domenico arcuri milena gabanelli

CON UNA MANO DAVANTI E L’ ALTRA ARCURI – MI-JENA GABANELLI METTE ALLA BERLINA L’EX SUPERCOMMISSARIO. GLI ERRORI NON SONO POCHI, A COMINCIARE DALL’ACQUISTO DI MASCHERINE FFP2: IL COMMISSARIO NE HA ACQUISTATE DALLA CINA (TRAMITE UN FORNITORE OLANDESE) PAGANDOLE IL DOPPIO RISPETTO AD ALTRE REGIONI CHE SI SONO MOSSE DA SOLE – E SULLE TERAPIE INTENSIVE…

https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/covid-italia-errori-commissario-domenico-arcuri-emergenza-mascherine-ffp2-ffp3/473c168e-63b9-11eb-a44f-6ffd36d7208d-va.shtml?intcmp=pastiglione_apertura_hp&vclk=pastiglione_apertura_hp|salento-pescatore-vede-squalo-avvicinarsi-sua-barca-reazione-sorprende

 

 

https://m.dagospia.com/ci-voleva-la-gabanelli-per-mettere-alla-berlina-arcuri-sul-caso-dello-spreco-per-le-mascherine-260388

 

 

Milena Gabanelli e Simona Ravizza per corriere.it

 

DOMENICO ARCURI

Fino all’emergenza Covid, tutto quello di cui ogni anno gli ospedali hanno bisogno (28 miliardi di bandi di gara aggiudicati) per il 30% lo comprano direttamente, per il 10% ci pensa Consip, per il resto fanno affidamento sulle 21 centrali d’acquisto regionali. Lo scoppio dell’epidemia rende necessaria la presenza di un commissario con funzione di coordinamento. Il decreto del 17 marzo 2020 gli conferisce il compito di acquistare ogni bene indispensabile al contenimento della diffusione del virus, anche in deroga alle norme: «Tutti gli atti sono sottratti al controllo della Corte dei Conti, fatti salvi gli obblighi di rendicontazione. Per gli stessi atti la responsabilità contabile e amministrativa è limitata ai soli casi in cui sia stato accertato il dolo del funzionario o dell’agente che li ha posti in essere o che vi ha dato esecuzione».

 

Compiti e poteri del commissario per l’emergenza

milena gabanelli e la gestione commissariale di arcuri 6

Il governo guidato da Giuseppe Conte sceglie Domenico Arcuri, da 13 anni amministratore delegato di Invitalia. La società, posseduta dal ministero dell’Economia, si occupa di attrazione degli investimenti, sviluppo del Mezzogiorno, aziende in crisi, bonifiche, accoglienza migranti, digitalizzazione Pubblica amministrazione, ricostruzione terremoti, salvataggio Ilva e Banca Popolare di Bari. Il comma 6 dell’articolo 4 dello statuto apre di fatto a 360 gradi il raggio d’azione: «La società potrà esercitare tutte le attività e funzioni ulteriori eventualmente attribuitele in forza di leggi e di norme anche per il perseguimento di nuove attività». Arcuri, manager politico navigato, non ha competenze specifiche in Sanità, ma l’articolo 122 gli consente di attingere dove ci sono: «Il commissario può avvalersi di soggetti attuatori e di società in house, nonché delle centrali di acquisto». Decide di non farlo. Questo è il resoconto dopo dieci mesi.

milena gabanelli e la gestione commissariale di arcuri 4

 

 

Camici, tamponi, reagenti: le falle del commissario

Il commissario non ce la fa a soddisfare l’intero fabbisogno di guanti, camici, respiratori, gas medicali, reagenti, siringhe, letti: per più della metà devono pensarci le Regioni. Qualche esempio: Arcuri spende 65,4 milioni in guanti di vinile e nitrile, le centrali acquisti devono sopperire per 138 milioni; 1,4 miliardi per camici, calzari, cuffie e visiere, contro i 338 milioni di Arcuri. Per respiratori, monitor e letti il commissario copre il 57%, per tamponi e reagenti il 49%.

