franca valeri

IO NO CHE NON MI ANNOIO – CI VOLEVA LA MITOLOGICA FRANCA VALERI, 99 ANNI, PER DIRE CHE "IL MONDO DI OGGI È MERAVIGLIOSO E MOLTO COMODO, MA NOIOSO. NOI CI SENTIVAMO LIBERI DI CREARE" – LE LEGGI RAZZIALI E LE LACRIME DEL PADRE, IL DILAGARE DEGLI ESTREMISMI POLITICI (“UN VERO PARADOSSO”) E IL TEATRO VALLE: "SE PENSO CHE SIA ANCORA CHIUSO, PROVO UN FORTE DOLORE. L'AMMINISTRAZIONE NON HA FATTO ABBASTANZA” – LIBRO+VIDEO

 

Sofia Mattioli per “la Stampa”

 

L' incipit coincide con il crollo delle illusioni del Duemila, atteso con trepidazione e isteria e ridotto a una manciata di momenti per niente diversi dai precedenti.

franca valeri

 

Nel miscelare riflessioni e memorie nel nuovo libro Il secolo della noia (Einaudi), Franca Valeri, 99 anni il 31 luglio, si interroga sulle aspettative mancate e sui rischi di un presente frammentato. Valeri guarda al teatro e all' arte cercando di intravedere crepe e prospettive future, racconta cosa sfugge a chi continua a picchiettare sullo smartphone. Guarda alla sua, di storia, alle ferite e agli incontri- da Vittorio Caprioli a Pasolini- e cerca di immaginare come il genio possa ancora germogliare nelle generazioni future.

Persino nella più comune delle insidie, la noia.

 

franca valeri cover

"La noia del secolo avrà pure sia una ragione che una scappatoia" scrive. Qual è la ragione?

«Al contrario del mondo che io ho conosciuto, il presente è meraviglioso, comodissimo, però, più noioso, privo di scambi reali».

 

La via d' uscita può risiedere nel bisogno di una creatività condivisa?

«Credo di sì. Quando siamo partiti alla volta di Parigi con il Teatro dei Gobbi eravamo in tre, io, Vittorio Caprioli e Alberto Bonucci. Non sapevamo cosa avremmo fatto. Ma eravamo, nei primi periodi, sempre insieme ed era emozionante immaginarsi il teatro, perché le cose si fabbricavano con l' aiuto l' uno dell' altro. Non oso immaginare come possa essere penoso per i giovani, oggi, fare arte o teatro. Noi abbiamo vissuto una giovinezza libera, libera di creare e creare non da soli».

franca valeri

 

Racconta la noia eppure dice di essersi annoiata raramente e che la sua vita sia stata piena di svolte incredibili «Le mie svolte sono state sono stati incontri, letture, persino ascolti. Ho sempre dato molta importanza alla musica».

 

Un incontro che le ha fatto cambiare rotta?

«Potrei citarne infiniti ma preferisco parlare di opere letterarie, soprattutto di scrittori francesi. Mi chiamo Valeri perché mio padre preferiva da attrice non avessi il mio nome e, una mia amica, che stava leggendo un libro di Paul Valéry mi ha suggerito di utilizzare il cognome fittizio Valeri. Quando ho incontrato i figli di Valéry, anni dopo, mi hanno chiesto se eravamo parenti. In un certo senso sì, qualcosa ci legava».

 

Dice che far ridere è una formula matematica. Quando nella scrittura di un personaggio capiva che quell' equazione funzionava?

«Era istintivo, io ce l' avevo dentro, voltavo tutto in comico. La mia quotidianità, le persone che incontravo, tutto era materia d' ispirazione. I miei personaggi non erano l' imitazione di qualcuno ma frammenti rubati a tantissimi visi che conoscevo».

pino strabioli franca valeri paola saluzzi

 

Nel libro ricorda il suo debutto al Teatro Valle

«Per me il Teatro Valle è indimenticabile. La prima volta in cui vai in scena, ti assicuro, te la ricordi per tutta la vita: la sala non è ancora piena e ti sembra già di sentire le voci di un pubblico che non vedi ma puoi immaginare. Se penso, oggi, che il Teatro Valle sia ancora chiuso, provo un forte dolore. Non credo che l' amministrazione di Roma abbia fatto abbastanza».

 

franca valeri

Quali sono le responsabilità della politica?

«Tante. Ci dovrebbe essere sempre una parte politica, un partito, che lotta per qualcosa come ricreare un teatro. Ma il Teatro Valle non è l' unico esempio. Se si parla di patrimonio artistico in Italia, ci sono molte cose che si perdono e nessuno si chiede o sa il perché».

 

Nel suo libro ricorda le grandi ferite della storia a partire da una dimensione privata: "Quando sono uscite le leggi razziali papà era seduto sul letto ancora in pigiama, e due lacrime gli scendevano sulle guance" scrive «Ero una ragazza nel 1938, avevo 18 anni. E' stato un momento atroce, insensato della storia. Eravamo terrorizzati, ho sempre in mente una giovane che conoscevo il cui nome ho poi ritrovato nel resoconto delle vittime. E' assurdo che qualcuno ignori questa pagina terribile».

 

franca valeri 1

Cosa secondo lei si è inceppato nella memoria storica collettiva?

«Me lo chiedo spesso. Quella voglia di dimenticare subito dopo l' orrore era forse l' immediata reazione a qualcosa di tremendo, però non so cosa abbia portato a rimuovere poi».

