pasquinelli nel carcere di Opera dove è rinchiuso.
Davanti al giudice Beretta s’è avvalso della facoltà di non rispondere, anche se di fatto ha confermato quanto già detto ai pm al momento del fermo. Assistito dal legale Mirko Perlino, ha fatto però dichiarazioni spontanee: «Non mi sono sparato da solo. Il colpo è stato esploso quando sono caduto dalla Smart. Un solo proiettile, perché l’arma era scarica visto che il caricatore era uscito durante la colluttazione».
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In sostanza tutto è avvenuto all’interno della Smart della vittima. Beretta e Bellocco escono dalla palestra, salgono in auto e dopo una prima retromarcia, inizia la lite. Il capo ultrà chiede al rampollo della cosca di San Ferdinando (Reggio calabria): «Cos’è questa storia che mi volete ammazzare?».
Bellocco al quel punto, sempre secondo il suo racconto, gli avrebbe risposto: «Sì ammazziamo te e tutta la tua famiglia». La reazione di Beretta sarebbe stata istintiva: «Figlio di p...., io non ho paura di te». In quel momento avrebbe estratto la pistola e sarebbe nata la colluttazione. Poi lo sparo con il capo ultrà che impugna un coltello a serramanico e colpisce più volte il rivale.
[…] Nel suo primo interrogatorio ha spiegato che i contrasti con Bellocco erano nati sulla spartizione della «torta» degli introiti della curva legati a biglietti e merchandising: «Dividevamo per tre: io, Bellocco e Marco Ferdico», il portavoce della Nord. […]
andrea berettaandrea beretta. andrea beretta andrea beretta e antonio bellocco nella partita di calcetto prima dell'omicidioantonio bellocco