chirurghi

SANITA' AD MINCHIAM: IN SALA OPERATORIA PUO' ENTRARE CHIUNQUE?  – A ROMA UN FALSO CHIRUGO HA OPERATO PER 15 ANNI SENZA AVER MAI CONSEGUITO LA LAUREA IN MEDICINA: ORA DOVRÀ RISARCIRE ALL’ASL 128MILA EURO – L’UOMO, CHE ERA ADDIRITTURA DIVENTATO IL CAPO DELL'EQUIPE DI ORTOPEDIA ALL'OSPEDALE SAN GIACOMO, È STATO SMASCHERATO QUANDO UN SUO PAZIENTE SI ERA RITROVATO CON UNA MANO PARALIZZATA DOPO UN DISASTROSO INTERVENTO PER UNA FRATTURA – ALLA FINE IL FINTO DOTTORE SI È AUTODENUNCIATO…

Michela Allegri per “il Messaggero”

falso dottore 5

 

Quindici anni trascorsi in sala operatoria, diventando addirittura il capo dell'equipe di Ortopedia all'ospedale San Giacomo.

 

Peccato che il dottore in questione, in realtà, fosse un impostore: non aveva mai conseguito la laurea in Medicina e per più di un decennio era riuscito a ingannare tutti quanti. Fino al giorno del disastro: dopo un intervento relativamente semplice, ma eseguito in modo grossolanamente errato, un paziente è rimasto paralizzato a una mano. E così sono partite la causa per il risarcimento e l'inchiesta svolta dalla compagnia assicuratrice. 

 

falso dottore 4

È emerso l'impensabile: R. I. si è autodenunciato ai Carabinieri, dicendo di non essere in possesso della laurea e, quindi, di non essere mai stato iscritto all'albo. Nel frattempo il paziente è stato risarcito dalla Asl Roma 1. Ma nei giorni scorsi il saldo finale è stato chiesto al finto dottore, a distanza di molti anni dalla vicenda: la Corte dei conti ha disposto che paghi all'azienda sanitaria raggirata 128mila euro.

 

falso dottore 3

LA CAUSA

 Il falso medico è stato smascherato dopo un disastroso intervento chirurgico per curare una frattura: il paziente si era ritrovato con una «totale impotenza funzionale della mano destra», si legge nella sentenza. Durante la causa civile, il consulente tecnico aveva rilevato «una insufficiente o erronea preparazione teorica e pratica nell'affrontare l'intervento chirurgico», evidenziando che c'era stato «un accesso chirurgico non previsto nel trattamento delle fratture del terzo prossimale della diafisi». 

 

Aveva poi sottolineato che «c'erano anche alcuni dubbi sul posizionamento della placca e delle viti sul radio». Per questo motivo era stata sentenziata la «colpa grave» del sanitario. Decisione confermata anche nel 2018, alla fine del processo di appello. L'azienda era stata condannata a pagare 128mila euro.

 

operazione chirurgica

LA DENUNCIA

 Durante il processo, però, a tre anni di distanza dall'intervento, R. I. si era prima licenziato e poi autodenunciato ai Carabinieri.La conseguenza era stata la decadenza delle coperture assicurative per l'azienda sanitaria e dell'ospedale. Nella sentenza si legge che dagli atti dei giudizi civili è emersa «la macroscopica imperizia che ha caratterizzato l'operato, dovuta alla mancanza dell'alta qualificazione professionale che serve per esercitare la professione medica». 

 

chirurgo

La colpa del falso chirurgo è considerata lampante: in modo doloso, ha nascosto «per oltre 15 anni all'Azienda, ai colleghi e ai pazienti la sua reale qualificazione», scrivono i giudici contabili. Ogni volta che entrava in sala operatoria, accettava il rischio «che i suoi abusivi interventi chirurgici, peraltro realizzati in una branca particolarmente rischiosa, potessero danneggiare la salute dei pazienti». Circostanza che, alla fine, si era verificata. 

 

L'uomo ha agito con dolo: per i giudici, era «ben consapevole di non possedere i titoli necessari (né la competenza) per svolgere il delicato intervento chirurgico». Per mettere in tasca quotidianamente lo stipendio di medico ospedaliero, in servizio nel reparto di Ortopedia e traumatologia, ha messo a repentaglio per tantissimo tempo la vita di chi finiva nella sua sala operatoria. 

