LIBERTE', EGALITE', FLAMBE' - LA FRANCIA RIVIVE L'INCUBO BANLIEUE: AUTO BRUCIATE E RIVOLTE CONTRO LA POLIZIA DOPO L'ARRESTO DI UN RAGAZZO PER DETENZIONE E SPACCIO DI DROGA - SEDICI ANNI FA LA MORTE DI DUE RAGAZZINI MENTRE SFUGGIVANO A UN INSEGUIMENTO DELLA POLIZIA PROVOCO' UN RIVOLTA DURATA TRE SETTIMANE, CHE PORTO' A DICHIARARE LO STATO D'EMERGENZA - LA PREFETTA ASSICURA "LA TRANQUILLITA' PUBBLICA" MA...
Francesca Pierantozzi per "il Messaggero"
Questa volta la scintilla è stata l'arresto di un ragazzo per detenzione e spaccio di stupefacenti alla Tour Pascal, un palazzone bianco e blu di diciotto piani a Perseigne, un quartiere di case popolari delle periferia sud di Alençon. Una di quelle banlieue di Francia che guadagnano l'onore della cronaca solo quando s'incendiano e Perseigne si è incendiata nella notte tra martedì e mercoledì.
Una banda, una trentina, cappuccio nero e cocktail molotov ha cominciato a dare fuoco verso mezzanotte: prima le macchine parcheggiate e poi i cassonetti, in attesa dell'arrivo della polizia e dei pompieri per attaccare gli agenti e i loro mezzi: mattoni, molotov, lanciarazzi. L'altra mattina, almeno quindici macchine erano ridotte a mucchi di lamiere annerite.
La prefettura dell'Orne, il dipartimento di cui Alençon è capoluogo, nella Normandia a est di Parigi, lontano dal mare, ha deciso di inviare rinforzi: più polizia e gendarmi per fare in modo che le bande non mantengano la promessa fatta da uno di loro a un cronista: «Non è finita». Ed evitare soprattutto che l'arresto di un ragazzino e la rabbia per le strade di un quartiere di 20 mila abitanti contagi le altre mille banlieue del paese: Evry, Grigny, Clichy, Vaux-en Velin, Chanteloup-les-Vignes, Sartrouville.
IL PRECEDENTE Esattamente 16 anni fa, la sera del 27 ottobre 2005, due ragazzi, Zyed Benna e Bouna Traoré, morivano folgorati in una cabina elettrica mentre cercavano di sfuggire a un inseguimento della polizia, a Clichy-sous-Bois, a pochi chilometri da Parigi: è l'inizio di una rivolta durata tre settimane, che portò a dichiarare lo stato d'emergenza per un bilancio finale di tre morti, circa 220 feriti, quasi 9mila auto bruciate, danni per oltre 250 milioni di euro.
«Abbiamo installato molte camere di videosorveglianza, alcune sono state distrutte, le abbiamo sostituite, e adesso deciderò se è il caso di aggiungerne altre» ha dichiarato ieri il sindaco socialista di Alençon, Joaquim Pueyo. Il procuratore di Alençon François Coudert ha precisato ieri che «nessun poliziotto era rimasto ferito» e che gli inquirenti sono al lavoro «per chiarire la causa degli incidenti: è troppo facile dire che è accaduto tutto a causa di un fermo».
La prefetta del dipartimento Françoise Tahéri ha da parte sua assicurato che «i servizi dello Stato proseguiranno le loro azioni per garantire la tranquillità pubblica nel quartiere e contrastare il traffico di stupefacenti». I poliziotti però lamentano effettivi scarsi per far fronte al rischio di rivolta. «Siamo troppo pochi, il lavoro è tanto, occorrono rinforzi e non soltanto per una notte» ha detto Stéphane Tristan del sindacato di polizia Alliance.
A sei mesi dalle presidenziali, il tema della sicurezza è già da settimane cavalcato dai partiti. A settembre è toccato al quartiere delle Tarterets, un quartiere di sole case popolari (tutte torri di più di quindici piani) a un'ora di treno a sud di Parigi: per cinque notti le strade del quartiere sono state in fiamme. La scintilla: un video che mostrava un poliziotto sparare gas lacrimogeno contro una donna, venuta a difendere suo figlio che era stato fermato. Mercoledì scorso la polizia ha arrestato sette giovani tra i 15 e i 25 anni per «violenze, riunione armata e furto di materiale amministrativo». Nel quartiere la tensione resta alta.