smartphone a scuola

FUORI I CELLULARI DALLA SCUOLA – IL LICEO MALPIGHI DI BOLOGNA DIVENTA UNA “NO SMARTPHONE ZONE”, TRA LE POLEMICHE DEI RAGAZZI CHE ALL'INGRESSO DOVRANNO AFFIDARE IL LORO TELEFONINO AI BIDELLI: “SEMBRA UNA PUNIZIONE. È UNA MANCANZA DI FIDUCIA VERSO GLI STUDENTI” - LA REGOLA VALE ANCHE PER GLI INSEGNANTI – IL PRESIDE: “A TUTTI CAPITA DI DISTRARSI. VOGLIAMO RECUPERARE SPAZI DI LIBERTÀ” - VIDEO

 

Lorena Loiacono per “il Messaggero”

 

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Via i cellulari. Tutte quelle notifiche, sullo schermo che ogni volta si illumina, distraggono durante la lezione. Vale per tutti: per gli studenti ma, ed è questa la novità, anche per i docenti. È così che un liceo scientifico di Bologna, il Malpighi, decide di vietare l'uso del telefonino a scuola: tutti gli smartphone vengono messi via, all'ingresso. Gli alunni devono consegnare lo smartphone prima di entrare in aula e gli verrà riconsegnato, dai collaboratori scolastici, alla fine della mattinata.

 

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I docenti, invece, lo lasciano direttamente in sala professori, sulla loro scrivania o in borsa ma rigorosamente spento. Il divieto di usare il telefonino, non per fare lezione, è già presente nella scuola italiana ma di fatto gli studenti continuano ad usarlo sotto il banco e i docenti, tra un'interrogazione e l'altra, buttano un occhio alle notifiche. Tutto questo non dovrà più accadere, neanche al cambio dell'ora, a ricreazione o fuori in giardino. Il cellulare viene tolto all'ingresso e restituito alla fine della mattinata scolastica.

 

LE NORME

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Ma se il divieto per i ragazzi è diffuso in tante scuole, almeno a voce, la vera novità questa volta riguarda i professori che restano senza smartphone per 5 o 6 ore.

Vale a dire tutto il tempo che restano a scuola. La decisione è stata comunque collegiale: è stato proprio il collegio dei docenti a deliberare, per l'anno scolastico 2022-2023, il divieto per l'uso dello smartphone a tutta la popolazione scolastica, quindi anche ai docenti stessi, ed ha inserito la norma nel regolamento di istituto.

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Spiega il preside, Marco Ferrari: «Abbiamo deciso per coerenza con la decisione presa per gli alunni. A tutti capita di guardare il telefonino e di distrarsi, anche noi prof. Io insegno filosofia e la norma, ovviamente, vale anche per me. Vogliamo recuperare spazi di libertà, ormai siamo tutti dipendenti dal cellulare». E i genitori? «Glielo abbiamo spiegato, quasi tutti hanno capito».

 

smartphone a scuola3

La sperimentazione andrà avanti durante tutto l'anno: i docenti faranno monitoraggi costanti per verificare eventuali variazioni sull'apprendimento dei ragazzi. Ovviamente ci si aspetta miglioramenti. Ma non è solo una questione di studio, anche di contrasto al cyberbullismo. Lo scorso anno, infatti, l'uso del cellulare venne vietato in una sola classe, una terza liceo, dove si erano verificati episodi di scherno e offese attraverso dei video inviati sulla chat di gruppo.

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Per porre subito un freno alla situazione, la scuola decise di bandire il cellulare dalla classe. E' andata avanti così fino alla fine delle lezioni e sembra aver funzionato. Così quest' anno il divieto è stato esteso a tutti: anche ai docenti, sia per evitare che si distraggano sia per dare l'esempio, coerentemente con il divieto imposto agli alunni.

 

SMARTPHONE A SCUOLA 3

Dal loro canto, infatti, i ragazzi hanno accettato la regola non senza qualche malumore: «Così sembra una punizione - hanno commentato alcuni ragazzi fuori dall'istituto - è una mancanza di fiducia verso gli studenti».

 

SMARTPHONE A SCUOLA 4

Ma tra i genitori non sembrano esserci obiezioni, dopo i primi dubbi hanno accettato di buon grado la novità così come il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, che ha detto di approvare l'iniziativa. L'obiettivo, quindi, è creare un ambiente senza cellulari, ma non vuol dire che la tecnologia sia stata bandita dalla scuola. Anzi. Il Malpighi è stata una delle prime scuole ad attivare la dad, nel primo lockdown della primavera del 2020, e coinvolge gli studenti nei laboratori informatici, di meccatronica e robotica. Lorena Loiacono

SMARTPHONE A SCUOLA

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