NON SIETE STATO, VOI - FILIPPO FACCI: “CHE INCOERENTE LO STATO ITALIANO: PERMETTE L'ABORTO E NON PERMETTE L'EUTANASIA O IL SUICIDIO ASSISTITO. CONSENTE L'INTERRUZIONE DI UNA VITA BIOLOGICA INCOSCIENTE ENTRO LE PRIME SETTIMANE DI VITA MA NON CONCEDA A UNA VITA SICURAMENTE COSCIENTE E ADULTA DI INTERROMPERE LE PROPRIE SOFFERENZE E SE LA PRENDE CON MARCO CAPPATO…”
Filippo Facci per “Libero Quotidiano”
La domanda è semplice: perché l'aborto sì e l' eutanasia no? I nemici di entrambe le cose - aborto ed eutanasia - a modo loro sono coerenti: sanno che la legge 194, che dal 1978 ha disciplinato l'accesso all' aborto, è una legge che funziona; sanno che gli aborti sono calati anno dopo anno (sono molto al di sotto dei 100mila annui, più o meno un terzo dei 234 mila del 1982, punta massima) e sanno che circa il 90 per cento degli italiani è perciò favorevole a questa legge.
Ma loro, gli antiabortisti, restano coerenti, e non è un caso che la legge 194 sia sottoposta a veri e propri sabotaggi: l'Italia è uno degli ultimi paesi occidentali in cui è stata introdotta la pillola Ru486 (22 anni dopo la Francia, dopo di noi solo Lituania e Polonia) la quale pillola resta di complicata reperibilità; le campagne di contraccezione da noi non esistono (la Chiesa non gradisce) e a farne le spese sono soprattutto le categorie che abortiscono in maggioranza, cioè le ignoranti e le immigrate.
Impossibile poi tacere sulla truffa dell'obiezione di coscienza, esercitata da oltre l'80 per cento dei ginecologi (soprattutto in Campania, Basilicata e Sicilia) tanto che il Consiglio d'Europa ci ha bacchettato perché in Italia abortire resta complicato.
Merito anche loro, dei coerenti che non mollano mai: ieri mattina la onlus antiabortista ProVita - la stessa del manifesto gigante che a Roma mostrava un feto all' undicesima settimana di vita - è riuscita a organizzare una conferenza stampa titolata "Le gravi conseguenze dell' aborto sul piano fisico e psichico" a Palazzo Madama, e tra gli intervenuti c'erano senatori della Lega e di Fratelli d'Italia che evidentemente hanno deciso di disperdere un pò di voti: sempre per coerenza. I temi affrontati: traumi post-aborto, fondi della sanità mal spesi nonché «il calo demografico con più di 6 milioni di bambini abortiti che mancano all'appello».
Questi gli argomenti fatti propri da questa minoranza, che tuttavia è coerentemente contraria all'aborto e così pure all'eutanasia, perché, ritiene che la vita non ci appartenga bensì appartenga a un dio. Un paio d' anni fa lo ripetè il cardinale Gerhard Muller, cristallino: «Il cadavere di un morto (sic) non è proprietà dei parenti: il morto è figlio di Dio, fa parte del popolo di Dio... per questo abbiamo un camposanto dove aspettare la resurrezione».
Non ne erano al corrente, probabilmente, i 4 italiani su 10 che secondo l'Istat chiedono la dispersione delle proprie ceneri, circostanza che può portare alla negazione del funerale religioso. All'estero, naturalmente, vivono in un altro secolo: il Svizzera si fa cremare l'87 per cento, in Svezia l'80, il Inghilterra il 73, in Germania il 55 e in Francia il 34. Ultimi siamo noi: 20 per cento.
Ma a parte questo, resta l'incoerenza dello Stato italiano, quella di chi permette l'aborto e però non permette l' eutanasia o il suicidio assistito. Uno Stato, cioè, che permette l' interruzione di una vita biologica incosciente entro le prime settimane di vita (se poi si possa già chiamare vita, o no, resterà oggetto di discussione infinita) ma non permette che una vita sicuramente cosciente e adulta possa decidere di interrompere le proprie sofferenze: sempre che lo desideri e sempre che la sua vita residuale gli sembri solo una tortura. Uno Stato che se la prende col radicale Marco Cappato (e con l' Associazione Luca Coscioni) perché si permette di accompagnare in Svizzera, laddove il suicidio assistito è legale, chi abbia manifestato chiaramente la volontà di farla finita: spesso addirittura con il conforto di parenti e amici.
Punti di contatto tra la legge sull' aborto e sulla (mancata) legge sull'eutanasia, peraltro, non ne mancherebbero. La 194 mise fine alla pratica degli aborti clandestini, e, allo stesso modo, i promotori della campagna pro-eutanasia - sostenuta anche da giornalisti di questa testata - mirano a eliminare il fenomeno dell'eutanasia clandestina, ossia le centinaia di migliaia di persone che muoiono per un intervento non dichiarato dei medici.
Decine di studi testimoniano che la sospensione delle cure e l'eutanasia sono praticati. Peccato che ufficialmente sia un reato, e rientri nelle ipotesi punite dall' articolo 579 (Omicidio del consenziente) o dall' articolo 580 (Istigazione o aiuto al suicidio). Tuttavia la sospensione delle cure - eutanasia passiva - è un diritto inviolabile fondato sulla Costituzione (art 32): «Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge». Un apparente ginepraio, molto italiano, e un capolavoro di incoerenza: in teoria dovremmo attendere che a risolverlo sia questa classe politica. Ci crediamo tutti.
riproduzione riservata.