FAR WEST IN PROVINCIA DI BRESCIA - SCOPRE UN LADRO MENTRE ESCE DA CASA DI SUO FRATELLO E INVECE DI CHIAMARE I CARABINIERI LO INSEGUE PER DUE ORE E LO FA FUORI - IL PAESE: “HA FATTO BENE”

Paolo Colonnello per "La Stampa"

Dello «gnari» straniero e del suo misero bottino da poche centinaia di euro, forse un migliaio, nessuno vuole parlare. La preoccupazione è tutta per Mirko, il meccanico del paese, che gli ha sparato e adesso è in carcere per una storia che sembra uscita da un libro di Truman Capote.

Eppure lo «gnari», il ragazzo come lo chiamano qua, aveva solo 26 anni, anche se era un ladro e per giunta albanese. D'altronde, quando l'altra sera lo hanno visto calarsi da un balcone insieme a un complice, nessuno ha pensato nemmeno di chiamare i carabinieri per dare l'allarme.

Hanno preferito organizzarsi e dargli la caccia per quasi due ore, finché non lo hanno trovato. E ucciso, con un fucilata al petto. È successo sabato sera a Serle, 3 mila anime sparse in una manciata di case tutte in salita della Val Sabbia, in provincia di Brescia, dove i furti nelle abitazioni sono vissuti come un flagello.

In carcere è finito Mirko Franzoni, 29 anni, accusato di omicidio volontario: «C'è stata una colluttazione, ed è partito un colpo», ha raccontato agli inquirenti, spiegando di aver sorpreso i due ladruncoli uscire dall'appartamento del fratello Ezio, di averne inseguito uno e averlo, involontariamente, ucciso con il suo fucile da caccia. Sembrava la storia di uno dei tanti furti finiti in tragedia.

Appena però gli investigatori bresciani, guidati dal colonnello Giuseppe Spina, hanno cominciato le prime verifiche, la sua tesi è crollata. Il fatto è che dal momento in cui Franzoni si è accorto del furto, le 18,30 circa, a quando ha colpito il giovane albanese, attorno alle 20,30, sono passate due ore. Un tempo difficile da giustificare con un eccesso di legittima difesa. Inoltre, nonostante i due ladri fossero stati visti anche da altri vicini di casa, a nessuno è passato per la testa di avvertire i carabinieri perché venissero catturati.

Tanti dettagli non tornano in questa storia. Mirko il meccanico, un ragazzone tutto casa e officina, ovviamente mite, riservato, ottima persona, sostiene che sabato sera, mentre stava rincasando con alcuni amici nella villa in cui vive con i genitori, in via Marconi, richiamato da dei vicini avrebbe notato i due ladri calarsi dal balcone della casa del fratello che abita trenta metri più avanti.

A questo punto, sostiene di averne inseguito uno, di averlo raggiunto, obbligato a restituire i soldi e i monili d'oro che aveva rubato e quindi, dopo una colluttazione, di averlo ucciso. Non si spiega come mai avesse già un fucile in mano. Secondo gli inquirenti invece, e secondo qualche testimonianza, Franzoni, dopo aver visto i due ladri uscire dalla casa del fratello, ha chiamato quattro o cinque amici, si è armato di fucile e ha cominciato a perlustrare le vie e le zone boschive intorno al paese.

Una caccia all'uomo che si è protratta per quasi due ore finché uno dei due ladri, che è risultato essere uno sbandato albanese senza fissa dimora e con qualche precedente, non è spuntato dall'unico vicolo da cui è possibile abbandonare il bosco. Proprio dove si era appostato Franzoni che sostiene a quel punto di essere rimasto da solo, di avere affrontato il ladro e averlo ucciso durante una breve colluttazione con un colpo a pallettoni partito inavvertitamente dal suo fucile da caccia.

Nessuno avrebbe assistito alla rissa, né al conseguente omicidio. Di fatto, il ladro è stato colpito in pieno petto, poco al di sotto dell'ascella sinistra, morendo quasi subito. E soltanto dopo sono stati chiamati i carabinieri. Ora toccherà alle perizie balistiche stabilire da che distanza è partito il colpo e in che posizione si trovava il fucile da caccia di Franzoni.

Nel frattempo Mirko il meccanico rimane in carcere con l'accusa di omicidio volontario come disposto dal pm Francesco Piantoni. Per lui potrebbe anche scattare l'aggravante della premeditazione. I carabinieri intanto stanno cercando il complice dell'albanese che potrebbe fornire ulteriori chiarimenti.

In paese ieri molti sostenevano che in fondo Mirko aveva fatto bene, e che chiunque si sarebbe comportato come lui. Non una parola di pietà per il ragazzo ucciso. Il sindaco Gianlugi Zanola ha portato la solidarietà dei concittadini ai familiari del meccanico, «ma un pensiero va anche al giovane morto».

