mirella gregori emanuela orlandi

EMANUELA ORLANDI E MIRELLA GREGORI, MISTERI ROMANI - PER LA SPARIZIONE DELLA GREGORI NEL 2013 SI AUTOACCUSO’ (SENZA PERÒ ESSERE CREDUTO) IL FOTOGRAFO MARCO ACCETTI. L’UOMO ABITÒ PER QUALCHE TEMPO IN VIA SANTA TERESA. A POCHI METRI DAL PALAZZO IN CUI ORA SONO STATE TROVATE LE OSSA - LA RAGAZZA ORLANDI SPARÌ NEL TRAGITTO TRA IL COMPLESSO DI SANT'APOLLINARE, LO STESSO CHE OSPITERÀ LA TOMBA DEL BOSS DE PEDIS, E LA CASA DENTRO LO STATO VATICANO…

 

1 - MIRELLA, RICATTI E TRANELLI«UN BACIO, POI VOLÒ VIA»

Fabrizio Peronaci per il “Corriere della Sera”

 

MIRELLA GREGORI

«Mamma, ho appuntamento con gli amici alla statua del Bersagliere. Tranquilla, ciao!» Via Nomentana 91: la scena è ambientata in un palazzo a pochi metri da Porta Pia, e anche il luogo, evocativo della fine del potere temporale della Chiesa, in questa storia di torbidi intrighi e curiali depistaggi ha un valore suggestivo, simbolico.

 

In casa Gregori la macchina da cucire era sempre aperta e si respirava l'allegro disordine di una famiglia felice: papà Paolo gestiva un bar, mamma Vittoria faceva la sartina e poi c'erano Antonietta, 17 anni, e Mirella, di 15, occhi vispi e una cascata di capelli ricci che faceva innamorare i compagni dell' istituto professionale. Suonò il citofono. «Mamma, è Alessandro, io vado!». Erano le 15.30 del 7 maggio 1983 e da allora il giallo di Mirella Gregori - presto abbinato alla scomparsa di Emanuela Orlandi - è irrisolto.

mirella gregori

 

L'enigma ruota attorno a una circostanza inspiegata: i rapitori della Orlandi, due mesi dopo, nei comunicati di rivendicazione e di richiesta di scambio con Agca, l'attentatore del Papa, cominceranno a parlare anche di Mirella. Era dunque scattato un piano di ricatto contro la Santa Sede, forse per indebolire il Pontefice polacco? È quanto ipotizzarono gli inquirenti, aprendo un fascicolo a doppio nome. Emanuela però era cittadina vaticana, e ciò poteva rappresentare un movente.

 

mirella gregori

Per Mirella il nesso era più debole: la conoscenza di un funzionario della Gendarmeria, vicino di casa, indagato e poi prosciolto. Ma non solo: una frase detta alla madre («Tra poco avrò tanti soldi») e le modalità dell'allontanamento lasciano ipotizzare che Mirella cadde in un tranello, si fidò di qualcuno. Secondo Marco Accetti, il fotografato che si è autoaccusato nel 2013 (senza però essere creduto), abitò per qualche tempo pochi isolati più in là, in via Santa Teresa. A pochi metri dal palazzo in cui ora sono state trovate le ossa.

 

Dubbi, illazioni. L'unica certezza, in fondo, è quella ricordata dalla mamma in tante interviste, prima di morire di crepacuore: «Mirella mi diede un bacetto e volò via. La sto ancora aspettando». E un'amarezza simile, ieri, attanagliava Antonietta: «Spero che quelle ossa siano sue: così avrei un luogo dove piangere e portarle un fiore».

