
LANDE LIBERO! IL “MADOFF DEI PARIOLI” HA SCONTATO L’INTERA PENA DI 5 ANNI E MEZZO PER LA TRUFFA AI RISPARMIATORI DA 170 MILIONI DI EURO - MA SU DI LUI PENDE UN NUOVO GIUDIZIO PER ALTRI REATI FINANZIARI COMMESSI ATTRAVERSO LE SOCIETÀ SATELLITE: PER LUI IL PM CHIEDE ALTRI 4 ANNI
Francesco Salvatore per “la Repubblica - Roma”
Per anni ha movimentato milioni di euro, circa 170, appartenenti a centinaia di clienti che si erano affidati a lui e al cerchio ristretto degli investitori finanziari di cui si era circondato. Attraverso il passaparola e la promessa di guadagni facili era riuscito a carpire la fiducia di quelle persone -483 le parti offese, più di 200 le parti civili - e per un lungo periodo a gestirne il portafogli. Quando gli investimenti fatti non sono tornati indietro il sistema messo in piedi da Gianfranco Lande è saltato.
Ieri la procura, nel filone per truffa della maxi inchiesta sul “Madoff dei Parioli”, ha descritto come il sistema Lande sia imploso, chiedendo conto delle responsabilità agli autori: è di quattro anni la pena chiesta dal pm Luca Tescaroli nei confronti di Lande; tre anni e sei mesi per Gian Piero Castellacci De Villanova e Gabriele De Zorzi. Per gli altri nove imputati le pene vanno invece dai tre anni e due mesi a un anno e quattro mesi di reclusione. I reati contestati vanno dalla truffa aggravata, all’abusivismo finanziario e all’ostacolo all’eserciziodella vigilanza.
È la prima richiesta di condanna, questa, a cui il consulente finanziario assiste da uomo libero. Il Madoff dei Parioli, infatti, è stato rimesso in libertà a metà agosto per decorrenza termini, dopo aver trascorso cinque anni e mezzo di reclusione. Nei suoi confronti, infatti, è definitiva la condanna a 7 anni (è uscito prima dal carcere perchè ha ottenuto uno sconto per buona condotta) per associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati di abusiva attività finanziaria.
È pendente in corte d’Appello, invece, il processo per la bancarotta documentale e patrimoniale della Egp. Il procedimento era arrivato in Cassazione con una condanna a 4 anni e mezzo per il consulente finanziario ma gli la Suprema corte ha annullato il verdetto e rimandato la decisione in secondo grado per quantificare in modo definitivo le somme distratte alla società.
Nella ricostruzione fatta ieri in aula, il sistema attuato da Lande sarebbe andato avanti per circa 20 anni creando un danno di circa 70 milioni ai clienti – fra i più noti il regista Enrico Vanzina, Sabina Guzzanti e David Riondino. Il tutto sarebbe saltato per una serie di ritardi nei pagamenti: «I continui ritardi nei disinvestimenti richiesti da alcune parti offese – ha detto il pm - hanno infatti innescato un passaparola che, così come all’inizio aveva determinato la fortuna degli imputati, alla fine ne ha decretato il fallimento ». L’udienza di ieri, in conclusione, si è tinta di giallo: l’avvocato Marco Lucentini, difensore di Lande in questo filone, venerdì scorso ha denunciato ai carabinieri il furto di tutta la documentazione relativa al procedimento custodita in studio.