 

A questo proposito il dilagare di estremismi politici può definirsi un paradosso?

«Sì, è un vero paradosso. Mi chiedo avendo avuto un passato recentissimo così come sia possibile. Io non ho mai dimenticato».

paola cortellesi saluta franca valeripaola cortellesi franca valerifranca valeri con le sorelle silvia e caterina d amicofranca valeri (2)serena autieri saluta franca valerifranca valerifranca valeri e ninetto davoliFRANCA VALERI COOPERATIVA 7607franca valeri de filippoFranca Valeri la signorina snob diventa dottoressa honoris causa franca valeri intervistaFranca Valeri Urbano Barberini FRANCA VALERIFRANCA VALERIFRANCA VALERI 2FRANCA VALERIfranca valeri 1franca valeri 3FRANCA VALERI PIERLUIGI DIACOfranca valeri guzzantifranca valeri manfredifranca valeri magnanifranca valeri merlinifranca valeri sordifranca valeri rinaldifranca valerifranca valeri walter chiarimalgioglio fa gli auguri a franca valeriadriana asti franca valerifranca valeri zeffirelliFRANCA VALERIFRANCA VALERIFRANCA VALERI TOTOLITTIZZETTO FRANCA VALERIleo gullotta con franca valerifioretta mari franca valeri pino strabiolifranca valeri pino strabioli serena autierinancy brilli franca valeri pino strabioli

 

FRANCA VALERI ALBERTO SORDIFRANCA VALERI NAPOLITANOfranca valeri pino strabiolifranca valerifranca valeri

Ultimi Dagoreport

donald trump zelensky putin

DAGOREPORT - UCRAINA, LA TRATTATIVA SEGRETA TRA PUTIN E TRUMP È GIA' INIZIATA (KIEV E UE NON SONO STATI NEANCHE COINVOLTI) - “MAD VLAD” GODE E ELOGIA IN MANIERA SMACCATA IL TYCOON A CUI DELL'UCRAINA FREGA SOLO PER LE RISORSE DEL SOTTOSUOLO – IL PIANO DI TRUMP: CHIUDERE L’ACCORDO PER IL CESSATE IL FUOCO E POI PROCEDERE CON I DAZI PER L'EUROPA. MA NON SARA' FACILE - PER LA PACE, PUTIN PONE COME CONDIZIONE LA RIMOZIONE DI ZELENSKY, CONSIDERATO UN PRESIDENTE ILLEGITTIMO (IL SUO MANDATO, SCADUTO NEL 2024, E' STATO PROROGATO GRAZIE ALLA LEGGE MARZIALE) - MA LA CASA BIANCA NON PUO' FORZARE GLI UCRAINI A SFANCULARLO: L’EX COMICO È ANCORA MOLTO POPOLARE IN PATRIA (52% DI CONSENSI), E L'UNICO CANDIDATO ALTERNATIVO È IL GENERALE ZALUZHNY, IDOLO DELLA RESISTENZA ALL'INVASIONE RUSSA...

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?

giorgia meloni daniela santanche

DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA ALLA DIREZIONE DI FRATELLI D’ITALIA PERCHÉ VUOLE AVERE L’AURA DEL CAPO DEL GOVERNO DALLO STANDING INTERNAZIONALE CHE INCONTRA TRUMP, PARLA CON MUSK E CENA CON BIN SALMAN, E NON VA A IMMISCHIARSI CON LA POLITICA DOMESTICA DEL PARTITO - MA SE LA “PITONESSA” AZZOPPATA NON SI DIMETTERÀ NEI PROSSIMI GIORNI RISCHIA DI ESSERE DAVVERO CACCIATA DALLA DUCETTA. E BASTA POCO: CHE LA PREMIER ESPRIMA A VOCE ALTA CHE LA FIDUCIA NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL TURISMO È VENUTA A MANCARE - IL RUOLO DEL "GARANTE" LA RUSSA…

barbara marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

L’AMBIZIOSA E INCONTROLLABILE BARBARA BERLUSCONI HA FATTO INCAZZARE MARINA E PIER SILVIO CON LA DICHIARAZIONE AL TG1 CONTRO I MAGISTRATI E A FAVORE DI GIORGIA MELONI, PARLANDO DI “GIUSTIZIA A OROLOGERIA” DOPO L’AVVISO DI GARANZIA ALLA PREMIER PER IL CASO ALMASRI - PRIMA DI QUESTA DICHIARAZIONE, LA 40ENNE INEBRIATA DAL MELONISMO SENZA LIMITISMO NE AVEVA RILASCIATA UN’ALTRA, SEMPRE AL TG1, SULLA LEGGE PER LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE TRA GIUDICI E PM (“È SOLO UN PRIMO PASSO”) - E NELL’IMMAGINARIO DI MARINA E PIER SILVIO HA FATTO CAPOLINO UNA CERTA PREOCCUPAZIONE SU UNA SUA POSSIBILE DISCESA IN POLITICA. E A MILANO SI MORMORA CHE, PER SCONGIURARE IL "PERICOLO" DELLA MELONIANA BARBARA (“POTREBBE ESSERE UN’OTTIMA CANDIDATA SINDACA PER IL CENTRODESTRA NELLA MILANO’’, SCRIVE IL “CORRIERE”), PIER SILVIO POTREBBE ANCHE MOLLARE MEDIASET E GUIDARE FORZA ITALIA (PARTITO CHE VIVE CON LE FIDEJUSSIONI FIRMATE DA BABBO SILVIO...) - VIDEO