A CHI SERVONO LE FUGHE DI NOTIZIE? - INDAGATI INFORMATI DEI FATTI, VERBALI CHE CIRCOLANO LIBERAMENTE, BORDATE CONTRO GLI UOMINI CHE CONDUCONO LE INDAGINI SUL CASO CONSIP CHE VEDE INDAGATI TIZIANO RENZI E IL MINISTRO LOTTI - GIACOMO AMADORI METTE IN FILA DATE, FATTI E DOMANDE E FA CAPIRE CHE…
Giacomo Amadori per “la Verità”
La notizia del patteggiamento dell' ex dirigente di Consip, Marco Gasparri, e la posa della prima vera pietra dell' inchiesta sono state oscurate dall'ennesima fuga di notizie riguardante atti del procedimento. Questa volta a essere spiattellate sui giornali sono state le dichiarazioni rese da alcuni testimoni davanti alla Prima commissione del Consiglio superiore della magistratura (Csm) a proposito dell' attività investigativa dei carabinieri del Nucleo operativo ecologico, i militari che, secondo le accuse, con le loro indagini volevano «arrivare a Renzi».
La Prima commissione ha trasferito gli atti alla Procura di Roma e simultaneamente qualcuno deve aver ritenuto che quel materiale potesse diventare di pubblico dominio. Ma la decisione non è stata apprezzata ai piani alti del ministero della Giustizia. «Certo la pubblicazione dei verbali non può non dare noia», ammettono a via Arenula. Le dichiarazioni più deflagranti sono state quelle del procuratore di Modena, Lucia Musti, convocata per parlare dell'operato del Noe e della gestione dell' inchiesta sulla coop Cpl, il fascicolo in cui emerse un'imbarazzante intercettazione di Matteo Renzi in procinto di scalzare Enrico Letta da Palazzo Chigi.
A sollecitare le dichiarazioni di Musti, a luglio, sono stati un presidente piddino, un consigliere alfaniano, un magistrato della corrente centrista Unicost e due di sinistra (Area) e uno collegato alla corrente di Pier Camillo Davigo. In questa arena non sfavorevole al segretario del Pd, sono partite le bordate contro gli uomini dell'Arma.
A presiedere la commissione è Giuseppe Fanfani, membro laico del Csm in quota Pd, ex sindaco di Arezzo e, con il suo studio, difensore della famiglia Boschi; domenica era alla festa dell' Unità di Arezzo alla presentazione del libro di Matteo Renzi. Il vicepresidente è, invece, Luca Palamara, ex presidente dell' Anm e titolare togato del fascicolo Consip; Il Foglio, house organ dell' ex Rottamatore, lo ha definito «renziano di complemento».
La bionda Musti, 60 anni portati sportivamente, ha una storia non banale di impegno e lotta alla criminalità organizzata.
I colleghi la ricordano anche per le bilance della giustizia tatuate su entrambe le scapole e per l'affido condiviso del cane con l' ex marito. Nel 2015 è diventata presidente regionale dell' Anm, il sindacato delle toghe. Nello stesso anno, il primo Csm dell'era renziana l' ha votata all' unanimità procuratore capo di Modena.
È anche una delle punte di diamante di Magistratura democratica, la corrente di sinistra più vicina al governo. Sul sito di Radio Radicale si può ascoltare Musti mentre declama la mozione generale di Md al XIX congresso nazionale della corrente. Una mozione ferocemente antiberlusconiana dove si biasimava la destra populista e si evidenziava che «se questo ventennio non ha prodotto danni irreversibili nel tessuto democratico lo si deve alla tenuta e alla battaglia culturale delle parti più avanzate e consapevoli della società civile», tra cui Md.
Ma se il berlusconismo produce nei magistrati progressisti l'orticaria, non scatena le stesse reazioni la vicinanza al Pd renziano. Per esempio nel 2015 Musti ha preso parte a un seminario sulla legalità organizzato dai democratici modenesi.
Davanti alla Prima commissione la procuratrice di Modena ha accusato Scafarto di averle riferito nel settembre 2016 la seguente frase: «Scoppierà un casino, arriveremo a Renzi».
Ma se i carabinieri si sono confidati con un magistrato con cui stavano lavorando, nello stesso periodo, qualcun altro ha proditoriamente informato gli indagati e gli indagandi dell'indagine Consip.
Tanto che la notizia dell' inchiesta nell' ottobre scorso è arrivata anche a Rignano sull'Arno e precisamente a casa di babbo Renzi. Ma scoprire chi sia la gola profonda di quella rivelazione sembra interessare meno cronisti e inquirenti. In compenso ci sono molte altre fughe di notizie che riguardano le indagini su detective e inquirenti che hanno avviato il fascicolo Consip e le investigazioni sul Giglio magico.
La Verità, parlando con i diretti interessati, ha contato almeno 10 presunte violazioni del segreto investigativo. Anche il professor Franco Coppi, legale del ministro dello Sport, Luca Lotti, lo scorso 27 dicembre, aveva elegantemente sottolineato come alcune anticipazioni delle dichiarazioni del suo assistito fossero state battute dalle agenzie mentre il suo assistito era ancora sotto interrogatorio.
lotti durante la mozione di sfiducia
Da aprile sono stati pubblicati in tempo reale i contenuti dei verbali di Scafarto, degli avvisi di garanzia nei suoi confronti, delle sue chat, tutte informazioni che il diretto interessato non aveva interesse a diffondere, così come il suo legale.
Ma sono stati propalati dai giornali anche stralci dei verbali del vicecomandante del Noe, Alessandro Sessa, accusato di depistaggio, e di due carabinieri che avevano smentito la ricostruzione di Scafarto su alcuni atti investigativi. A giugno è apparso sui quotidiani pure il contenuto delle informazioni di garanzia inviate dalla Procura di Roma al pm Henry John Woodcock e alla giornalista Federica Sciarelli.
In ogni modo le dichiarazioni di Scafarto non interessano solo i giornalisti, ma anche lo stesso Renzi, il quale, giovedì scorso, non si sa se in veste di professore di procedura penale, di comandante dei carabinieri o di pubblico ministero, ha dichiarato: «Noi vogliamo la verità, non persone che appartengono all' Arma dei carabinieri e si avvalgono della facoltà di non rispondere (la linea scelta da Scafarto e dai suoi difensori per alcune contestazioni, ndr)».
Per fortuna, a saziare la curiosità del segretario del Pd ci pensa chi distribuisce con solerzia e costanza atti d'indagine ai giornali, probabilmente quelle stesse fonti che, con le loro spifferate, hanno messo in guardia gli indagati del Giglio magico sulle investigazioni di Consip.