ANCHE LE FORZE DELL’ORDINE SI SONO STANCATE? - IN UN ANNO I CONTROLLI SONO CALATI DEL 63%. DAGLI 8 MILIONI DELLO SCORSO APRILE AI 3 MILIONI DI FEBBRAIO. DOPO L’ULTIMA SABATO DI FOLLIA A MILANO, ROMA E NAPOLI, COSA STA SUCCEDENDO? A TUTTI ORA E’ CONCESSO TUTTO - I PREFETTI: "L'IMPEGNO DELLE FORZE DELL' ORDINE È ADDIRITTURA MAGGIORE. ORA GESTIAMO LE PERSONE SENZA FERMARLE” - NELL'ULTIMO FINE SETTIMANA, ANZI, S' È REGISTRATO UN RECORD DI MULTE IN TUTTA ITALIA
Fabrizio Caccia per il "Corriere della Sera"
Ad aprile dell' anno scorso, in pieno lockdown nazionale, le forze dell' ordine controllarono quasi 8 milioni di persone (7.771.348) e ne multarono più di 250 mila (255.876, è il numero esatto).
Un anno dopo, febbraio di quest' anno, nell' Italia a tre fasce, le cifre calano vertiginosamente: le persone controllate, secondo il Viminale, sono state in un mese meno di 3 milioni (2.763.754) e i multati appena 30 mila (30.182 per la precisione).
Eppure abbiamo ancora negli occhi l' ultimo sabato di follia alla Darsena di Milano, i party clandestini scoperti in centro a Roma con decine di persone assembrate dentro gli appartamenti eppoi la folla spensierata sul lungomare di Napoli e le passeggiate gomito a gomito di Torino: cosa sta succedendo? A tutti ora è concesso tutto?
«Non è così, l' impegno delle forze dell' ordine è addirittura maggiore - eccepisce il prefetto di Roma, Matteo Piantedosi -. Rispetto a un anno fa, nella Capitale, il numero degli uomini sul territorio è rimasto immutato. È cambiata piuttosto la filosofia, sono cambiati gli assetti operativi. Il calo dei numeri non è sintomo di un disimpegno. Un esempio: durante il lockdown del 2020 le persone venivano fermate e identificate. Adesso, nei weekend, noi gestiamo decine di migliaia di persone senza fermarle.
Quando apriamo e chiudiamo via del Corso perché è affollata, tutti quei cittadini non finiscono nella statistica ma sono comunque numeri importanti». Sono cambiati gli assetti, dice il prefetto Piantedosi: durante il lockdown c' erano posti di blocco ovunque nelle città deserte. Ora invece le città sono in movimento: esagerare con i posti di blocco significherebbe mandarle in tilt, creare ingorghi pazzeschi. Le maglie, quindi, non si sono affatto allargate, dicono al ministero dell' Interno. Nell' ultimo fine settimana, anzi, s' è registrato un record di multe in tutta Italia.
Da venerdì 26 febbraio a domenica 28 ci sono state 4.634 persone sanzionate per non aver rispettato le norme anti-Covid: è il record dall' inizio dell' anno. Sarà. Ma certo i numeri dell' anno scorso dicono altro: a marzo 2020 (il 9 iniziò il lockdown) le persone controllate in Italia furono quasi 4 milioni (3.882.000) e fioccarono 150 mila (144.557) tra sanzioni e denunce. Durante la seconda ondata del virus, è cambiata la musica: appena 2 milioni e 300 mila persone controllate a novembre 2020; 2 milioni e 400 mila a dicembre.
«Una differenza invece c' è ed è netta - dice Maurizio Fiasco, sociologo della sicurezza pubblica -. Anche i controlli oggi risentono di un clima che è cambiato. Durante il lockdown ci fu una straordinaria reazione di comunità, era la gente stessa che avvertiva il dovere di rispettare le regole, il poliziotto era percepito come uno di noi nella guerra contro il virus.
POLIZIA MUNICIPALE E I CONTROLLI ANTI COVID
Nessuno alla vista di una pattuglia si sarebbe mai sognato di cambiare strada. Come invece accade adesso. E lo dimostrano i party clandestini, le scene della Darsena di Milano, le liti tra i virologi, tra lo Stato e le Regioni. Alla fine si è come indebolito il messaggio, quel noi comune che funzionava da collante. E i controlli pure si diradano perché faticano essi stessi a trovare un senso».
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