spaccio e tossici al mcdonalds di firenze

IL FAST FOOD DELLA DROGA - IL MCDONALD’S DI FIRENZE E' DIVENTATO UNA CENTRALE DI SPACCIO, I BAGNI TRASFORMATI IN STANZA DEL BUCO - LA REPLICA DI MCDONALD'S: "NON SIAMO LA DIGOS. CHIAMIAMO LA POLIZIA OGNI VOLTA CHE VEDIAMO QUALCOSA DI ILLECITO MA NOI CI OCCUPIAMO DI RISTORAZIONE" – LA PIAZZA DELLA STAZIONE IN MANO AI PUSHER

Antonio Crispino per il “Corriere della Sera”

 

SPACCIO E TOSSICI AL MCDONALDS DI FIRENZE

Non si fa in tempo a scendere dal treno e sentire l' annunciatore della stazione Firenze Santa Maria Novella che uno spacciatore ti sta già offrendo del «fumo». Appena fuori dallo scalo ferroviario (presidiato dai militari) si trova qualcuno che prova a venderti droga. Insegue il cliente come farebbe un rappresentante di enciclopedie o aspirapolveri. Alla luce del sole come nel buio della notte. Perché loro sono sempre lì, in piazza della Stazione.

 

Episodi di spaccio si verificano in tutte le grandi città e davanti a molte tra le principali stazioni ferroviarie, ma a Firenze Santa Maria Novella la presenza dei pusher è capillare. Presidiano la parte antistante così come le strade laterali; seguono il flusso di turisti con il trolley e stazionano all' ingresso dei negozi come vedette. Al punto che il McDonald' s che fa angolo con via Nazionale è stato trasformato in una sorta di coffe shop olandese. E questo accade ancora, all' indomani di quanto disposto dal questore di Firenze: chiusura per una settimana (licenza sospesa) del fast food. Aveva giudicato il pubblico esercizio «assiduamente frequentato da soggetti che vi si recano per consumare svariati reati, dallo spaccio di sostanze stupefacenti ai reati contro il patrimonio, rendendosi talvolta autori di fatti di violenza».

 

SPACCIO E TOSSICI AL MCDONALDS DI FIRENZE

Alla riapertura nulla è cambiato nonostante gli sforzi del ristorante che con la vigilanza privata sorveglia persino i bagni trasformati in una vera e propria stanza del buco. Sono devastati. Su quattro ne funziona solo uno e si accede solo con lo scontrino. «Li rompono perché ci salgono con i piedi sopra per non farsi vedere, si drogano e poi vandalizzano tutto», spiega un addetto alla sicurezza che piantona sull' uscio. Un suo collega è al piano superiore che cerca di far uscire un gruppo di spacciatori seduti al tavolo.

Non hanno consumazioni davanti ma solo una busta di plastica azzurra. Sono lì per procacciarsi clienti.

La sera è anche peggio.

Prendiamo un tavolo vicino all' ingresso e aspettiamo. Dopo appena dieci minuti ci raggiunge un ragazzo che offre «erba di qualità» mentre stiamo mangiando. Prende i soldi che gli allunghiamo e dopo poco fa segno di raggiungerlo all' esterno. Nel frattempo scambia quattro chiacchiere con uno dei vigilantes. Lo conosci?, chiediamo. «Certo, è un amico. All' interno ci sono le telecamere, cerco di non creargli troppi problemi altrimenti chiama la polizia e mi arrestano». È già finito in carcere una volta, poi è tornato a spacciare nello stesso punto.

 

Spiega che ogni giorno parte da Napoli con massimo cinque dosi di cocaina. Gliela pagano 70 euro al grammo.

 

Il motivo è intuibile: cinque dosi (confezionate e detenute in un certo modo) rappresentano il limite consentito per non essere arrestato e per far rientrare il possesso di droga nell'«uso personale» o, comunque, nel «possesso di modica quantità» con cui rischia solo una denuncia a piede libero.

SPACCIO E TOSSICI AL MCDONALDS DI FIRENZE

 

«Non siamo la Digos - si giustifica Tommaso Valle, capo ufficio stampa di McDonald' s Italia -. C' è una collaborazione in atto con la Questura. Chiamiamo la polizia ogni volta che vediamo qualcosa di illecito ma è chiaro che noi ci occupiamo di ristorazione, non del controllo del territorio». Proprio il fast food di via Nazionale sta rafforzando il sistema di sorveglianza con videocamere ad alta risoluzione grazie alle quali sarà possibile l' ingrandimento dei volti e quindi un più efficace riconoscimento degli spacciatori.

 

«Volendo fare una valutazione a livello nazionale, posso dirle che una situazione di tale gravità la registriamo solo a Firenze Santa Maria Novella, non esiste un termine di paragone in tutta Italia», confida Valle. E ha ragione. Anche il resto della piazza è un supermercato della droga. Si trova di tutto: marijuana, hashish, cocaina, eroina. Molti lavorano in coppia.

