stupro al factory club gabriel pap razvan

PER IL GIUDICE, GABRIEL PAP RAZVAN DEVE RESTARE IN CARCERE: AVREBBE STUPRATO LA 21ENNE ETIOPE AL “FACTORY CLUB” DI ROMA QUANDO QUEST'ULTIMA AVEVA PERSO I SENSI - POI, INSIEME AGLI ALTRI DUE STUPRATORI CHE LO AVEVANO PRECEDUTO NELLA VIOLENZA, SAREBBE SCAPPATO VIA, TORNANDO IN PISTA DALLA FIDANZATA - L’ESITO DELL’ESAME DEL DNA HA AFFONDATO OGNI TENTATIVO DI DIFESA... 

Michela Allegri e Camilla Mozzetti per www.ilmessaggero.it

 

Si è scagliato su di lei per ultimo quando Angela (il nome è di fantasia) aveva quasi perso i sensi. Senza alcuna pietà: nulla l’avrebbe fermato, o spinto a chiamare i soccorsi. Per terzo avrebbe violentato la giovane 21enne etiope dentro al locale caldaie della discoteca “Factory club”, mentre era ormai sfinita.

STUPRO AL FACTORY CLUB - GABRIEL PAP RAZVAN

 

Poi, insieme agli altri due stupratori che lo avevano preceduto, sarebbe scappato via, tornando in pista dalla fidanzata che era entrata con lui nel locale grazie al “lasciapassare” di un parente del romeno. La stessa fidanzata che, alcuni giorni dopo la violenza, intercettata dagli inquirenti, avrebbe confidato a un amico le sue preoccupazioni: «Non è che c’entra anche Gabriel?».

 

Ieri il giudice per le indagini preliminari, Vilma Passamonti, non ha avuto dubbi: Gabriel Pap Razvan, 25 anni, romeno, fermato dagli uomini della Mobile giovedì a Fidene, resta nel carcere di Regina Coeli. Ad appesantirgli le spalle adesso c’è anche un’ordinanza di custodia cautelare. Il gip non gli ha creduto mentre continuava, in fase di interrogatorio, a respingere l’accusa di violenza sessuale di gruppo: «Non sono stato io, non conosco quelle persone, non l’ho stuprata».

factory roma

 

Ma l’esito dell’esame del Dna pesa come un macigno e rappresenta una prova tangibile. Il romeno era già schedato per alcuni reati contro il patrimonio e le tracce di saliva trovate sugli indumenti intimi della ragazza combaciano con il suo codice genetico. Ora gli agenti di polizia della IV sezione della Squadra Mobile, diretti da Pamela Franconieri e coordinati dal procuratore aggiunto Maria Monteleone e dal pm Francesca Passaniti, stringono il cerchio attorno altri due uomini che hanno compiuto la violenza. Uno stupro aberrante, feroce e spregiudicato, perché compiuto a pochi metri dalla pista dove centinaia di giovani stavano ballando.

 

FACTORY CLUB

Lo scorso 18 maggio, Angela arriva al “Factory” con alcuni amici, mentre si diverte in pista, viene avvicinata dal suo primo aguzzino, che potrebbe essere un cliente abituale del locale e che, secondo gli inquirenti, potrebbe conoscere Gabriel e il secondo aggressore già da tempo. La ragazza si dirige con quell’uomo verso il locale delle caldaie. Il romeno e l’altro individuo potrebbero aver assistito alla scena e aver deciso poi di seguire la coppia. Arrivati anche loro di fronte a quel magazzino, che conoscevano bene per aver lavorato nel locale, vedono quello che sta succedendo: il primo uomo intento a violentare la ragazza.

factory roma

 

A quel punto, invece di aiutare Angela, nonostante le sue grida disperate, decidono di unirsi allo stupro. Passano i minuti, la giovane urla ma nessuno riesce a sentirla per via della musica che invade tutta la discoteca. E loro lì, pronti a infierire a turno su di lei. Dopo lo stupro la abbandonano, frastornata e dolorante. La ragazza riesce a riprendersi, a ricomporsi e a uscire in cerca dei suoi amici per chiedere aiuto. Nonostante lo choc riuscirà a descrivere agli inquirenti alcuni particolari importanti sull’abbigliamento dei suoi aggressori: uno dei tre indossava un giubbetto scuro, simile a quello degli addetti alla sicurezza.

 

Ultimi Dagoreport

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)

giorgia meloni tosi matteo salvini luca zaia vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN ACCORDO CON DE LUCA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SONO A RISCHIO DI CRISI SUL VENETO - ALLE EUROPEE FDI HA PRESO IL 37%, LA LEGA IL 13, QUINDI SPETTA ALLA MELONI DEI DUE MONDI - A FAR GIRARE VIEPPIÙ I CABASISI A UN AZZOPPATO SALVINI, IL VELENO DI UN EX LEGHISTA, OGGI EURODEPUTATO FI, FLAVIO TOSI: ‘’IL TERZO MANDATO NON ESISTE, ZAIA NON HA NESSUNA CHANCE. TOCCA A FDI, OPPURE CI SONO IO”

emmanuel macron ursula von der leyen xi jinping donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI AFFARI - ALL’INAUGURATION DAY CI SARÀ SOLO GIORGIA (QUELLA CHE, TRUMP DIXIT, "HA PRESO D'ASSALTO L'EUROPA") MA NON URSULA VON DER LEYEN - CHE FARE DI FRONTE ALL'ABBANDONO MUSK-TRUMPIANO DI UNA CONDIVISIONE POLITICA ED ECONOMICA CON I PAESI DELL'OCCIDENTE? - CI SAREBBE IL PIANO DRAGHI, MA SERVONO TANTI MILIARDI E VOLONTÀ POLITICA (AL MOMENTO, NON ABBONDANO NÉ I PRIMI, NÉ LA SECONDA) - L’UNICA SOLUZIONE È SPALANCARE LE PORTE DEGLI AFFARI CON PECHINO. L'ASSE EU-CINA SAREBBE LETALE PER "AMERICA FIRST" TRUMPIANA

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…