GARANTISTI MA NON CON I GIORNALISTI – GLI EMENDAMENTI PRESENTATO DA ENRICO COSTA DI “AZIONE” E TOMMASO CALDERONE DI FORZA ITALIA AL DDL CYBERSICUREZZA PREVEDONO LA GALERA PER I CRONISTI CHE PUBBLICANO NOTIZIE PROVENIENTI DA ACCESSI ABUSIVI A BANCHE DATI – IL SOTTOSEGRETARIO ALFREDO MANTOVANO: “LA VALUTAZIONE È ANCORA SOSPESA, MA L’ACQUISIZIONE DELLA NOTIZIA NON PUÒ AVVENIRE SENZA LIMITI” – LA FNSI: “UNA PARTE DEL PARLAMENTO VUOLE CONQUISTARSI UN POSTO NELL’OLIMPO DI ORBAN”
Estratto dell’articolo di Liana Milella per “la Repubblica”
Cronisti sempre più a rischio. I super garantisti del governo e dell’opposizione — Forza Italia e Azione con Iv — li puntano. Fino a 6-8 anni di carcere se c’è ricettazione. Tant’è che il potente sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano riflette se dare il via libera agli emendamenti simili del forzista Tommaso Calderone e di Enrico Costa di Azione al ddl Cybersicurezza.
Una spada sulla testa dei giornalisti. Tant’è che la segretaria della Fnsi Alessandra Costante è sbalordita: «È ammirevole la pervicacia con cui una certa parte del Parlamento vuole conquistarsi un posto nell’Olimpo di Orbán».
Per Mantovano, «la valutazione definitiva è ancora sospesa». Ma dice che «l’acquisizione della notizia non può avvenire senza limiti». E fa un esempio: «Se io torturo una persona, faccio il giornalista e ricavo delle notizie, l’atto di tortura non può restare esente da sanzione perché finalizzato ad avere notizie di interesse pubblico». Il suo non è ancora «un sì o un no agli emendamenti ». Che sono tuttora sul tavolo.
Di certo lo spunto è il caso Striano, il finanziere sotto inchiesta a Perugia per aver violato il segreto delle Sos. Che succede se un cronista pubblica materiale che arriva da una banca dati bucata da un accesso abusivo? Se ne è consapevole, passerà guai seri.
Propone Costa: «Salvo che il fatto costituisca più grave reato, e fuori dai casi di concorso nel reato, chiunque, conoscendone la provenienza illecita, diffonde, mediante qualsiasi mezzo di informazioni al pubblico, in tutto o in parte le informazioni acquisite è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni». Nasce il 615-sexies del codice penale. Arriva dopo il 615 ter, che già bacchetta l’accesso abusivo. Dice Costa: «Per la diffamazione sono sempre stato contro il carcere. Ma qui si tratta di informazioni rubate che possono essere diffuse conoscendone la provenienza illecita. È ricettazione bella e buona».
E di ricettazione parla il reato di Calderone. Che lo inserisce tra quelli contro il patrimonio. Recita così: «Articolo 648 ter-2 (ricettazione, riciclaggio e autoriciclaggio di dati o programmi informatici). Le disposizioni si applicano anche ai dati o programmi contenuti in un sistema informatico telematico sottratti illecitamente e alla loro utilizzazione, riproduzione, diffusione o divulgazione con qualsiasi mezzo».
Calderone non scherza. Anche se a Repubblica dice: «Non ho fatto questo emendamento per colpire i giornalisti ». Ma dietro il suo testo ci potrà ben essere il cronista che «usa, riproduce, diffonde, divulga» la notizia frutto di un reato. Tanto può funzionare, che Costa potrebbe sottoscriverla rinunciando alla sua.
Dopo il carcere e le super multe per la diffamazione proposti, ma poi ritirati, dal meloniano Gianni Berrino al Senato, passerà la ricettazione alla Camera? […]