 

milena gabanelli e la gestione commissariale di arcuri 5

 

Al 30 dicembre 2020 la spesa per le attrezzature e i materiali sanitari indispensabili nella lotta alla pandemia, ricostruita per Dataroom dall’Osservatorio MaSan (Management acquisti e contratti in Sanità) del Cergas-Bocconi, è di 5,5 miliardi così ripartiti: gli acquisti delle Regioni ammontano a 2 miliardi, quelli di Consip a 400 milioni, quelli della Protezione civile a 300, quelli del commissario Arcuri a 2,8 miliardi di cui 1,8 miliardi (il 65% del fabbisogno) riguardano mascherine chirurgiche, Ffp2 e Ffp3.

 

I prezzi a confronto delle mascherine Ffp2

domenico arcuri

Sulle mascherine non consideriamo la prima ondata, durante la quale si è consumato ogni sorta di sciacallaggio: non si trovavano e, pertanto, abbiamo dovuto accettare qualunque prezzo pur di averle. Dall’estate scorsa le cose sono cambiate: il mercato è inondato. Per quel che riguarda le Ffp2, il presidio numero uno per gli ospedali, sono pressoché tutte di produzione cinese.

 

Visto che si tratta di quantità gigantesche non c’è dubbio che il commissario spunterà il miglior prezzo. L’11 settembre Arcuri firma un contratto da 100 milioni di pezzi con la YQT Health Care B.V. (la lettera di commessa), società olandese con un solo dipendente costituita il 16 marzo 2020. È una srl controllata dalla Bydcare Eu , filiale europea della cinese Byd, produttore di automobili di Shenzhen riconvertita, come dichiarato sul sito, nel più grosso produttore al mondo di mascherine.

 

milena gabanelli e la gestione commissariale di arcuri 1

Al 20 dicembre l’unico destinatario di import sanitario della YQT è il commissario straordinario. Il prezzo pagato è di 105 milioni di euro, vale a dire 1,05 euro a mascherina. Le forniture sono mensili e, ad oggi, risultano consegnati oltre 45 milioni di pezzi. Val la pena sottolineare che la Byd cinese è la stessa azienda con cui il commissario aveva firmato le scorso aprile due contratti per una fornitura di 300 milioni di mascherine chirurgiche per 89,4 milioni di euro (30 centesimi l’una) con consegne avvenute fino ad ottobre. In quel caso però il pagamento era stato fatto direttamente alla società cinese senza passare dall’importatore olandese.

mascherine ffp2 arcuri vs regione marche

 

 

Dalla Cina all’Italia via Olanda il prezzo raddoppia

Il 25 settembre, dunque nello stesso periodo, l’azienda ospedaliera «Ospedali riuniti Marche Nord» di Pesaro aggiudica una procedura negoziata da 756 mila euro per l’acquisto di 2 milioni di Ffp2, prezzo: 37 centesimi l’una. La gara d’appalto è divisa in tre lotti. Uno degli aggiudicatari è la Polonord Adeste, importatore italiano di mascherine cinesi.

 

La qualità è la stessa, la certificazione è equivalente (come mostrano i documenti esaminati da Dataroom), la differenza però non è banale: su 100 milioni di pezzi il commissario ha pagato 65 milioni in più. Anche la centrale acquisti della Regione Veneto, che per non rischiare di trovarsi scoperta ha acquistato un piccolo lotto, ha speso meno: 90 centesimi; mentre quella del Gruppo San Donato, il principale operatore della Sanità privata accreditata, ai primi di settembre se le aggiudica a 0,91 centesimi da un’azienda produttrice italiana. In sostanza si compra dalla Cina, si paga in Olanda, e si paga caro.

 

 

bandi arcuri

Terapie intensive: 5 mesi per l’elenco dei fornitori

Il decreto legge del 19 maggio 2020 prevede l’acquisto di attrezzature e ventilatori per potenziare di 3.500 posti letto le terapie intensive e di 4.225 le semi-intensive. Il 27 luglio Invitalia pubblica il bando in cui le aziende disponibili a vendere i macchinari devono segnalarsi per poi essere selezionate. Le Regioni comunicano le loro necessità entro il 31 agosto. Ma l’elenco dei fornitori, a cui le singole aziende sanitarie devono rivolgersi per negoziare, il commissario lo rende pubblico il 2 novembre, 5 mesi e mezzo dopo, nel pieno nella seconda ondata.

