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IL FIORE SPEZZATO – GIULIO MILACIC, 17ENNE STAR DI INSTAGRAM CON IL NICKNAME “IL RAGAZZOFIORE”, SI E’ SUICIDATO A PASQUA SPARANDOSI CON IL FUCILE DEL PADRE – IL TESTAMENTO ONLINE AI 26.000 FOLLOWER: “CI RIVEDREMO IN UN FUTURO NON TROPPO LONTANO, MAGARI IN UN POSTO MIGLIORE”

Enrico Ferro per “la Repubblica”

GIULIO MILACIC 4GIULIO MILACIC 4

 

«Non credo più nei lieto fine ma credo molto nei lieti viaggi. Ultimamente o si muore molto giovani, oppure si vive abbastanza a lungo per vedere gli amici morire».

 

Giulio Milacic, 17 anni, l’aveva scritto pochi giorni fa sui social network commentando la strage delle ragazze italiane in Erasmus a Barcellona. Sabato sera un’altra morte l’ha scosso nel profondo. Un amico e compagno di classe ha perso la vita in un incidente stradale in scooter e lui, così sensibile ed empatico, non ha retto.

 

Il giorno di Pasqua ha imbracciato il fucile del padre e si è sparato un colpo al petto in giardino. Così è calato il sipario sulla giovane esistenza di Giulio, star di Instagram con il nickname “Il Ragazzofiore”, profilo in grado di calamitare oltre 26mila follower. «Sarò presente al funerale del suo amico, lo farò in onore di mio figlio. Lui mi ha detto che ci sarebbe andato», dichiara il padre Stefano trattenendo le lacrime. 

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È la tragedia che tra sabato e domenica è piombata su Carpesica, piccola frazione sulle colline di Vittorio Veneto. In una villetta con l’intonaco fresco e il prato sempre perfetto vive la famiglia Milacic, lontane origini triestine ma da sempre integrata in quest’area della provincia di Treviso.

 

GIULIO MILACICGIULIO MILACIC

Sabato sera Giulio aveva esternato ai genitori tutto il suo dolore per la notizia appresa navigando svogliatamente sul suo smartphone. Patrick Beda, amico e compagno di classe in un istituto professionale, si è schiantato in moto contro un platano ed è morto sul colpo. Insieme avevano condiviso le disavventure di una carriera scolastica non proprio eccellente, che li aveva indotti a lasciare anzitempo il corso di studi e ad affacciarsi al mondo del lavoro. Anche se non si vedevano più ogni giorno l’amicizia era rimasta, così come gli interessi comuni per i motori.

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Dopo una nottata trascorsa cercando di metabolizzare quella perdita inspiegabile, il giorno di Pasqua Giulio ha pranzato con papà Stefano e con mamma Luisa. Lo vedevano provato, a tratti assente ma non immaginavano un simile baratro emotivo. Verso le 18 ha preso il fucile di papà, è sceso in giardino e si è ucciso. Sono state le grida disperate della cugina che abita poco distante a dare l’allarme. I familiari hanno assistito impietriti ai tentativi di rianimazione dei medici del 118, fino al momento in cui tutti si sono tolti guanti e mascherine.

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«Giulio aveva sofferto molto per la perdita della nonna, circa due anni fa. E poi Patrick. Ci ha fatto vedere la notizia nel telefonino con le lacrime agli occhi» ripete allo sfinimento papà Stefano. Dai racconti di chi lo conosceva emerge una sensibilità fuori dal comune. Giulio aveva deciso di esprimere tutto ciò che aveva dentro sul suo profilo Instagram, attraverso racconti e aforismi. Lui era “Il Ragazzofiore”, tutto attaccato, parola presa da una poesia di Davide Rondoni (“Tango della timidezza”).

 

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Pubblicava storie a puntate di amori finiti, di abbandoni e di sofferenze. “Da piccolo non avrei mai sognato questa vita. Ci rivedremo in un futuro non troppo lontano, magari in un posto migliore”, è il testamento lasciato sul social network. Lì dove ora arrivano tutti i messaggi dei follower. Messaggi disperati per dire che tutto finisce, certo, ma non ci si doveva lasciare così.

 

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