 

 

SERLE SERLE SERLE SERLE SERLE

Ultimi Dagoreport

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - A 53 GIORNI DAL RINNOVO DELLA GOVERNANCE DI GENERALI, A CHE PUNTO È IL RISIKO BANCARIO? NEL SUO SOGNO DI CONQUISTARE IL LEONE DI TRIESTE, EVITANDO PERO' IL LANCIO DI UNA COSTOSISSIMA OPA, PARE CHE NELLA TESTA DI CALTA FRULLI UN PIANO IN DUE TEMPI: INTANTO CONQUISTARE LA MAGGIORANZA NEL CDA DELLA COMPAGNIA, DOPODICHÉ PAPPARSI MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI (SEMPRE CHE NON ARRIVI A PIAZZETTA CUCCIA UN CAVALIERE BIANCO) – ALL’OFFENSIVA DI CALTA, L’ASSO NELLA MANICA DI DONNET SI CHIAMA UNICREDIT. ORCEL AVREBBE PERSO L’ENTUSIASMO PER BPM E SAREBBE BEN FELICE DI PORTARSI A CASA BANCA GENERALI - TANTO PER SURRISCALDARE IL CLIMA GIÀ TOSSICO È ARRIVATA IERI “LA STAMPA” CHE LANCIAVA ‘’L’IPOTESI DEL CONCERTO CALTAGIRONE-MILLERI” (SMENTITA)…

luca richeldi papa francesco bergoglio sergio alfieri

DAGOREPORT - I MEDICI DEL GEMELLI CHE CURANO IL PAPA (SERGIO ALFIERI E LUCA RICHELDI) SONO STATI CHIARI CON FRANCESCO: SE E QUANDO VERRÀ DIMESSO, BERGOGLIO DOVRÀ DIMENTICARE LA VITA MOVIMENTATA CHE HA CONDOTTO FINORA, E DARSI UNA REGOLATA. IL FISICO DEL PONTEFICE 88ENNE È MOLTO PROVATO E NON POTRÀ REGGERE AD ALTRI VIAGGI, OMELIE AL GELO E MARATONE DI INCONTRI CON I FEDELI – IL FUMANTINO CAPO DELLA CHIESA CATTOLICA ACCETTERÀ LA “CAMICIA DI FORZA” DI UNA CONVALESCENZA "PROTETTA" A SANTA MARTA?

angela merkel friedrich merz

DAGOREPORT – IL MURO DI BERLINO NON E' MAI CADUTO: MERZ E MERKEL SONO LE DUE FACCE DI UN PAESE CHE NON HA SANATO LE STORICHE DISEGUAGLIANZA TRA IL RICCO OVEST E IL POVERO EST – FIGLIOCCIO DI SCHAUBLE LUI, COCCA DI KOHL LEI, MERZ E MERKEL SI SFIDARONO NEL 2000 PER LA LEADERSHIP DELLA CDU. MA LA DEFLAGRAZIONE DEI LORO RAPPORTI SI È AVUTA CON LA POLITICA MIGRATORIA DI ANGELONA, FALLIMENTARE AGLI OCCHI DI MERZ (CHE RITENEVA NECESSARIO INTEGRARE I TEDESCHI DELL’EST, PRIMA DI ACCOGLIERE SIRIANI E TURCHI) - SE LA MERKEL L’AVESSE ASCOLTATO, OGGI L’AFD NON SAREBBE AL 20%...

beppe sala elly schlein

DAGOREPORT - TE LO DO IO IL CENTROTAVOLA! - L'IDEONA DI ELLY SCHLEIN PER NEUTRALIZZARE CHI SOGNA LA NASCITA DI UN PARTITO CENTRISTA ALLEATO DEL PD: CREARE LISTE CIVICHE PER LE REGIONALI E, SE FUNZIONANO, RIPROPORLE IN CHIAVE NAZIONALE ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2027 COL NOME DI "ALLEANZA PER L'ITALIA" - LEADER DEL PROGETTO DOVREBBE ESSERE BEPPE SALA, CHE PERÒ HA PERSO SMALTO (LE INCHIESTE SULL’URBANISTICA MILANESE) - L'ISOLAMENTO DI SCHLEIN NEL PD SUL PIANO DI RIARMO DI URSULA E LA SUA MANCANZA SI CARISMA: I SUOI GIORNI AL NAZARENO SONO CONTATI...

elon musk trump zelensky jd vance

DAGOREPORT – LE SPARATE DI ELON MUSK SONO SOLO UN MODO PER ATTIRARE L’ATTENZIONE E RISPONDERE AL PRESENZIALISMO DI JD VANCE, CHE MR. TESLA CONSIDERA UN “BURINO” – IL MILIARDARIO KETAMINICO HA PRESO MALISSIMO LA VISIBILITÀ OTTENUTA DAL VICEPRESIDENTE USA GRAZIE ALL’IMBOSCATA TESA A ZELENSKY. TRUMP CONOSCE BENE L’EGO-MANIA DEL SUO “DOGE”: PER QUESTO HA CHIESTO AL CONGRESSO UNA STANDING OVATION PUBBLICA PER MUSK (E QUELLO, TUTTO TRONFIO, SI È ALZATO COMPIACIUTO MOSTRANDO IL POLLICE)…

matteo salvini donald trump ursula von der leyen giorgia meloni ue unione europea

DAGOREPORT – IL VERTICE TRA GIORGIA MELONI E I SUOI VICEPREMIER È SERVITO ALLA PREMIER PER INCHIODARE IL TRUMPIAN-PUTINIANO SALVINI: GLI HA INTIMATO DI NON INIZIARE UNA GUERRIGLIA DI CRITICHE DAL MOMENTO IN CUI SARÀ UFFICIALE L’OK ITALIANO AL RIARMO UE (DOMANI AL CONSIGLIO EUROPEO ARRIVERÀ UN SÌ AL PROGETTO DI URSULA VON DER LEYEN), ACCUSANDOLO DI INCOERENZA – LA DUCETTA VIVE CON DISAGIO ANCHE LE MOSSE DI MARINE LE PEN, CHE SI STA DANDO UNA POSTURA “ISTITUZIONALE” CHE METTE IN IMBARAZZO LA PREMIER