TIKTOK CON IL NODO ALLA GOLA – NEGLI STATI UNITI LE FAMIGLIE DI DUE BAMBINE DI 8 E 9 ANNI MORTE NEL 2021 DOPO AVER PARTECIPATO AL “BLACKOUT CHALLENGE” HANNO FATTO CAUSA A TIKTOK: L'ALGORITMO DEL SOCIAL AVREBBE “RIPETUTAMENTE E INTENZIONALMENTE” PROPOSTO ALLE PICCOLE LA FOLLE SFIDA CHE CONSISTEVA NEL PROVOCARSI IL SOFFOCAMENTO – L'AZIENDA SI DIFENDE: “VIGILI NELL'IMPEGNO PER LA SICUREZZA”
Cecilia Mussi per www.corriere.it
Le famiglie di due bambine morte nel 2021 dopo aver partecipato alla «Blackout challenge» che circolava su TikTok hanno fatto causa all'azienda cinese.
A Los Angeles, seguiti dal Social Media Victims Law Center (centro legale per le vittime dei social media), i parenti delle vittime si schierano contro TikTok per il suo «pericoloso algoritmo» che avrebbe «ripetutamente e intenzionalmente» proposto alle bambine, di 8 e 9 anni, i video della challenge il cui macabro obiettivo era causarsi il soffocamento.
Nel loro feed infatti sarebbero stati proposti contenuti inerenti al tema, incentivandole così a partecipare .
La storia delle bambine
Una delle vittime si chiamava Lalani Erika Renee Walton, 8 anni, e viveva a Temple, Texas. Morì il 15 luglio 2021 e secondo la polizia le cause sarebbero state proprio «un diretto risultato del tentativo di partecipare alla challenge di TikTok».
L'altra bambina, 9 anni, era Arriani Jaileen Arroyo di Milwaukee, Wisconsin. A 7 anni aveva ricevuto il primo cellulare e secondo i parenti lo utilizzava più volte al giorno, tanto da diventarne ossessionata e dipendente. Fu trovata esanime dal fratello di cinque anni il 26 febbraio 2021.
Le accuse a TikTok
«TikTok sapeva, senza alcun dubbio, che la Blackout challenge si stava diffondendo sul feed specialmente in quello dei bambini», si legge nel documento redatto dai legali.
La causa poi comprende altre accuse al social, come il fatto che l'algoritmo promuova contenuti dannosi, consenta agli utenti minorenni di utilizzare l'app e non avverta gli utenti o i loro tutori legali della dipendenza dal social.
I legali delle famiglie sostengono che l'azienda permetta la diffusione di contenuti anche pericolosi perché aumentano le interazioni tra gli utenti e il loro utilizzo dell'app. Inoltre, nei documenti fatti arrivare al tribunale, sono stati citati i casi di altri bambini, come un 12enne dell'Oklahoma e un 14enne australiana morti entrambi sempre a causa della challenge social.
Sia il New York Times che il Guardian, che hanno cercato di raggiungere un portavoce di TikTok, non hanno avuto commenti dall'azienda sul caso.
Il portavoce di TikTok: «Vigili nell'impegno per la sicurezza»
«Le nostre più sentite condoglianze vanno alle famiglie per le loro tragiche perdite. Questa inquietante "sfida", di cui le persone sembrano venire a conoscenza da fonti diverse da TikTok, è precedente alla nostra piattaforma e non è mai stata un trend di TikTok- ha dichiarato al Corriere un portavoce di TikTok - Rimaniamo vigili nel nostro impegno per la sicurezza degli utenti e, laddove dovessimo trovare dei contenuti correlati, li rimuoveremo immediatamente».
Da alcuni mesi, specificano dall'azienda, è stato promosso un progetto globale volto a migliorare la comprensione delle modalità con cui i giovani vengono attratti e coinvolti da sfide potenzialmente pericolose, da contenuti ingannevoli e bufale.
Il recente caso in Inghilterra
Risale solo a qualche settimana fa la notizia di Archie B. un bambino inglese di 12 anni che dopo aver partecipato alla challenge è in ospedale in quella che viene definita «morte cerebrale».
Era stato trovato privo di coscienza, con un laccio intorno al collo, nella sua casa di Southend, nell’Essex, il 7 aprile scorso. Secondo i medici che stanno seguendo il caso è «molto probabile» che Archie sia cerebralmente morto e sostengono che il trattamento di sostegno alle funzioni vitali dovrebbe avere un termine. Ma i genitori invece si oppongono a questa scelta.
Anche in Italia due casi
ANTONELLA LA BAMBINA DI 10 ANNI MORTA PER UNA CHALLENGE SU TIKTOK
Dei casi riguardanti la Blackout Challenge sono stati registrati anche nel nostro Paese. A gennaio 2021 la catena di sfide online ha provocato la morte di Antonella, 10 anni, che viveva a Palermo. A trovarla in bagno, con una cintura avvolta intorno al collo, i parenti che hanno poi raccontato quanto la piccola fosse sempre "incollata" allo smartphone.
Dopo la morte della bambina, il Garante della Privacy italiano aveva disposto il blocco dell’uso dei dati degli utenti per i quali non fosse stata accertata l’età anagrafica. Nel 2018, invece, a Milano era morto un ragazzo di 14 anni trovato in camera soffocato con una corda da roccia. Anche in quel caso la famiglia aveva indicato la causa nella simulazione della challenge social.