 

Le probabilità che si verificassero incidenti, infatti, era altissima, come viene sottolineato nella sentenza e come era stato evidenziato anche dai consulenti nell'ambito della causa civile. A nulla sono valse le giustificazioni dell'uomo per evitare la condanna, come quella di non avere agito da solo nel corso dell'operazione andata male. 

 

chirurghi

Secondo i magistrati, infatti, gli altri due componenti dell'equipe non hanno responsabilità: erano rispettivamente il primo e il secondo aiuto e, «oltre a non avere specifiche competenze in materia ortopedica, non erano a conoscenza delle reali qualificazioni professionali» del finto chirurgo.

Ultimi Dagoreport

donald trump zelensky putin

DAGOREPORT - UCRAINA, LA TRATTATIVA SEGRETA TRA PUTIN E TRUMP È GIA' INIZIATA (KIEV E UE NON SONO STATI NEANCHE COINVOLTI) - “MAD VLAD” GODE E ELOGIA IN MANIERA SMACCATA IL TYCOON A CUI DELL'UCRAINA FREGA SOLO PER LE RISORSE DEL SOTTOSUOLO – IL PIANO DI TRUMP: CHIUDERE L’ACCORDO PER IL CESSATE IL FUOCO E POI PROCEDERE CON I DAZI PER L'EUROPA. MA NON SARA' FACILE - PER LA PACE, PUTIN PONE COME CONDIZIONE LA RIMOZIONE DI ZELENSKY, CONSIDERATO UN PRESIDENTE ILLEGITTIMO (IL SUO MANDATO, SCADUTO NEL 2024, E' STATO PROROGATO GRAZIE ALLA LEGGE MARZIALE) - MA LA CASA BIANCA NON PUO' FORZARE GLI UCRAINI A SFANCULARLO: L’EX COMICO È ANCORA MOLTO POPOLARE IN PATRIA (52% DI CONSENSI), E L'UNICO CANDIDATO ALTERNATIVO È IL GENERALE ZALUZHNY, IDOLO DELLA RESISTENZA ALL'INVASIONE RUSSA...

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?

giorgia meloni daniela santanche

DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA ALLA DIREZIONE DI FRATELLI D’ITALIA PERCHÉ VUOLE AVERE L’AURA DEL CAPO DEL GOVERNO DALLO STANDING INTERNAZIONALE CHE INCONTRA TRUMP, PARLA CON MUSK E CENA CON BIN SALMAN, E NON VA A IMMISCHIARSI CON LA POLITICA DOMESTICA DEL PARTITO - MA SE LA “PITONESSA” AZZOPPATA NON SI DIMETTERÀ NEI PROSSIMI GIORNI RISCHIA DI ESSERE DAVVERO CACCIATA DALLA DUCETTA. E BASTA POCO: CHE LA PREMIER ESPRIMA A VOCE ALTA CHE LA FIDUCIA NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL TURISMO È VENUTA A MANCARE - IL RUOLO DEL "GARANTE" LA RUSSA…

barbara marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

L’AMBIZIOSA E INCONTROLLABILE BARBARA BERLUSCONI HA FATTO INCAZZARE MARINA E PIER SILVIO CON LA DICHIARAZIONE AL TG1 CONTRO I MAGISTRATI E A FAVORE DI GIORGIA MELONI, PARLANDO DI “GIUSTIZIA A OROLOGERIA” DOPO L’AVVISO DI GARANZIA ALLA PREMIER PER IL CASO ALMASRI - PRIMA DI QUESTA DICHIARAZIONE, LA 40ENNE INEBRIATA DAL MELONISMO SENZA LIMITISMO NE AVEVA RILASCIATA UN’ALTRA, SEMPRE AL TG1, SULLA LEGGE PER LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE TRA GIUDICI E PM (“È SOLO UN PRIMO PASSO”) - E NELL’IMMAGINARIO DI MARINA E PIER SILVIO HA FATTO CAPOLINO UNA CERTA PREOCCUPAZIONE SU UNA SUA POSSIBILE DISCESA IN POLITICA. E A MILANO SI MORMORA CHE, PER SCONGIURARE IL "PERICOLO" DELLA MELONIANA BARBARA (“POTREBBE ESSERE UN’OTTIMA CANDIDATA SINDACA PER IL CENTRODESTRA NELLA MILANO’’, SCRIVE IL “CORRIERE”), PIER SILVIO POTREBBE ANCHE MOLLARE MEDIASET E GUIDARE FORZA ITALIA (PARTITO CHE VIVE CON LE FIDEJUSSIONI FIRMATE DA BABBO SILVIO...) - VIDEO