vittorio boiocchi

SI SCRIVE ULTRÀ, SI LEGGE CRIMINALI – LE FRANGE ESTREME DELLE CURVE DI INTER E MILAN SI DIVIDONO GLI AFFARI ILLECITI: RACKET DEI BIGLIETTI, IL BUSINESS DEI PARCHEGGI, DEI VENDITORI AMBULANTI E DEI PANINARI – INTRALLAZZI IN CUI E’ COINVOLTA ANCHE LA FAMIGLIA IAMONTE, DELLA ‘NDRANGHETA DI REGGIO CALABRIA – E I SOLDI NON ARRIVANO SOLO DAL CALCIO MA DALLA GESTIONE DELLA SICUREZZA E DEI BAR – IN QUESTO SCENARIO POTREBBE ESSERE MATURATO L'ASSASSINIO DEL CAPO ULTRÀ NERAZZURRO VINCENZO BOIOCCHI…

Cesare Giuzzi per il “Corriere della Sera”

 

vittorio boiocchi 45

Non conta il risultato del campo. Contano i soldi e gli affari fuori dallo stadio. Il racket dei biglietti, pretesi dalle società con tentativi di estorsione e minacce, e quello dei parcheggi, dei venditori ambulanti, dei paninari. Business trasversali spartiti tra i capi delle tifoserie di Inter e Milan. Affari criminali nei quali c'è il sospetto sia coinvolta anche una famiglia di 'ndrangheta della provincia di Reggio Calabria. Ma non c'è solo il calcio, perché i soldi arrivano anche dai concerti e dalla gestione della security e dei bar.

 

La spartizione Una montagna di soldi, di cui gli «80 mila euro al mese» citati da Vittorio Boiocchi in una intercettazione dello scorso anno, sarebbero solo una piccola parte. Perché tutto sarebbe spartito equamente tra interisti e milanisti, in base alla partita o all'evento. Nemici (di facciata) sugli spalti e soci negli affari.

 

vittorio boiocchi

È questo lo scenario in cui potrebbe essere maturato l'assassinio dello «Zio», il 69enne capo ultrà nerazzurro Boiocchi. Le indagini della squadra Mobile puntano ai killer fuggiti in moto, ma sullo sfondo c'è lo scenario di un assalto criminale ai business intorno al Meazza. E non solo.

 

Perché il nome di Boiocchi compare in un'inchiesta della procura di Milano su cui non è stato ancora messo un punto. Un'indagine che vede al centro la compravendita dei biglietti e l'ipotesi, solo ventilata, di possibili ricatti alla società nerazzurra. Quattro dirigenti dell'Inter sono anche finiti indagati con l'ipotesi di reato di associazione per delinquere prefigurando qualche forma di collaborazione per favorire i capi ultrà fornendo biglietti a prezzi agevolati o facendoli entrare gratis.

 

gli ultras fanno evacuare la curva nord di san siro 2

In realtà, per i quattro dirigenti lo stesso pm Leonardo Lesti ha chiesto l'archiviazione, accolta dal gip Guido Salvini, che concorda nel concludere che i quattro «erano in realtà vittime del comportamento minaccioso ed estorsivo dei capi dei tifosi e quindi semmai persone offese dei reati». Vittime quindi, di uno scenario già visto sull'altra sponda del Naviglio quando nel 2007 scattarono gli arresti per la tentata estorsione al Milan. Anche qui minacce e ritorsioni ultrà per ottenere biglietti dall'allora ad Galliani.

 

Il ruolo di Boiocchi Un punto fondamentale di questo scenario è il 2018, quando viene scarcerato dopo 26 anni proprio Boiocchi. Lui torna in curva e si «autoproclama» capo della curva Nord.

 

gli ultras fanno evacuare la curva nord di san siro 6

In dote porta la fondazione dei Boys San e legami con cosche: i Fidanzati, i Di Marco, i Mannino. Boiocchi, secondo quanto circola sottotraccia negli ambienti del tifo, avrebbe spodestato i vecchi capi con azioni violente e spartito il business tra alcuni membri del nuovo direttivo della curva. A loro, tra cui Franchino Caravita, Renato Bosetti, Andrea Beretta, Giacomo Pedrazzoli, Emiliano Cimbali ed Enzo Lentini, avrebbe affidato la questione dei biglietti. Si vocifera di 2 mila tagliandi a partita pretesi (con le brutte) dalla dirigenza. Ieri Beretta e altri del direttivo sono stati interrogati in questura nelle indagini sul delitto.

OMICIDIO VITTORIO BOIOCCHI

 

L'affare dei parcheggi Ma il grande affare del Meazza sarebbe invece quello dei parcheggi. Da gestire in alleanza con i «cugini» rossoneri: Luca Lucci - l'ultrà della stretta di mano a Salvini - e Giancarlo Lombardi, detto Sandokan, tornato nella Sud dopo la vicenda dell'estorsione nel 2007. Sullo sfondo Loris Grancini, capo dei Viking della Juventus ma da sempre vicino a Sandokan. Con le sue pesanti amicizie alla Barona, quartiere della periferia milanese.

 

vittorio boiocchi

Trafficanti di cocaina e capi curva, mafiosi e manager delle società che hanno in concessione (dal pubblico) i parcheggi. E qui sarebbero coinvolte anche società di comodo vicine alla famiglia Iamonte della 'ndrangheta. Una torta redditizia, spartita, non estorta, in cambio di protezione e forse altri affari come il traffico di droga (in curva e fuori) e il controllo di altre attività. Un affare grosso. Così tanto da valere un omicidio?.

Ultimi Dagoreport

bergoglio papa francesco salma

QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? È SUCCESSO ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO DEL PONTEFICE UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - IN TALE IPOTESI, NON DOVREBBE MERAVIGLIARE IL RISERBO DELLA SANTA SEDE: I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)