 

2 - EMANUELA, LA FASCETTA E L'APPELLO DI WOJTYLA

EMANUELA ORLANDI

Fabrizio Peronaci per il “Corriere della Sera”

 

Erano i giorni della festa, anche se la pagella - al termine del II liceo scientifico al Convitto - le aveva dato una brutta sorpresa: due materie da riparare a settembre, latino e francese. La Roma di Bruno Conti e Falcao in quel magico 1983 aveva vinto lo scudetto e lei, tifosissima, aveva manifestato la sua gioia legandosi i capelli con un nastrino giallo e rosso. Quello dei famosi manifesti, che l'avrebbe fatta conoscere al mondo come «la ragazza della fascetta».

 

Emanuela Orlandi oggi avrebbe 50 anni. Il fratello Pietro ci spera ancora, e lo ha ribadito ieri: «Io continuo a cercarla viva, non mi arrendo». Una sfida che dura da un terzo di secolo, la sua e quella delle altre 3 sorelle e di mamma Maria, tutti orfani di Ercole, il papà che lavorò al servizio di Wojtyla e nel 2004, sopraffatto dal dolore, lasciò il testimone all'unico maschio.

 

«Ciao, una ditta di cosmetici mi ha offerto un lavoro per distribuire volantini, ci vediamo dopo». Le ultime parole alla famiglia, nel pomeriggio del 22 giugno 1983, all'uscita dalla lezione di flauto, Emanuela le pronunciò al telefono con la sorella Federica. Da quel giorno, in un clamore mediatico senza precedenti e nonostante l'impegno di polizia, 007 e cancellerie di mezzo mondo, il giallo della quindicenne è diventato una spy story seguita anche all' ìestero.

 

EMANUELA ORLANDI

La ragazza sparì nel tragitto tra il complesso di Sant'Apollinare, lo stesso che ospiterà la contestatissima tomba del boss De Pedis, e la casa dentro lo Stato Vaticano, un chilometro più in là. Già nella descrizione del fatto, dunque, gli ingredienti sono sul tavolo.

Al di là dell' ipotesi di un rapimento a sfondo sessuale, mai scartata completamente, dall'inizio prevalse la pista del ricatto (con annessi depistaggi) ai danni del Papa polacco, attuato forse con l'appoggio della «mala».

 

EMANUELA ORLANDI

Uno scenario rafforzato dallo stesso Wojtyla con l'appello per la liberazione di Emanuela lanciato all' Angelus del 3 luglio. E un intreccio da collocare nelle tensioni dell' epoca ('81 attentato di Agca, '82 morte del banchiere Calvi, Guerra Fredda all' apice), che 33 anni di indagini non hanno sbrogliato. Nel 2015, con l' archiviazione, si pensò fosse arrivata la fine del caso Orlandi. Ora quelle ossa fanno balenare nuove attese e qualche speranza.

Ultimi Dagoreport

maria rosaria boccia gennaro sangiuliano giorgia meloni

IL BOTTO DI FINE ANNO: IL 1 AGOSTO 2024 (DUE SETTIMANE DOPO IL TAGLIO SUL CAPOCCIONE) GENNARO SANGIULIANO FIRMO' IL DECRETO DI NOMINA DI MARIA ROSARIA BOCCIA A SUA CONSULENTE – IL DOCUMENTO SBUGIARDA “GENNY DELON” (CHE AL TG1 MINIMIZZO' IN MODO VAGO “MI ERA VENUTA L’IDEA DI NOMINARLA”) E SOPRATTUTTO GIORGIA MELONI, CHE MISE LA MANO SUL FUOCO SULLA BUONA FEDE DEL MINISTRO (“HA DECISO DI NON DARE L’INCARICO DI COLLABORAZIONE. MI GARANTISCE CHE QUESTA PERSONA NON HA AVUTO ACCESSO A NESSUN DOCUMENTO RISERVATO”) – L’ITER SI BLOCCO', DANDO IL VIA ALL’INCHIESTA DI DAGOSPIA CHE PORTÒ ALLE DIMISSIONI DEL MINISTRO. MA QUESTO DOCUMENTO APRE NUOVE DOMANDE: 1) PERCHÉ, DOPO UN PRIMO STEP, LA NOMINA NON È STATA FINALIZZATA? 2) COSA È AVVENUTO TRA IL GIORNO DELLA NOMINA, E IL 26 AGOSTO, GIORNO DEL DAGO-SCOOP? 3) QUALCUNO È INTERVENUTO A BLOCCARE LA NOMINA A CONSULENTE DELLA BOCCIA? 4) CHI SI È MOBILITATO PER SILURARE L'IMPRENDITRICE? 5) DAVVERO TUTTO È AVVENUTO A COSTO ZERO PER LO STATO? 

