giorgio guglielmo giovanni veronesi

"DALLO STATO TI ASPETTI SICUREZZA E GIUSTIZIA: SE LA PRIMA NON PUÒ ESSERCI, LA SECONDA ALMENO SÌ" - IL FIGLIO DI GIOVANNI VERONESI, IL GIOIELLIERE DI MILANO AMMAZZATO DURANTE UNA RAPINA NEL SUO NEGOZIO, COMMENTA L'INDENNIZZO "IRRISORIO" DA 50 MILA EURO PER L'OMICIDIO DEL PADRE: "PROVO SCONFORTO. CERCHERÒ DI CAPIRE SE HO LA FORZA DI ANDARE AVANTI. PENSO A CHI HA SUBITO VIOLENZE COME LA MIA, ALLE FAMIGLIE DISTRUTTE CHE NON HANNO AVUTO UN RISARCIMENTO" - "IL KILLER NON SI PENTÌ MAI E QUANDO USCIRÀ DAL CARCERE SARÀ UN UOMO RICCO: NESSUNO SA DOVE SIA FINITA LA REFURTIVA…"

Estratto dell'articolo di Rosario Di Raimondo per “la Repubblica”

 

Giorgio Guglielmo Veronesi

[…] Giorgio Guglielmo Veronesi, 59 anni, è il figlio di Giovanni, gioielliere che il 21 marzo del 2013 venne ammazzato nel suo negozio di via dell’Orso, in zona Brera, nel cuore di Milano. Affiancato dagli avvocati Claudio Defilippi e Gianna Sammicheli, dopo dieci anni ha ottenuto dal tribunale di Roma — che ha condannato la Presidenza del Consiglio — un indennizzo di 50 mila euro. Una cifra «irrisoria» per i legali, che chiedevano dieci volte tanto e sono pronti a far ricorso alle Corti europee.

 

All’esito del processo penale che condannò il killer Ivan Gallo all’ergastolo in primo grado e a trent’anni in appello, per le parti civili era stata prevista una provvisionale di 400 mila euro. Soldi che i figli non hanno mai visto. […]

 

Cosa pensa di quei 50 mila euro?

«Provo sconforto. Dallo Stato ti aspetti sicurezza e giustizia: se la prima non può esserci sempre, la seconda almeno sì».

omicidio gioielliere giovanni veronesi a milano 4

 

Farà appello?

 «Cercherò di capire se ho la forza di andare avanti. Da un lato, se potessi mettermi tutto alle spalle sarei più contento. Poi però penso a chi ha subito violenze come la mia. Penso ai benzinai o ai tabaccai rapinati e uccisi, alle loro famiglie distrutte che non hanno avuto un risarcimento dallo Stato e in più si sono ritrovate senza un reddito. Trovo che sia terribile, un’ingiustizia».

 

Cosa ricorda del giorno dell’omicidio?

«Mio padre, una persona incredibile, che aveva 72 anni ed era in formissima, aveva il cranio fracassato. I medici pensavano che gli avessero sparato in testa. Aveva cercato di difendersi, c’erano le impronte di sangue delle sue mani dappertutto in negozio. Dovetti ripulire io quel che rimase di lui. Da quei locali andammo via, era impossibile riaprire».

omicidio gioielliere giovanni veronesi a milano 3

 

Suo padre conosceva Gallo.

«Sì, era il tecnico del sistema di videosorveglianza del negozio. Non si pentì mai: rubò trent’anni di lavoro di mio padre e dopo l’omicidio fuggì in Spagna (dove poi venne arrestato, ndr ). Quando uscirà dal carcere sarà un uomo ricco: nessuno sa dove sia finita la refurtiva, lui non restituì niente. Consegnai al magistrato un elenco con mille oggetti di famiglia».

 

[…]

 

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