“QUERELARE È DA INFAMI. SERVIREBBE UNA PUNIZIONE PER CHI FA QUERELE INUTILI” – FILIPPO FACCI: “IL DUELLO RESTEREBBE LA MIGLIOR RISPOSTA, MA L'HANNO PROIBITO. CI STIAMO SEMPRE PIÙ ‘GIUDIZIARIZZANDO’: SEMPRE PIÙ CAUSE PENALI E CIVILI, E CONTENZIOSI PER LESIONE DELLA PERSONALITÀ, RICHIESTE DI RISARCIMENTO, DENUNCE DI CITTADINI CONTRO ALTRI CITTADINI. TEMPO FA DIFESI STRENUAMENTE UNA ROM E POI EBBI NOTIZIA CHE MI AVEVA QUERELATO. SCOPRII CHE LEI NON NE SAPEVA NULLA: AVEVA FATTO TUTTO UN'ASSOCIAZIONE CHE DIFENDE I ROM…”
Filippo Facci per “Libero quotidiano”
«Spero quereli» ha scritto una poveretta abituata a querelare ogni venti minuti: voleva che un politico denunciasse un direttore di giornale. Ormai è modus straccionesco che nell'era della suscettibilità (copyright Guia Soncini) vede querelare ogni scemenza dal primo che passa. Voi prendete un motore di ricerca, digitate «querela» od «offeso» e poi ci risentiamo l'anno prossimo.
Per quel che conta, io la penso come i nobili del medioevo: ricorrere ai tribunali è da infami (a meno che si rappresenti qualcosa che vada oltre un nome e un cognome, o che si attribuisca un fatto infamante e falso) e il duello resterebbe la miglior risposta, ma l'hanno proibito. Giorgio Bocca si vantava di non aver mai fatto una querela in vita sua: resta un modello.
Noi invece ci stiamo sempre più «giudiziarizzando»: sempre più cause penali e civili, e contenziosi per lesione della personalità, richieste di risarcimento, denunce di cittadini contro altri cittadini, soprattutto querele automatiche da parte di associazioni specializzate in rappresentanza delle più svariate categorie. Servirebbe una punizione per chi fa querele inutili.
Tempo fa, in prima pagina, difesi strenuamente una Rom (mica facile, con certi lettori) e poi ebbi notizia che mi aveva querelato. Chiesi spiegazioni e scoprii che lei non ne sapeva nulla: aveva fatto tutto un'associazione che difende i Rom. La querela è rimasta.