“HANNO RUBATO IL PORTAFOGLIO A MIO PAPÀ CHE DA IERI NON PARLA PIÙ” - GABRIELE CORSI DEL “TRIO MEDUSA” RACCONTA LA DISAVVENTURA CAPITATA AL PADRE: “A PARTE IL GESTO (APPROFITTARSI DI UNA PERSONA ANZIANA E IN EVIDENTE DIFFICOLTÀ) PER IL QUALE NON HO ABBASTANZA AGGETTIVI DISPREGIATIVI...MA, MIO PADRE, È DA IERI CHE NON PARLA PERCHÉ SI SENTE IN COLPA. MA NON VI FATE SCHIFO?” - PURTROPPO E’ STATA UN’ESPERIENZA COMUNE A TANTI DOPO L'INCONTRO CON BANDE DI TRUFFATORI SENZA SCRUPOLI - I RACCONTI
Renato Farina per “Libero quotidiano”
Ha scritto su Twitter Gabriele Corsi, comico del Trio Medusa, nonché conduttore radio -televisivo: «Hanno rubato il portafoglio a mio papà. A parte il gesto (approfittarsi di una persona anziana e in evidente difficoltà) per il quale non ho abbastanza aggettivi dispregiativi...ma, mio padre, è da ieri che non parla «perché si sente in colpa. Ma non vi fate schifo?». Questo messaggio lanciato in bottiglia nel vasto mare è stato raccolto da migliaia di internauti. Lo hanno aperto, e si sono accorti che a un loro caro era capitata la stessa cosa. Il mondo è percorso da queste bande. Si aggirano biecamente. Garantisco che costoro non si fanno affatto schifo.
Mia suocera ha avuto la prontezza di passarmene uno al telefono, dicendo che i soldi li avrebbe portati il suo vecchio marito dal bancomat; il mascalzone, accompagnato pure da una ragazza molto ciarliera, saranno dieci anni fa, sgamato, rideva e disse: torneremo. Si sentono molto furbi. Hanno una percentuale assai alta di successo. E se un anziano non ci casca, e respinge l'assalto di queste mani ungulate o truffaldine, questi serpenti la fanno franca sempre, si allontanano svelti.
I FURBI Se capita per strada, fuori dalla posta, o al mercato, e la preda non ci casca e grida, fanno passare le loro tentate vittime per poveri scemi che hanno scambiato un gesto di attenzione (portargli la borsa, ripulirli da una macchia) per un'azione delittuosa. Anzi dicono che saranno loro a denunciarli. Nelle risposte di chi dà solidarietà al babbo di Corsi appaiono tante storie simili. La catenina d'oro conservata dalla prima comunione, strappata simulando un abbraccio gratuito.
E il dolore e l'avvilimento è tanto più forte perché avevi creduto ti stesse capitando qualcosa di meraviglioso: ti si era avvicinato uno sconosciuto, invece era il figlio del tuo compagno di banco in officina. Ma certo che lo ricordavi nella nebbia, e ora erano venuti a cercare proprio per comunicarti la notizia in lacrime della sua morte. Un gesto da mondo antico che ti aveva resuscitato la memoria e il senso di essere ancora capace di consolare un ragazzo.
E invece era una truffa, una simulazione, peggio di una coltellata tra le costole, perché ti uccidono dentro, ti fanno sentire come un relitto naufragato sulla spiaggia di cui è lecito far bottino. Tanto che se ne fa? E' proprio così. Ti chiudi. Non denunci neppure. Non vuoi che il mondo proclami ufficialmente il tuo essere un inetto. Peggio ancora dell'essere truffati è che scrivano «circonvenzione di incapace». Che possono fare i carabinieri, o i parenti e persino i figli? Ti guarderanno con costernazione. Ti diranno, come tu dicevi loro settant' anni prima, di non accettare caramelle dagli sconosciuti. Non vogliono sentirselo dire. Non sono bambini. Non diteglielo, lo sanno.
I SOLITI TRUCCHI Lo hanno già sentito alla conferenza organizzata per la terza età con il maresciallo che aveva spiegato i soliti trucchi al telefono del nipote che ha fatto un incidente e ha bisogno di soldi, o che ha comprato il computer ma non ha pagato e se non vuole finire in prigione tocca a te nonnina tirar fuori i 1400 euro. Ci sono cascati. Embè? Non trattiamoli con durezza, e neppure con condiscendenza. Non avvolgiamoli nella bambagia di una superprotezione, convincendoli a stare ancora più soli. A me, a noi, capita da quando abbiamo vent' anni di essere abbindolati. Questo diciamo loro. Ma il mondo deve dirsi qualche altra cosa.
BORSEGGIATORE BORSEGGIARE SCIPPARE
Questi furti e queste truffe sono il fenomeno di criminalità (il primo che dice micro-criminalità lo meno) più diffuso in Italia. Eppure non hanno mai suscitato una campagna di opinione capace di imporre la questione come centrale. L'omofobia è odiosa, ed è bene che ci siano aggravanti di pena per violenze ed emarginazioni ad essa riferibili.
La gerontofobia è più pervasiva, ed alimenta la criminalità più vile che esista. Bisognerebbe istituire nei quartieri oltre che i comitati antimafia e antifascisti quelli contro chi tocca i nostri padri. Anche il papà di Gabriele Corsi è nostro padre. Non vergogniamoci di loro. Sfregiare loro è come deturpare un capolavoro di Raffaello e di Leonardo. Anzi di più. Sono il patrimonio di questo paese, la miniera d'oro più indifesa e più bella.