 

Per quel che riguarda la fornitura da 10 milioni di euro per l’acquisto di 157 milioni di siringhe di precisione «luer lock», che estraggono 6 dosi invece di 5 da ogni fiala del vaccino Pfizer, vuole vederci chiaro la Corte dei Conti del Lazio per capire se sia fondato il sospetto che avrebbero potuto essere comprate siringhe decisamente meno costose. Ma anche se fosse, il commissario per decreto è immune da ogni responsabilità. Vale per le siringhe, le mascherine, le primule (i box per le vaccinazioni) e qualunque altro bene.

 

 

Che fine fanno le competenze?

acquisti bandi arcuri

Sta di fatto che la presenza di più soggetti che acquistano gli stessi materiali crea un cortocircuito di concorrenza che rende ancora più difficile portare a casa la merce. «La gestione degli acquisti sanitari durante l’emergenza Covid evidenzia i problemi profondi della macchina amministrativa del Paese – spiegano Francesco Longo, Niccolò Cusumano e Veronica Vecchi dell’Osservatorio MaSan Cergas-Bocconi –. Quando si affidano compiti speciali a strutture commissariali raramente si tiene conto delle competenze specialistiche necessarie, soprattutto in Sanità.

 

Le strutture ordinarie dovrebbero, ben coordinate, potersi occupare anche di emergenze: il Servizio sanitario, le Regioni, le loro centrali di acquisto, le aziende sanitarie avrebbero dovuto occuparsi anche di Covid. E, in ogni caso, lo hanno fatto, ma ognuno per conto proprio e cercando di mettere “pezze” alle falle del sistema commissariale».

milena gabanelli e la gestione commissariale di arcuri

 

Sta di fatto che la presenza di più soggetti che acquistano gli stessi materiali crea un cortocircuito di concorrenza che rende ancora più difficile portare a casa la merce

 

Questo succede perché viene creata una struttura che dovrebbe avere una funzione organizzativa e di guida valorizzando quelle che già si occupano della materia, che invece si sostituisce ad esse senza però averne le competenze specifiche.

milena gabanelli e la gestione commissariale di arcuri 2milena gabanelli e la gestione commissariale di arcuri 3

Ultimi Dagoreport

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…

funerale di papa francesco bergoglio

DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E LAIDI, INTELLETTUALI E BARBARI, E TENERE PRIGIONIERI CARTA STAMPATA E COMUNICAZIONE DIGITALE, SCODELLANDO QUELLA CHE RESTERÀ LA FOTO DELL’ANNO: TRUMP E ZELENSKY IN SAN PIETRO, SEDUTI SU DUE SEDIE, CHINI UNO DI FRONTE ALL’ALTRO, INTENTI A SBROGLIARE IL GROVIGLIO DELLA GUERRA? - LO STRAORDINARIO EVENTO È AVVENUTO PERCHÉ LA SEGRETERIA DI STATO DEL VATICANO, ANZICHÉ ROVESCIANDO, HA RISTABILITO I SUOI PROTOCOLLI SECOLARI PER METTERE INSIEME SACRO E PROFANO E, SOPRATTUTTO, PER FAR QUADRARE TUTTO DENTRO LO SPAZIO DI UNA LITURGIA CHE HA MANIFESTATO AL MONDO QUELLO CHE IL CATTOLICESIMO POSSIEDE COME CULTURA, TRADIZIONE, ACCOGLIENZA, VISIONE DELLA VITA E DEL MONDO, UNIVERSALITÀ DEI LINGUAGGI E TANTE ALTRE COSE CHE, ANCORA OGGI, LA MANIFESTANO COME L’UNICA RELIGIONE INCLUSIVA, PACIFICA, UNIVERSALE: “CATTOLICA”, APPUNTO - PURTROPPO, GLI UNICI A NON AVERLO CAPITO SONO STATI I CAPOCCIONI DEL TG1 CHE HANNO TRASFORMATO LA DIRETTA DELLA CERIMONIA, INIZIATA ALLE 8,30 E DURATA FINO AL TG DELLE 13,30, IN UNA GROTTESCA CARICATURA DI “PORTA A PORTA”, PROTAGONISTI UNA CONDUTTRICE IN STUDIO E QUATTRO GIORNALISTI INVIATI IN MEZZO ALLA FOLLA E TOTALMENTE INCAPACI…- VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...