pierferdinando casini e matteo renzi nel 2009

DAGOREPORT – RENZI CI AVEVA VISTO GIUSTO: VOLEVA COME LEADER DEL CENTRO PIERFERDINANDO CASINI - PECCATO CHE L’EX PRESIDENTE DELLA CAMERA ABBIA DETTO DI NO NELLA SPERANZA DI ARRIVARE, UN DOMANI, AL QUIRINALE. MA IL SUCCESSORE DI MATTARELLA VERRÀ ELETTO SOLTANTO NEL 2029 E FINO AD ALLORA, CAMPA CAVALLO, PUÒ SUCCEDERE DI TUTTO E DI BRUTTO -  “PIERFURBY” POSSIEDE I CROMOSONI PERFETTI PER FEDERARE LE DIVERSE ANIME ORFANE DI UN PARTITO LIBERALE CONSERVATORE A FIANCO DEL PD: DEMOCRISTIANO, BUONI RAPPORTI CON IL VATICANO, POI NELLE FILE DEL BERLUSCONISMO FINO ALL'ARRIVO COME INDIPENDENTE, GRAZIE A RENZI, NELL'AREA PD, IL BELL'ASPETTO, L'ELOQUIO PIACIONE E I 40 ANNI IN PARLAMENTO... (SE L’AMORE PER IL DENARO NON L'AVESSE RINCOJONITO, CHISSÀ DOVE SAREBBE OGGI RENZI)

antonio tajani cecilia sala giorgia meloni ali khamenei

DAGOREPORT - CON UN MINISTRO DEGLI ESTERI (E UN GOVERNO) ALL'ALTEZZA, CECILIA SALA NON SAREBBE FINITA IN UNA GALERA DI TEHERAN - LA NOTIZIA DELL'ARRESTO A MILANO DELLA ''SPIA'' IRANIANA ABEDINI, SU "ORDINE" USA, E' DEL 17 DICEMBRE. DUE GIORNI DOPO LA SALA VIENE IMPRIGIONATA - BENE, CONOSCENDO LA "DIPLOMAZIA DEGLI OSTAGGI" PRATICATA DALL'IRAN (ARRESTI UNO DEI MIEI, IO SEQUESTRO UNO DEI TUOI), PERCHE' LA FARNESINA E PALAZZO CHIGI, SOTTOVALUTANDO I "SEGNALI" DELL'INTELLIGENCE-AISE, NON SI SONO SUBITO ATTIVATI PER METTERE IN SICUREZZA GLI ITALIANI IN IRAN? - SCAZZO CROSETTO-TAJANI - NON SAREBBE LA PRIMA VOLTA CHE IL GOVERNO MELONI SI TROVA A GESTIRE NEL PEGGIORE DEI MODI UN DETENUTO NEL MIRINO DI WASHINGTON (NEL 2023 IL RUSSO ARTEM USS). IL VICEMINISTRO AGLI ESTERI, EDMONDO CIRIELLI (FDI), GIÀ ANNUNCIA CHE LA “SPIA” IRANIANA ''POTREBBE NON ESSERE ESTRADATO, HA COMMESSO UN REATO SOGGETTIVO, NORDIO STA STUDIANDO LE CARTE” (A NORDIO E MELONI CONVIENE FARE IN FRETTA, PRIMA CHE TRUMP SBARCHI ALLA CASA BIANCA) - VIDEO

