evita peron teatro regio torino

AP-PERON! EVITA VIVE E LOTTA INSIEME A NOI – IL MUSICAL TORNA IN CARTELLONE AL REGIO DI TORINO, MATTIOLI: “LA SUA DESCRIZIONE DEL POPULISMO È ATTUALISSIMA: MOLTA RETORICA, MOLTO GIUSTIZIALISMO SOMMARIO, MOLTI ANNUNCI DI DISTRIBUZIONE DELLA RICCHEZZA SENZA CURARSI, PRIMA, DI PRODURLA, E TANTE URLA CONTRO LE ÉLITE CORROTTE E CORRUTTRICI” - VIDEO

 

 

Alberto Mattioli per “la Stampa

 

evita teatro regio torino 5

Il teatro è implacabile. Più sono vecchi, più i classici si rivelano di un’attualità sconcertante. Parlando di ieri, e magari pure di ieri l’altro, fustigano impietosamente l’oggi. Senza malizia, senza volerlo, per puro caso, tornando in scena assumono nuovi significati, fanno scattare connessioni, risultano inaspettatamente contemporanei.

 

Del resto, il teatro è uno specchio, e davanti ci siamo noi: a duemilacinquecento anni di distanza, non è ancora stato inventato niente di più efficace per raccontarci per quello che siamo davvero, e non per quel che crediamo di essere.

evita teatro regio torino

 

La prova? In questi giorni è in cartellone al Regio di Torino un evergreen del musical come «Evita», testo di Tim Rice, musiche di Andrew Lloyd Webber. Tutti lo conoscono, almeno per sentito cantare, per esempio Madonna nell’omonimo film di successo. E’ la storia di Eva Peron in arte Evita, attricetta assurta alla guida dell’Argentina per matrimonio con il presidente Peron.

 

Evita fu un’icona glamour e pop ma anche la fatina buona di un personale welfare per infanti, infermi, anziani, donne in difficoltà, poveri ambosessi e in generale «descamisados», che infatti la fecero assurgere agli altari di santa laica e anzi, come da voto dal Parlamento, «leader spirituale della Nazione».

evita peron 2

 

Fino alla morte a soli 33 anni, fra colossali manifestazioni di cordoglio, altro che il «Don’t cry for me Argentina» della canzone più famosa. L’Argentina invece pianse, e molto, e forse non ha nemmeno smesso, a giudicare dalla venerazione che tuttora circonda quest’angelo dei diseredati sempre vestito Dior e Balenciaga, e con in cassaforte gioielli per sei milioni di dollari (ma si sa: alle masse la giustizia sociale piace di più se griffata e luccicante).

 

madonna evita peron

Rice & Lloyd Webber sono diabolici. Inducono lo spettatore a commuoversi sulla storia prima felice e poi dolentissima di Evita. Ma, al contempo, mostrano il rovescio della medaglia. Si inventano un personaggio, il Che (che non è Guevara, ma una specie di uomo della strada) che fa da controcanto a gesti e gesta della Madre della Patria.

 

Il musical debuttò nel remoto 1978. Però la sua descrizione del populismo risulta attualissima. Il peronismo, del resto, fu un populismo al quadrato, così estremo da risultare, a posteriori, quasi caricaturale: molta retorica, molto giustizialismo sommario, molti annunci di distribuzione della ricchezza senza curarsi, prima, di produrla, e tante urla contro le élite corrotte e corruttrici.

 

evita teatro regio torino 2

Mentre qualche Che di buonsenso commenta sarcastico l’irresistibile ascesa degli Eviti di ieri e di oggi con le loro mirabolanti promesse e la risposta sempre rinviata alla più basica delle domande: chi paga? (per esempio, per il reddito di cittadinanza, o per la riduzione delle tasse). Insomma, un musical di quarant’anni fa fotografa con precisione chirurgica e spietata l’attuale mood politico dell’Occidente in generale e dell’Italia in particolare, e questa gestione insieme arrogante e arruffata della cosa pubblica. E, guarda caso, siamo proprio al Regio di Torino, anche dei pubblici teatri.

evita peron 1madonna evita peron 1evita peronevita teatro regio torino 4evita teatro regio torino 1evita teatro regio torino 3

 

Ultimi Dagoreport

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...