CHE FA LORENZETTO DI NOTTE? LE PULCI AI GIORNALI! - INTERVISTA SU “LIBERO” AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, CARLO NORDIO, SUL PROBLEMA DELLE CARCERI SOVRAFFOLLATE: “NEL 2024 SONO STATI ‘QUASI’ 88 I SUICIDI”. QUINDI 87, PRESUMIAMO - TITOLO DA “FANPAGE.IT”: “CODICE DELLA STRADA, COSA SAPPIAMO SULL’USO DI ‘TACHIPIRINA E FARMACI CON PARACETAMOLO ALLA GUIDA’”. PRATICAMENTE NULLA, PERCHÉ È LA PRIMA VOLTA CHE LEGGIAMO DI MEDICINALI CON LA PATENTE IMPEGNATI AL VOLANTE…
“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi” (http://www.stefanolorenzetto.it/pulci.htm)
Il professor Alessandro Orsini sul Fatto Quotidiano spiega «la reazione» dell’Iran che, imprigionando Cecilia Sala in risposta all’arresto di Mohammad Abedini Najafabadi su mandato di cattura statunitense, avrebbe inteso emancipare dalla sua condizione servile – come afferma il titolo – l’«Italia schiava della Cia da Abu Omar ad Abedini», definito nell’articolo «accademico svizzero-iraniano».
Abu Omar fu vittima a Milano – racconta l’accademico italiano sul giornale diretto da Marco Travaglio – di un sequestro odioso, una «azione illegale condotta dai servizi segreti americani in un Paese straniero», per la quale furono condannati in via definitiva 10 agenti della Cia. Perfetto. Poi Orsini sostiene che Abu Omar dovette sopportare «la falsa accusa di essere un terrorista islamico».
CECILIA SALA VS ALESSANDRO ORSINI A PIAZZAPULITA
Falsa accusa? «La V Sezione penale della Cassazione ha confermato la condanna a sei anni di reclusione per terrorismo internazionale nei confronti di Abu Omar, l’ex imam della Moschea di Milano rapito dalla Cia e attualmente contumace in Egitto, suo paese d’origine. La suprema corte ha reso così definitiva la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Milano il 3 marzo del 2015 conforme alla decisione pronunciata dal gip il 6 dicembre 2013 con rito abbreviato». E chi lo riporta? Il sito del Fatto Quotidiano, in data 8 ottobre 2015. Quindi secondo Il Fatto Quotidiano è «schiava della Cia» anche la Cassazione? E pure la Corte d’appello di Milano? Chi altro? Forza, professor Orsini, ci passi l’elenco.
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Elisa Calessi intervista su Libero il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, sul problema delle carceri sovraffollate. Una domanda comincia così: «Nel 2024 sono stati quasi 88 i suicidi». Quindi 87, presumiamo.
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Incipit dell’editoriale di prima pagina del direttore del Tempo, Tommaso Cerno: «Ieri un importante esponente del Pd ha spiegato in tv che la gang islamica che ha preso in ostaggio piazza del Duomo a Milano inveendo contro l’Italia che l’ha accolta è “perché è Capodanno”. Verrebbe da pensare che anche il Veglione di Cecilia Sala a Teheran distesa sul pavimento di una cella di punizione sia la variante lolcale di questi Capodanni islamici che tanto piaccio a Alessia Morani».
stranieri in piazza duomo a capodanno 4
Direttore, ha bevuto male o ha bevuto troppo durante il veglione a Roma? Refusi a parte, «la gang islamica che ha preso in ostaggio piazza del Duomo a Milano è “perché è Capodanno”» ci pare un periodo da sbronzo. Con un minimo di lucidità, bastava togliere un «che» e un «è» per farlo stare in piedi.
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Nel suo editoriale di prima pagina, Maurizio Belpietro, direttore della Verità, parla di Volodymyr Zelensky come dell’«uomo che imperversava in tv con la maglietta verde oliva e i pantaloni della mimetica». Non risulta che i calzoni indossati abitualmente dal presidente dell’Ucraina siano quelli di una tuta mimetica. Egli li porta grigioverdi, comunque in tinta unita.
Invece la mimetica è fatta per confondersi con l’ambiente circostante, quindi presenta macchie irregolari e sovrapposte che rompono la sagoma del corpo per renderlo meno visibile, oppure linee e striature per somigliare a erba o rami, oppure motivi pixelati per ingannare l’occhio umano e i dispositivi ottici. In un altro editoriale, pubblicato lo stesso giorno, Maurizio Belpietro offre un secondo esempio di accuratezza: «Penso che ai calabresi non importerebbe nulla sapere che il pronto soccorso è di proprietà un imprenditore».
zelensky in pantaloni grigioverdi
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Titolo da Fanpage.it: «Codice della strada, cosa sappiamo sull’uso di Tachipirina e farmaci con paracetamolo alla guida». Praticamente nulla, perché è la prima volta che leggiamo di medicinali con la patente impegnati al volante.
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Intervistata da Maria Laura Giovagnini su Io Donna, Virginia Sommadossi, direttrice creativa della Centrale Fies di Dro, in Trentino, sostiene che l’ex impianto idroelettrico di cui si occupa è il «primo esempio in Italia di recupero di archeologia industriale a scopi artistici e culturali». Non ci pare. Già il sito ufficiale contraddice l’affermazione, là dove afferma che «nel corso di quarant’anni di attività è stata tra le prime realtà in Italia a rigenerare un’archeologia industriale a fini artistici e culturali», quindi non la prima.
fanpage farmaci con paracetamolo alla guida
Ma vi sono altri esempi di siti analoghi antecedenti al 1984, come l’ex pastificio Pantanella, sorto nel 1881, trasformato nel Palazzo dei musei di Roma (accolse il Museo dell’Impero romano nel 1929 e il Museo della Città di Roma nel 1930); l’Ecomuseo delle ferriere e fonderie di Calabria, nato a Bivongi nel 1982; il Museo del patrimonio industriale aperto nell’ex fornace Galotti a Bologna, sempre nel 1982.
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ncipit del servizio di Mara Gergolet, inviata del Corriere della Sera a Magdeburgo: «La sera, la cattedrale Johanniskirche è illuminata dalla luce di fari e candele». Poiché Kirche significa chiesa, era meglio scrivere «La Johanniskirche, la cattedrale», specificando così di che chiesa si tratta. Ma il fatto è che la Johanniskirche non è affatto la chiesa maggiore di Magdeburgo.
La cattedrale è infatti intitolata a san Maurizio e a santa Caterina d’Alessandria. Si tratta del più antico duomo della Germania fra quelli costruiti in stile gotico. Invece la Johanniskirche, con un passato da tempio protestante, è stata sconsacrata da tempo e ora funge da spazio multifunzionale per concerti, eventi culturali ed esposizioni.
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Sulla prima pagina di Domani un articolo di Michela Ponzani è intitolato «Come nel 1800 / Chi non crede alle vittime», ma all’inizio del pezzo si legge «alla metà dell’Ottocento», dunque non nell’anno 1800, che va dal 1° gennaio al 31 dicembre 1800, appunto, mentre l’Ottocento (o secolo XIX) va dal 1801 al 1900. Nelle pagine interne il titolo è corretto: «Oggi come nell’Ottocento / Le parole delle donne sono un coro senza voce». Altrettanto correttamente un redattore ha scritto, nella didascalia che correda una foto, di uno «stupro di metà ’800». Perché allora non titolare anche in prima pagina «Come nell’Ottocento»?