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ESISTE UN "BUCO" NEL MURO DI PROTEZIONE CONTRO IL VIRUS: NON È ANCORA ARRIVATO IL VIA LIBERA ALLA TERZA DOSE PER I RAGAZZI COMPRESI TRA I 12 E I 17 ANNI. UN RITARDO CHE RISCHIA DI CREARE UN DUPLICE PROBLEMA. I PISCHELLI RISCHIANO NON SOLO DI CONTRARRE IL COVID, MA DI DIVENTARE ANCHE UN "VEICOLO" DI CONTAGIO. INOLTRE SE LA VALIDITÀ DEL GREEN PASS DOVESSE ESSERE ACCORCIATA RISCHIEREBBERO DI…

Da leggo.it

 

pischelli vaccino 19

La lotta che da quasi due anni portiamo avanti nei confronti della Pandemia non ammette errori, ritardi e distrazioni. In questo momento esiste un "buco" nel muro di protezione che stiamo cercando di erigere nel nostro Paese nei confonti del Coronavirus.

 

Infatti, nella corsa alla terza dose di vaccino, la cosiddetta dose booster, c'è una smaglatura di cui nessuno parla. Infatti, ad oggi non è ancora arrivato il via libera per la vaccinazione dei teenager, ovvero non c'è l'autorizzazione a somministrare la terza dose per i ragazzi compresi tra i 12 e i 17 anni. Un ritardo che rischia di creare un duplice problema.

 

Il primo è evidente: i ragazzi senza terza dose, con la variante Omicron che inizia a circolare nel nostro paese, rischiano non solo di contrarre il Covid, ma di diventare anche un "veicolo" di contagio all'interno delle nostre comunità, visto che con solo due dosi c'è il rischio di essere contagiati dalla variante proveniente dal Sudafrica. E questo mette in pericolo le persone più fragili e quelle che, per motivi di salute, non possono vaccinarsi.

 

PISCHELLI VACCINO 2

Il secondo, invece, è quasi un paradosso. Se - come ipotizzato da alcuni esperti, tra cui Guido Rasi, ex direttore esecutivo dell'Ema e consulente del commissario straordinario per l'emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo - la validità del green pass dovesse scendere dagli attuali 9 mesi a 5-6 mesi i nostro ragazzi rischierebbero di rimanere senza la possibilità di fare la terza dose e conseguentemente senza green pass. Sarebbero sostanzialmente imprigionati in questo "combinato disposto", che non gli consentirebbe di avere più alcuna vita sociale.

 

 

 

Un problema che non è sfuggito all'assessore alla Sanità del Lazio D'Amato: «Nel Lazio - spiega - la campagna vaccinale procede speditamente, il 30% degli adulti ha eseguito la dose booster, ma attendiamo indicazioni nazionali per la fascia 12-17 anni che attualmente non è reclutabile per il richiamo e sarebbe importante colmare questo gap. In totale nel Lazio sono state superate 1,4 milioni di dosi booster e complessivamente 10,3 milioni di somministrazioni totali.

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Anche la campagna pediatrica ha avuto un buon inizio e confidiamo nel lavoro che si sta facendo con l’aiuto dei pediatri per mettere in sicurezza i più piccoli. Il Lazio a Natale non rischia il giallo, ma probabilmente a Capodanno rischiamo. Bisogna mantenere alta l'attenzione, abbiamo un vantaggio da difendere, non dobbiamo far calare le misure di precauzione.».

 

La tesi portata avanti da Rasi e da altri consiste nel sottolineare come sia ormai dimostrato che la copertura del vaccino rispetto all'infezione inizi a flettere in maniera importante dopo cinque mesi dalla somministrazione e che, conseguentemente, avere un green pass che ne duri 9 è un errore al quale va posto rimedio. Ad oggi ancora non è stata presa nessuna decisione in merito alla durata del green pass, già passata da 12 a 9 mesi, ma è sicuramente un argomento all'ordine del giorno e sul tavolo del governo.

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A quel punto, però, prima di ogni possibile decisione del governo in merito al green pass, sarebbe opportuno sbloccare la somministrazione della dose booster ai ragazzi tra i 12 e i 17 anni.

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