POTREI MA NON VOGLIO - A GENOVA L’UNIONE DEGLI ATEI ORGANIZZA CORSI PREMATRIMONIALI (COL PATROCINIO DEL COMUNE) APERTI ANCHE ALLE COPPIE GAY, MA NESSUNO PARTECIPA - A MILANO, DAL 2013 SI ORGANIZZANO CORSI PER FUTURI SPOSI OMOSEX

Caterina Maniaci per “Libero Quotidiano

 

LA VITTORIA DI MARCO DORIA  LA VITTORIA DI MARCO DORIA

Corsi prematrimoniali laici, che prevedono nozioni base di psicologia, diritto di famiglia e «ritualità laica», aperti anche a coppie gay o lesbiche: li organizza l' Uaar, l' Unione degli Atei agnostici e razionalisti.

 

Con il patrocinio del Comune, e gli eventuali fondi per finanziarli. Mirko Melis, coordinatore Uaar di Genova, ha spiegato che «i nostri corsi non sono di tipo etico, come quelli della Chiesa, ma vogliono dare una preparazione di base psicologica e giuridica alle coppie»; nel capoluogo ligure i corsi sono già stati seguiti da una trentina di coppie:

 

LA VITTORIA DI MARCO DORIA jpegLA VITTORIA DI MARCO DORIA jpeg

«Sono a numero chiuso, per un massimo di 10 coppie, per cercare di avere una buona interazione tra partecipanti e relatore». I corsi sono rivolti a tutti, «anche agli omosessuali, anche se non c' è mai stata risposta da questo mondo». Insomma, a quanto pare, le coppie gay non sembrano interessate a prepararsi per il grande passo.

 

il primo matrimonio gay a treil primo matrimonio gay a tre

Bisogna ricordare che questo benemerito sforzo da parte dell' Uaar e del Comune insieme per instillare nelle future coppie il senso del matrimonio ha comunque dei precedenti. Gli atei dell' Uaar, ad esempio, dovrebbero riconoscere di essere stati scavalcati proprio, ironia della sorte, da qualche sacerdote.

 

Come don Alessandro Santoro, cappellano della comunità delle Piagge a Firenze, che nel 2009 celebrò il matrimonio di Sandra Alvino e Fortunato Talotta. E che c' è di strano? Il fatto è che Sandra era un uomo: cambiò sesso nel 1974 e si sposò in chiesa con Fortunato. Tanto è bastato all' arcivescovo della diocesi fiorentina Giuseppe Betori per allontanare il parroco dalla sua comunità, revocando la sospensione pochi mesi dopo.

nozze gay a torontonozze gay a toronto

 

Padre Santoro poi ha dichiarato che nella sua comunità «le coppie omosessuali frequentano i corsi di preparazione al matrimonio». Quale matrimonio non si sa, visto che non possono sposarsi in chiesa.

 

A Milano, invece, ci ha pensato l' associazione «Buen Vivir» ad organizzare sei appuntamenti rivolti a chi non vuole celebrare le proprie nozze in Chiesa. Già nel 2013, infatti, l' associazione provvedeva a organizzare un corso prematrimoniale laico e aperto a tutte le coppie, anche a quelle gay.

Nozze Gay in Campidoglio Nozze Gay in Campidoglio

 

Nei sei appuntamenti, il corso affrontava con diversi esperti le principali questioni che influiscono sulle dinamiche di coppia. Dal come prepararsi a gestire la «genitorialità», oppure quali servizi offrono i consultori per le coppie in difficoltà, o che vogliono separarsi, il che, ci sia concesso, non appare esattamente beneaugurante. Questi corsi erano comunque a pagamento, per l' esattezza, 150 euro a persona, 300 a coppia. Non ci pensava certo il Comune.

 

Un collegamento forse ardito, ma la vicenda di Genova ci fa pensare anche a una notizia che qualche giorno fa è passata più o meno sotto silenzio in Italia, se si fa eccezione per il sito Tempi.it. Ossia che il vescovo di Oslo Bernt Ivar Eidsvig ha confermato che i sacerdoti della Norvegia non celebreranno più i matrimoni in rito civile dopo l' obbligo imposto dalla chiesa di stato luterana di officiare le unioni fra persone dello stesso sesso.

nozze gaynozze gay

 

«I politici potrebbero diventare aggressivi» verso la Chiesa cattolica e i suoi sacerdoti, ha spiegato il vescovo, religioso agostiniano nominato da papa Benedetto XVI nel 2005, secondo il quale «è evidente che dobbiamo distinguere fra i matrimoni celebrati nella nostra Chiesa e gli altri», sempre secondo il vescovo.

 

MATRIMONI GAY IN INGHILTERRAMATRIMONI GAY IN INGHILTERRAVideo nozze gay sul NiloVideo nozze gay sul Nilo

Lasciando intendere le forti pressioni dello Stato, il prelato ha aggiunto: «I politici potrebbero diventare aggressivi contro le chiese che resistono ad officiare queste cerimonie, quindi la migliore opzione è smettere di celebrare matrimoni in nome dello Stato».

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