 

Uno conserva le sostanze stupefacenti nelle tasche e l' altro si occupa della consegna, anche all' interno dei negozi. Si cerca di vendere a tutti, dal turista allo studente. Nemmeno la polizia fa più paura. Anzi, più di una volta, durante i blitz le forze dell' ordine sono state aggredite mentre cercavano di bloccare un pusher che aveva appena ceduto droga. Anche a minorenni.

cocaina 2

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel goldman sachs

"DELFIN” CURIOSO – DA DOVE ARRIVA LA NOTIZIA CHE LA HOLDING DEI DEL VECCHIO POTREBBERO LIQUIDARE IL LORO 2,7% DI UNICREDIT? I BENINFORMATI PUNTANO IL DITO SU GOLDMAN SACHS: LA BANCA AMERICANA E' ADVISOR DI COMMERZBANK, CHE TRA DUE GIORNI TERRÀ IL SUO “INVESTOR DAY”, E HA TUTTO L’INTERESSE A VEDER SVALUTARE IL TITOLO DELLA BANCA ITALIANA, CHE VUOLE PAPPARSELA – ORCEL TIRA DRITTO E ANNUNCIA CHE UNICREDIT "HA SUPERATO LA SOGLIA DEL 5% IN GENERALI”. E NON ESCLUDE UN RILANCIO SU BPM"

peter thiel donald trump elon musk

DAGOREPORT – MUSK È IL “DOGE”, MA IL VERO BURATTINO DELLA TECNO-DESTRA USA È PETER THIEL. PER AVERNE LA PROVA BASTA VEDERE LA PARABOLA ASCENDENTE DELLA SUA “PALANTIR” IN BORSA: IN UN MESE, HA GUADAGNATO IL 65% (IL 39 IN UNA SETTIMANA) – COSA POTRÀ FERMARE L’AVANZATA DEI MILIARDARI TECH A STELLE E STRISCE? IL LORO EGO E GLI INTERESSI OPPOSTI. IN QUESTE ORE THIEL HA ASSISTITO AL “TRADIMENTO” DEL SUO EX PUPILLO ZUCKERBERG: È STATA “META” A DIVULGARE IL CASO “PARAGON”. E THIEL HA GROSSI ACCORDI CON L’AZIENDA CHE PRODUCE IL SOFTWARE PER SPIONI GRAPHITE – IL REGALONE A MUSK: CONTROLLANDO I PAGAMENTI DEL PENTAGONO, POTRÀ VEDERE I CONTRATTI DELLE SOCIETÀ CONCORRENTI A SPACEX…

fortunato ortombina barbara berlusconi diana bracco giovanni bazoli teatro alla scala

DAGOREPORT - MA CHE È, LA SCALA O UNO YACHT CLUB? IL REQUISITO PRINCIPALE PER ENTRARE NEL CDA DELLA SCALA SEMBRA ORMAI ESSERE QUELLO DI AVERE UNA "BARCA" DI ALMENO 40 METRI – TRA I GIÀ PRESENTI IN CDA, IL VELIERO DI FRANCESCO MICHELI È LEGGENDARIO, ARREDATO DA QUADRI E DA UN PIANOFORTE A CODA. VACANZE IN BARCA ANCHE PER BAZOLI E MAITE CARPIO CONIUGATA BULGARI - E LE NEW-ENTRY? DIANA BRACCO VELEGGIAVA SU “BEATRICE”, UN'IMBARCAZIONE IN LEGNO DI VALORE STORICO, DA LEI DONATA AL COMUNE DI IMPERIA. BARBARA BERLUSCONI, INVECE, USA IL LUSSUOSO YACHT DI PAPI SILVIO, IL “MORNING GLORY”…

michael czerny kevin joseph farrell bergoglio papa francesco vaticano pietro parolin matteo zuppi

PAPA FRANCESCO COME STA? IL PONTEFICE 88ENNE È TORNATO DAL BLITZ DI 9 ORE IN CORSICA DEL 15 DICEMBRE SCORSO CON UNA BRONCOPOLMONITE CHE NON GLI DA’ TREGUA: COLPI DI TOSSE, IL CONTINUO RESPIRO SPOSSATO, IN COSTANTE MANCANZA D'OSSIGENO - I MEDICI DELLA SANTA SEDE STANNO CURANDO LA BRONCOPOLMONITE CON DOSI MASSICCE DI CORTISONE. E CORRE VOCE CHE LO VOGLIONO PORTARE AL POLICLINICO GEMELLI PER RIMETTERLO IN PIEDI, MA LUI RIFIUTA (PREFERISCE IL FATEBENEFRATELLI) - I CARDINALI FEDELISSIMI DI FRANCESCO (TRA CUI MICHAEL CZERNY E KEVIN JOSEPH FARRELL) SI DANNO MOLTO DA FARE PER LA SALUTE DI BERGOGLIO. E TE CREDO: NELLA CHIESA VIGE UNO SPOIL SYSTEM RADICALE: IL GIORNO IN CUI IL PONTEFICE VOLA NELLA CASA DEL SIGNORE, TUTTE LE CARICHE DELLA CURIA ROMANA DECADONO…