"ESSERE NERI IN ITALIA E' UN REATO, BASTA!" - OLTRE DIECIMILA PERSONE A FIRENZE AL CORTEO ANTIRAZZISTA PER L’AMBULANTE SENEGALESE UCCISO SU PONTE VESPUCCI DA UN PENSIONATO ITALIANO – UNA SCRITTA: “CARI ITALIANI, NOI AFRICANI NON SIAMO RESPONSABILI DELLE VOSTRE ROGNE – SU UN CARTELLO: "SALVINI, SENZA DI NOI DI COSA AVRESTI PARLATO?" – E IL SINDACO NARDELLA…
La testa del corteo di Firenze per ricordare Idy Diene ucciso il 5 marzo scorso dal pensionato Roberto Pirrone ha raggiunto in breve tempo il ponte Amerigo Vespucci luogo dell'omicidio, che non è molto distante da piazza Santa Maria Novella, da dove è partita la manifestazione e dove ci sono ancora persone in attesa di muoversi.
In testa al corteo i senegalesi di Firenze, seguiti poi anche da numerosi italiani che condividono con loro l'iniziativa. Il corteo è preceduto da una vettura che espone una bandiera della Cgil di Firenze. Bandiere del Senegal sventolano in mezzo alla folla che sfila sui lungarni.
Agli angoli del ponte Vespucci attaccato con lo scotch sul muro in un volantino si legge: "Cari fratelli e sorelle italiani, se avete fame oggi; se siete senza lavoro; se siete diventati poveri, noi neri, noi africani, non siamo colpevoli; non siamo responsabili delle vostre rogne. Cercate i responsabili da Sarkozy a Berlusconi, alleati hanno bombardato la Libia e il resto dell'Africa. Se le vostre bombe cadessero in Italia cosa fareste? Dov'è la colpa del povero Diene Idy, il fatto di essere nero, essere nero è un reato in Italia basta!".
In un'altra scritta si legge: "Salvini, senza di noi di cosa avresti parlato?". Al corteo viene fatto percorrere il perimetro dei lungarni fra ponte Vespucci e ponte alla Carraia, in una specie di girotondo che consente di osservare bene tutto lo svolgimento della manifestazione che sta procedendo in modo pacifico. Le forze dell'ordine presidiano il corteo mantenendosi ad una certa distanza, anche con postazioni fisse ma finora non c'è stato bisogno di intervenire.
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