“L’AVEVO DETTO AI CARABINIERI CHE IL BRACCIALETTO ELETTRONICO NON FUNZIONAVA” – FRANCO PANARIELLO, L’UOMO CHE HA UCCISO LA MOGLIE CON 40 COLTELLATE IN PROVINCIA DI ANCONA, SVELA CHE IL DISPOSITIVO CHE AVREBBE DOVUTO AVVERTIRE LE FORZE DELL’ORDINE SE L’UOMO DI FOSSE AVVICINATO ALLA DONNA ERA ROTTO: "SCATTAVA QUANDO NON C’ERA ALCUNA RAGIONE”. L'UOMO LO INDOSSAVA PERCHÈ ERA STATO ACCUSATO DI MALTRATTAMENTI – LA FIGLIA (CHE HA INIZIATO LA TRANSIZIONE PER DIVENTARE MASCHIO): “L'HO VISTO ACCOLTELLARE MIA MADRE...”
Estratto dell’articolo di Alfio Sciacca per il "Corriere della Sera"
Per ben due volte fu lo stesso Franco Panariello a segnalare che il braccialetto elettronico che portava alla caviglia non funzionava bene. «L’ho detto una volta ai carabinieri di Fabriano, un’altra a quelli di Cerreto — ha raccontato nell’interrogatorio di garanzia —. Dopo una delle segnalazioni è pure intervenuto un tecnico per controllarlo». Ci sarebbe dunque un ulteriore falla nella misura cautelare che doveva proteggere Concetta Marruocco dal marito, che venerdì notte l’ha uccisa mentre era in casa con la figlia.
Ma lui come si era accorto che il braccialetto non funzionava? «Perché sarebbe scattato l’alert quando non c’era alcuna ragione». Invece la notte del delitto dei due dispositivi, assegnati a Concetta e alla figlia, per avvertile che Panariello era a meno di 200 metri, se n’è attivato solo uno, ma quando l’uomo era già in casa. Come dire: il braccialetto funzionava quando non avrebbe dovuto e si è rivelato inutile quando era necessario. «C’è una perizia in corso — dicono gli inquirenti — attendiamo l’esito per capire cosa sia realmente successo».
In ogni caso le anomalie cominciano ad essere troppe e, almeno in parte, spiegabili con la non perfetta copertura nella zona di Cerreto, della rete telefonica che attiva il Gps del braccialetto. In ogni caso, anche se tutto avesse funzionato, resta il fatto che un divieto di avvicinamento a 200 metri appare poca cosa per garantire sicurezza ad una donna vittima di un marito violento.
Tanto che nulla l’ha fermato. Panariello si è messo in auto nel cuore della notte e dopo le tre ha raggiunto la casa della moglie, portandosi dietro un coltello da cucina. «L’ho fatto perché volevo solo intimidirla e costringerla a ragionare con me — ha raccontato—, ma appena sono entrato nella stanza da letto lei era già sveglia e ha cominciato ad urlare. A quel punto l’ho colpita. Dopo è arrivata mia figlia».
[…] Oltre all’omicidio volontario gli sono state contestate varie aggravanti tra le quali la premeditazione. Sempre ieri c’è stata anche l’autopsia sulla salma di Concetta. Per l’esito definitivo si dovrà attendere, ma la donna sarebbe stata uccisa non da 15 ma da 40 coltellate, alcune superficiali, sferrate con una lama di 15 centimetri.
A tornare sul delitto è stata la figlia (che ha avviato un percorso per il cambio di genere). Lo ha fatto sul profilo Facebook del padre, dove fioccano i commenti e le provocazioni. «Sono il figlio, lo stesso — replica a un post in difesa di Panariello — che ha visto l’uomo “non così violento” accoltellare la madre davanti ai suoi occhi, lo stesso figlio che ha visto la madre soffrire tutti i giorni perché la picchiava tutti i giorni». E ancora: «...si deve combattere perché non succedano più queste cose».
«È ora che si faccia giustizia per tutti e soprattutto per mia madre che era una donna fantastica. Bisogna parlarne, anche se io lo faccio con un buco incolmabile nel cuore. Mia madre non vorrebbe che questo possa succedere ad altre. La violenza di genere esiste, provata sulla mia pelle e dimostrata in modo orribile su mia madre».