LA FAIDA LEGALE TRA MARGHERITA AGNELLI E I SUOI FIGLI (JOHN, LAPO E GINEVRA ELKANN) SULL’EREDITA’ DI MARELLA CARACCIOLO SI BASA SU UN DETTAGLIO: DOVE ERA DAVVERO RESIDENTE LA MOGLIE DI GIANNI AGNELLI? IN ITALIA, COME SOSTIENE MARGHERITA, O IN SVIZZERA COME RIBATTONO I TRE NIPOTI? NON È UNA BANALE QUESTIONE D’ANAGRAFE: E’ LA CHIAVE DI VOLTA DELLA CAUSA, PERCHÉ DA ESSA DIPENDE IL DIRITTO APPLICABILE. SE FOSSE QUELLO ITALIANO, VERREBBE RIMESSO IN DISCUSSIONE IL “PATTO SUCCESSORIO” DI DIRITTO SVIZZERO SIGLATO NEL 2004 DA MARGHERITA DI RINUNCIA ALLA FUTURA EREDITÀ DELLA MADRE, CHE A SUA VOLTA È LEGATO ALL'”ACCORDO TRANSATTIVO” SULL'EREDITÀ DI GIANNI AGNELLI…
Fabrizio Massaro per “MF”
C'erano persino i carabinieri ieri mattina davanti alla porta della giudice civile di Torino Nicoletta Aloj per evitare la ressa di cronisti attirati dall'udienza - rivelata sabato scorso da MF-Milano Finanza - della causa Margherita Agnelli contro i figli John, Lapo e Ginevra Elkann per l'eredità della madre (e nonna) Marella Caracciolo, la vedova di Gianni Agnelli, nonché per la «petizione» dell'eredità di quest' ultimo nella parte che secondo Margherita non è stata ritrovata né rendicontata.
Ed è quest' ultima una delle novità che stanno emergendo da questa storia familiar-giudiziaria che potrebbe stravolgere gli assetti di controllo di Exor. Valore stimato (dai periti di Margherita): 4,65 miliardi alla data della morte di Marella nel febbraio 2019. Oltre ai testamenti della madre, Margherita chiede che siano riportati nell'eredità del padre quadri di artisti famosi come Giacomo Balla, Giorgio De Chirico, Francis Bacon, Claude Monet, Jean-Léon Gérome e il patrimonio che sarebbe stato tenuto fuori dall'asse ereditario detenuto in alcune società all'estero, stimato in circa 580 milioni di dollari nel 2003, alla data della morte dell'Avvocato.
La causa è giunta ieri a un momento decisivo, dopo uno scontro tra principi del foro durato un'ora e mezzo. Da una parte il legale di Margherita Agnelli, Dario Trevisan, dall'altro Carlo Re e Eugenio Barcellona dello studio Pedersoli, difensori dei tre Elkann, e il professor Giorgio De Nova che assiste l'esecutore testamentario di donna Marella, Urs von Grünigen. È stata un'udienza di «precisazione delle conclusioni» combattuta a colpi di memorie e contro-memorie, con allegati perizie grafologiche, verbali di Agenzia delle Entrate, documenti, fatture.
Tutto per dimostrare, da una parte, e confutare, dall'altra, la questione fondamentale: dove era davvero residente abituale Marella Caracciolo? In Italia, come sostiene la figlia, o in Svizzera come ribattono i tre nipoti e dove sono già pendenti altre cause per questioni legate sempre all'eredità di Marella? La decisione del giudice (o, meglio, del collegio della seconda sezione civile) tecnicamente riguarderà una questione preliminare; ma è la chiave di volta della causa, perché da essa dipende il diritto applicabile.
Se fosse quello italiano, verrebbe rimesso in discussione il «patto successorio» di diritto svizzero siglato nel 2004 da Margherita di rinuncia alla futura eredità della madre, che a sua volta è legato all'«accordo transattivo» sull'eredità del padre. Per essi Margherita nel 2004 ottenne 1,2 miliardi di euro, in una fase in cui la Fiat era in grave difficoltà. Margherita Agnelli e i cinque figli avuti dal secondo marito Serge de Pahlen, anch' essi parte nella causa, hanno giocato le loro carte, i legali degli Elkann anche, la giudice si è riservata di decidere senza fissare un termine.
Secondo la ricostruzione effettuata da Margherita, tra il 2003 e il 2018 Marella ha trascorso in media 189 giorni l'anno in Italia, 94 in Marocco e solo 68 in Svizzera. Esiste anche un dossier predisposto dall'agenzia investigativa Swiss East Affairs, che ha messo in fila gli spostamenti degli aerei e dei jet privati usati da Marella per i trasferimenti tra l'Italia e il Marocco. Persino i passaporti sono stati analizzati: i rinnovi nel 2008 e nel 2017 sono avvenuti in Italia, sostiene Margherita, e non presso il consolato in Svizzera come accade con i residenti abituali all'estero.
margherita agnelli e gianni agnelli
A Villa Frescot, tra la quindicina di persone di servizio, c'era un ufficio amministrativo che si occupava di gestire gli affari di Marella, l'assistenza sanitaria, i viaggi, le visite. La difesa degli Elkann è invece che i beni dell'Avvocato erano noti e i capitali esteri erano di Marella già prima della morte di Gianni, e che inoltre non si può dubitare della residenza di Marella in Svizzera, dove aveva il domicilio già dagli anni '70 con tanto di iscrizione all'Aire e importanti proprietà immobiliari. Circa Dicembre, la linea degli Elkann è da sempre che nessuna decisione - di tribunale italiano o svizzero - potrà incidere sulla quota di controllo di John.
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