carlo freccero dago ferragni fagnani de martino meloni giambruno

TE LO DO IO IL 2024! - CARLO FRECCERO: “NELL’EPOCA DELLA NOTIZIA TAROCCATA, IL GOSSIP RAPPRESENTA IL PRESENTE DELL’INFORMAZIONE. E DAGOSPIA VINCE (IL 2024 È L’ANNO DEL SUO MAGGIORE SUCCESSO)’’ – ‘’ IDEOLOGIE NELLA POLVERE, IDEE NEL CASSETTO, IDEALI NEI CASSONETTI. ANCHE LA POLITICA È CONIUGATA A PARTIRE DAL GOSSIP. I DUE FAMOSI FUORIONDA DI GIAMBRUNO IN CALORE SONO DIVENTATI UN EVENTO POLITICO - DI FRONTE AL NUOVO DISORDINE MONDIALE, LA TELEVISIONE HA CHIUSO FUORI DALLA PORTA LA CRUDA REALTÀ E L’HA SOSTITUITA CON IL MONDO REALITY, IN CUI NULLA È SERIO, TUTTO È ARTIFICIO - OGGI IL VERO MISTERO DEL MONDO DIVENTA IL VISIBILE, NON L’INVISIBILE. E, COME BEN SAPPIAMO, TUTTO CIÒ CHE NON VIVE IN TELEVISIONE NON HA UNA DIMENSIONE REALE”

matteo salvini daniela santanche giorgia meloni renzi giovanbattista giovambattista fazzolari

DAGOREPORT – MATTEO FA IL MATTO E GIORGIA INCATENA LA SANTANCHÈ ALLA POLTRONA: SALVINI, ASSOLTO AL PROCESSO OPEN ARMS, TURBA QUOTIDIANAMENTE I SONNI DELLA MELONI CON IL “SOGNO DI TORNARE AL VIMINALE” – PER LA DUCETTA, PERÒ, IL RIMPASTO È INDIGERIBILE: TEME, A RAGIONE, UN EFFETTO A CASCATA DAGLI ESITI INCONTROLLABILI, SPECIE IN CASO DI RINVIO A GIUDIZIO PER DANIELA SANTANCHÈ – E COSÌ, ECCO IL PIANO STUDIATO INSIEME A “SPUGNA” FAZZOLARI: IL PROCESSO DI SALVINI ERA DI NATURA POLITICA, QUELLO DELLA “PITONESSA” È “ECONOMICO”, COME QUELLO SULLA FONDAZIONE OPEN CHE VEDEVA IMPUTATO RENZI. E VISTO CHE MATTEONZO È STATO POI ASSOLTO IN PRIMO GRADO, PERCHÉ LA “SANTADECHÈ” DOVREBBE LASCIARE? (C’È UNA GROSSA DIFFERENZA NEL CASO VISIBILIA: NON ERA MAI ACCADUTO DI UN MINISTRO ACCUSATO DI AVER TRUFFATO LO STATO IN MERITO A VERSAMENTI ALL’INPS…)

angelo bonelli nicola fratoianni giorgia meloni simona agnes

FLASH – LA DISPERATA CACCIA AI VOTI PER ELEGGERE SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA RAI FA UN’ALTRA VITTIMA: AVS! NICOLA FRATOIANNI SI È ADIRATO PER L’ARTICOLO DI “REPUBBLICA” SUL POSSIBILE INCIUCIONE DELL’ALLEATO, ANGELO BONELLI, CON LA DESTRA. E HA MESSO AL MURO IL LEADER VERDE SBIADITO: NON TI PERMETTERE DI FARE UN’INTESA CON IL NEMICO, O SALTA TUTTO – I RAS MELONIANI DELLA RAI CI AVEVANO GIÀ PROVATO CON GIUSEPPE CONTE E IL M5S, MA LA FRONDA INTERNA DI CHIARA APPENDINO SI È MESSA DI TRAVERSO…